Bramble: The Mountain King – Recensione
Con Bramble: The Mountain King i ragazzi di Merge Games vogliono portare i giocatori all’interno di una straziante e violenta fiaba nordica per affrontare un viaggio ricco di momenti inaspettati attraverso un gameplay “Little Nightmares Like”. Saranno riusciti nell’ impresa?
Problemi di sonno
L’avventura si apre con Olle, un giovane ragazzo dalla bianca capigliatura, che, nel bel mezzo della notte, esce di casa dalla finestra per fare una passeggiata con sua sorella. A un tratto un grosso Troll rapisce la ragazza per portarla a qualcuno di molto importante all’interno di un’enorme montagna; non sarà solo la distanza a separare i due fratelli, ma anche l’incontro ravvicinato con creature mitologiche prevalentemente ostili che si spingeranno al loro limite per fermare il giovane Olle. A partire da questo incipit inizia il viaggio nell’incantata e pericolosissima terra di Bramble: The Mountain King.
Lore nella foresta
Il viaggio di Olle è a dir poco spettacolare. Bramble:The Mountain King alterna fasi di relax totale (passeggiate nei boschi, carinissimi villaggi gnomeschi) a scenari crudeli, sanguinosi e addirittura satanici. Ho particolarmente apprezzato la dualità inaspettata del titolo il quale spesso tratta temi molto sensibili (non riuscendoci sempre), si può quindi considerare Bramble un platform horror (per niente soft). Durante la lunga camminata il giocatore incontrerà enormi creature della mitologia norrena molto ben realizzate, dai classici Troll a leggende folkloristiche come il violinista Näcken, pronte a uccidere brutalmente Olle.
Una volta sconfitta la creatura, andando avanti si troveranno dei tomi (collezionabili) che andranno a spiegare cosa il giocatore ha appena affrontato e come nasce il mito della creatura appena affrontata attraverso magnifiche illustrazioni realizzate a mano. Non c’è bisogno di dire che i paesaggi che offrono i terreni nordici sono mozzafiato e resi in maniera quasi fotorealistica grazie a un engine Unreal ottimizzato quasi perfettamente: durante l’avventura non si ha l’impressione di trovarsi di fronte a un titolo indie.
Ansia, tanta ansia
Nelle fasi più avanzate del gioco, Bramble: The Mountain King spinge la tensione ai massimi senza (quasi) mai ricorrere al jumpscare, una scelta da apprezzare perché è facile spaventare con un mostro che improvvisamente si palesa di fronte al giocatore urlando, ma creare tensione e spaventare senza questa meccanica è molto difficile, ma Bramble spesso riesce nei suoi intenti. Come già accennato, in alcune fasi ci si troverà di fronte a tanto sangue, rituali satanici, infanticidi, suicidi… questo verrà ricordato a ogni avvio del gioco e non c’è modo di limitare la violenza dalle impostazioni quindi è richiesto assolutamente uno stomaco forte.
Tecnicamente parlando, su dispositivi next gen Bramble gira a 60 fps in 4K e riesce a rendere (togliendo qualche modello meh) ogni singolo aspetto del gioco vicino al fotorealismo grazie anche ad un effetto di grana sulla pellicola abbastanza marcato. Ora è il momento di parlare del gameplay, forse il lato in cui il titolo se la cava peggio (riuscendo comunque nell’intento).
Little Nightmare incontra la mitologia
Il gameplay è fortemente ispirato a Little Nightmares e spesso si ha l’impressione di trovarsi dinanzi al titolo Bandai Namco in quanto sia le animazioni che le interazioni di Olle sembrano quasi coincidere con quelle di Mono e Six… è necessariamente un male? No, perché Little Nightmares ha fissato nuovi standard nel genere platform che Bramble riprende con una sua identità. Principalmente si dovranno risolvere facilissimi enigmi ambientali, scappare o aggirare i nemici. L’avventura in se è estremamente lineare e purtroppo scarsamente rigiocabile se non per recuperare qualche statuetta collezionabile attraverso la selezione capitolo o per ottenere il trofeo “completa il gioco senza morire”.
Su PlayStation 5 è molto ben integrato l’utilizzo del DualSense, feeling (ovviamente) assente su Xbox Series X su cui ho giocato godendomi comunque la breve avventura, completabile ottenendo tutti i trofei ad eccezione di quello legato alla modalità permadeath in circa 5 ore e mezza, una longevità breve ma gestita in modo da interrompere l’avventura quando inizia la ripetitività.
Bramble: The Mountain King è un platform horror ispirato al gameplay di Little Nightmares e accompagnato da un’ambientazione e un folklore eccezionale. Molto interessante la dualità che accompagnerà Olle durante tutto il viaggio. Rigiocabilità e longevità abbastanza ridotta vista la natura lineare di un titolo indie che si afferma comunque com una piccola gemma da aggiungere alla collezione.
Una punta di diamante
Pro
- Artisticamente eccellente
- Nemici e ambientazioni al top
- Il folklore norreno
- Graficamente fotorealistico...
Contro
- ... tranne che per qualche modello
- Rigiocabilità scarsa
- Longevità ridotta