BOXBOY!
HAL Laboratory è conosciuta principalmente per le serie di Kirby e EarthBound (Mother in Giappone). Attivi già dal 1980, i suoi componenti appaiono chiaramente degli appassionati dell’essenzialità del gameplay, e questo titolo ne è una dimostrazione. Con una struttura e l’aspetto direttamente ispirati ai classici dei tempi degli 8-bit, BOXBOY! è un puzzle game con elementi di platform che sposa fino in fondo la filosofia, in voga soprattutto in campo indie, per cui la semplicità a volte è la miglior strada per un buon game design.
Vediamo insieme di cosa si tratta.
Il mondo in una scatola
Il gioco ci mette nei panni di Qbby, un omino-scatola, dall’aspetto molto semplice di un mero quadratino con le gambe. Lo scopo del gioco è superare i livelli sul nostro cammino, sempre più intricati e ostici, con tanto di classici dirupi, spuntoni, laser e quant’altro. L’unica arma che avremo per superare gli ostacoli è la nostra abilità di generare e materializzare altri blocchi in fila da posizionare in modo tale da creare ponti e scale, agganciarsi alle sporgenze, ripararsi dai pericoli ecc. Ogni livello ci imporrà un limite di blocchi che potremo generare alla volta, quindi dovremo sfruttare al meglio quelli a disposizione per ogni occasione.
Il gameplay è intuitivo e pulito, e ogni volta che si inizia un nuovo Mondo (ovvero un gruppo di livelli) vengono introdotti nuovi elementi ambientali, che fungono sia come estensione delle nostre abilità che da ostacolo, a seconda della situazione. Ogni stage poi nasconde una o due corone da collezionare, le quali non solo spesso porranno una sfida ulteriore al normale superamento del livello, ma spariranno nel caso in cui nel corso del quadro si utilizzino troppi blocchi. Un modo in più insomma per far funzionare il nostro ingegno piuttosto che andare a tentoni.
Ottenere le corone ci farà guadagnare monete addizionali alla fine di ogni livello, monete che potremo spendere nello store del gioco per acquistare nuovi costumi, brani musicali, manuali di tecniche consultabili, e sfide a tempo per i giocatori più competitivi. I livelli sono corti, perfetti per brevi sessioni mentre si viaggia in metro o in treno. Se per qualche motivo rimanere bloccati davanti a un enigma è possibile spendere una Play Coin per vedere un indizio su come proseguire.
Nella sua immediatezza e semplicità, il concept alla base di BOXBOY! è efficace, ma non sempre soddisfacente. Il problema principale è che ogni Mondo inizia introducendo nuovi elementi (come muri adesivi, blocchi appuntiti, parti di sfondo in movimento ecc.), accompagnandoci per mano a padroneggiarli con una difficoltà molto graduale, non introducendo abbastanza combinazioni di elementi già visti con quelli nuovi. Insomma una vera difficoltà tarda ad arrivare, e si manifesta più che altro molto avanti nel gioco con un picco inaspettato, e comunque non costante.
Di tanto in tanto vi imbatterete in ostacoli più difficili di altri, che vi obbligheranno a fermarvi un attimo e riflettere sul da farsi (soprattutto per raggiungere le agognate corone), ma si tratta di eccezioni. Fortunatamente le cose si fanno davvero serie verso la fine dei diciassette mondi di cui è composta l’avventura principale, e ancora di più nell’endgame successivo. Peccato solo che si abbia la sensazione che quando finalmente il gioco inizia a ingranare sia praticamente finito. C’è insomma una buona varietà di gameplay, ma si poteva gestire meglio creando situazioni più eterogenee.
Game(Box)Boy
Anche sul versante tecnico gli sviluppatori si sono attenuti su uno stile essenziale, ben oltre il minimalismo. La grafica parla da sola negli screenshot che trovate nella pagina: in bianco e nero, con una livello di dettaglio davvero minimo, che richiama molto l’estetica dei giochi sul primissimo GameBoy. Per un gioco come questo lamentarsi di un livello di dettaglio maggiore sembra davvero inutile e superfluo, anzi lo stile riconducibile a una griglia è comodo per visionare il posizionamento dei blocchi senza distrazioni. Comprensibilmente è assente anche l’inutile effetto 3D.
La colonna sonora, adattandosi allo stile grafico, consiste di alcune tracce in stile old-school in qualità midi, orecchiabili e abbastanza sopportabili anche con una continua ripetizione. Del resto sarete troppo impegnati con il gioco per prestare troppa attenzione alla qualità sottotono della composizione.