Borderlands: The Pre-Sequel
Un Vault Hunter che si crede Super Mario, questo è Borderlads: The Pre-Sequel “in a nutshell”. C’è più di questo ovviamente, non tantissimo, ma c’è. Ma saltare sulla testa di nemici e compagni è una delle cose che più farete più spesso. Perché è divertente, perché è nonsense, perché è Borderlands.
Il nuovo capitolo (affidato questa volta a 2K Australia) ci porta sulla luna di Pandora, Elips, in lungo un flashback raccontato da Athena, uno degli scagnozzi di Handsome Jack, che, catturata dai Vault Hunters del primo capitolo, viene interrogata. Scopriremo quindi la storia del super cattivo di Borderlands 2 prima che diventasse uno dei migliori villain di sempre. La storia raccontata da Athena inizia dopo la morte del Generale Knoxx, quando Jack, allora semplice programmatore della Hyperion, recluta un gruppo di Hunters per trovare una Vault sulla luna. Da quel momento in poi è un susseguirsi di eventi frenetici e rocamboleschi in perfetto stile Borderlands che ovviamente non vi spoilereremo, ma che senza dubbio vi intratterranno per diverse ore.
Per chi è un fan della serie, iniziare Borderlands: The Pre-Sequel darà un senso di familiarità disarmante e questo non è necessariamente una buona cosa. L’impatto che si ha nei primi minuti di gioco è quello di stare giocando a un DLC del secondo capitolo: stessi movimenti, stessi menu, stessa grafica. Cambiano solo i nomi di alcune cose, ad esempio abbiamo le moonstone al posto dell’eridium, ma a conti fatti è lo stesso gioco a cui abbiamo giocato un paio di anni fa, nel bene o nel male.
Qualche novità è stata portata però, piccole cose, ma interessanti. Abbiamo detto all’inizio di questa recensione di aver avuto la sensazione di giocare a Super Mario. Una delle novità in questo senso è il setting: la luna. Sulla luna la forza di gravità è molto inferiore rispetto a quella di Pandora perciò siamo in grado di fare lunghi salti per poi piombare violentemente sui nemici danneggiandoli. Stessa cosa si può fare sugli amici, ma senza danneggiarli, solo per dar loro fastidio. E perché è divertente. Spesso e volentieri abbiamo affrontato combattimenti semplicemente saltando in testa agli avversari per vederli esplodere in mille pezzi, tutto questo grazie al jetpack che ci permette di effettuare doppi salti, o planare o appunto effettuare degli smash attack. Legato al discorso della luna, è quello dell’ossigeno: andare in giro sulla superficie lunare non è gratis, ma necessiterà una riserva di ossigeno. Spesso troveremo degli oggetti per ricaricarlo, o dei geyser che emettono aria, ma se dovessimo finire le riserve inizieremo a subire danni fino all’inevitabile morte.
Altra novità è data da due nuovi tipi di armi: quelle laser e quelle criogeniche. Le prime, consentono un flusso continuo di danni, mentre le seconde permettono di rallentare o congelare i nemici (per poi saltar loro in testa e polverizzarli. Pro Tip).
Interessanti anche i nuovi Vault Hunter, i cui skill tree sono forse i migliori visti fin ora nella serie inquanto a varietà, build possibili e caratterizzazione.
Athena “the Gladiator” è un’assassina della Atlas Corporation (personaggio già introdotto in Borderlads nel terzo DLC, The Secret of General Knoxx) che utilizza uno scudo per assorbire il danno e rifletterlo contro i nemici, aumentando il danno assorbito sia esso normale o elementale.
Wilhelm “the Enforcer” (anche lui personaggio ricorrente: in Borderlands 2 lo troviamo come boss trasformato in gigantesco robot dopo aver distrutto il treno della Hyperion) è un mercenario il cui corpo è stato potenziato tramite impianti cibernetici. Può evocare due droni, Wolf e Saint che hanno sia ruoli offensivi che difensivi e con l’aumentare dei livelli si trasformerà sempre di più nel robot che abbiamo affrontato nel secondo capitolo.
Nisha “the Lawbriger” è una pistolera (in Borderlands 2 è lo sceriffo di Linchwood). Il suo skill tree è probabilmente il meno particolare dei quattro, ma apre comunque a diversi tipi di gameplay più o meno frenetici grazie alla special che le permette di cambiare velocemente bersaglio tra quelli nell’area.
E infine il buon Claptrap “the Fragtrap”. L’irritante, insopportabile robottino senza il quale però Borderlands probabilmente non sarebbe lo stesso gioco. La sua special, VaultHunter.exe, causa effetti a caso a seconda della situazione, sia positivi che negativi. Infondo è Claptrap, la tragedia è sempre dietro l’angolo.
Le novità in Borderlands: The Pre-Sequel purtroppo terminano qui. Per tutto il resto è lo stesso identico gioco uscito due anni fa. Restano le musiche coinvolgenti e azzeccate, restano i discorsi inverosimili dei personaggi e lo humor che ha contraddistinto la serie fin dal primo capitolo e che hanno contribuito al suo successo, ma resta anche qualche difetto. Spesso e volentieri ci siamo trovati ad esempio a passare diversi minuti a camminare da un punto all’altro della mappa semplicemente per concludere la missione e ottenere la reward. Resta anche il problema (se può essere considerato un problema) che facendo tutte le missioni secondarie, si fa molta più esperienza di quella necessaria per affrontare la storyline principale che intraprenderemo quindi a un livello nettamente più alto di quello necessario. Il livello di difficoltà quindi sarà piuttosto basso e qualche giocatore potrebbe non apprezzarlo. Vale comunque il discorso che Borderlands va rigiocato più volte per trovare oggetti o affrontare i nemici che appaiono solo nei cicli successivi e in qualche modo questo serve per pareggiare un po’ i conti e il gap di livello.
[signoff icon=”quote-circled”]Magari con qualche cutscene in meno, una storia leggermente più breve e in genere una minore necessità di backtracking, probabilmente questo Borderlands: The Pre-Sequel sarebbe benissimo potuto essere un DLC di Borderlands 2. Invece ce lo ritroviamo come gioco a sé stante, ma infondo va bene così, perché infondo tutti amiamo Borderlands in tutte le sue bizzarrie e lo accettiamo così come viene. Welcome to Pandora, ehm, Elips.[/signoff]