Borderlands 2 – Recensione Borderlands 2
Già con il primo Borderlands, presentato nel 2009, Gearbox aveva stupito videogiocatori e addetti ai lavori: l’idea di creare un ibrido action-shooter-RPG, unitamente all’accattivante e ricercato comparto grafico, hanno reso questo sparatutto degno di considerazione da parte di schiere di appassionati del genere. Borderlands 2, partendo dalle solide basi gettate dal suo predecessore, promette di migliorare l’intera esperienza di gioco che tutti noi abbiamo conosciuto e amato: più armi, più missioni, personaggi accattivanti e profondità in stile RPG che niente ha da invidiare ad altri titoli che hanno calcato questa strada negli ultimi anni.
Bentornati su Pandora…
…dove è tutta una questione di Eridium. La trama di Borderlands 2, infatti, ruota interamente attorno a questo fantomatico materiale rosa fluorescente dai grandi poteri e dalle molteplici applicazioni. Inutile dire che, mentre alcuni personaggi che incontreremo durante l’avventura lo utilizzeranno per curarci o salvarci la vita, l’antagonista principale della produzione di Gearbox e 2k – il cinico e spudoratamente malvagio Jack il bello – ha intenzioni tutt’altro che pacifiche: sotto la falsa maschera di conquistatore buono, che intende regnare su Pandora per portare pace e prosperità, Jack nasconde un’anima simile all’Andrew Ryan di Bioshock, dimostrando ben presto quanto in realtà la caccia all’Eridium abbia come fine ultimo il raggiungimento del potere assoluto. Inutile dire che i giocatori, nei panni di uno dei cacciatori della cripta (altisonante modo scelto per chiamare il giacimento di Eridium) avranno il loro bel daffare per raggiungere l’obiettivo senza farsi uccidere da Jack, sempre pronto a controbattere (via radio) con strafottenza e supponenza ad ogni minimo successo raggiunto nel corso dell’avventura.
Nonostante non si stia parlando di una trama particolarmente innovativa o interessante per i temi proposti, la successione dei colpi di scena, il carisma dei personaggi – chi non conosce ancora Claptrap capirà solamente in parte di cosa stiamo parlando – e il ritmo della narrazione si difendono più che dignitosamente rispetto ad altri prodotti videoludici simili. In altre parole: anche se non stiamo innalzando Borderlands 2 al livello del già citato Bioshock, certamente l’impegno di Gearbox farà piacere ai molti giocatori che, più attenti alla componente RPG del titolo, apprezzeranno l’impegno profuso nella creazione di una trama con un minimo di profondità.
Gameplay nella terra di confine
Iniziamo, per chi non avesse mai avuto modo di provare il prodotto videoludico di Gearbox, a chiarire cosa è e cosa non è Borderlands 2. La definizione shooter-action-RPG è quantomai calzante per dare un’idea di massima ai giocatori che sanno cosa aspettarsi da questi generi di gioco: se avete almeno una volta provato titoli del calibro di Fallout o Bioshock avete ben presente quali risultati si possono ottenere miscelando con sapienza la frenetica azione degli FPS alla componente tattica dei giochi di ruolo. Aggiungete che il tutto, in Borderlands 2, è inserito in un contesto Open World davvero vasto ed interamente esplorabile, pieno zeppo di luoghi da visitare, nemici, missioni e – marchio di fabbrica della serie – armi.
Il gameplay di Borderlands 2, quindi, per la gioia di chi negli sparatutto odierni contesta il loro essere sempre più costruiti da eventi scriptati e livelli sui binari, può essere riassunto in poche parole che vi faranno intendere tutte le potenzialità della sua semplicità: i giocatori esploreranno in lungo e in largo lo sconfinato pianeta di Pandora, sul quale affronteranno una sconfinata lista di missioni – primarie e secondarie, queste ultime tutt’altro che inserite nel gioco al semplice scopo riempitivo – e nemici sempre più forti, guadagnando punti esperienza ad ogni combattimento e potendo così accedere a potenziamenti sempre migliori per il proprio personaggio.
Parlando di personalizzazione, lo dicevamo poco fa, il franchise Borderlands si è sempre distinto per l’infinita quantità di armi a disposizione. Borderlands 2, con un motore che genera casualmente le armi – rendendone comunque riconoscibili i vari produttori presenti su Pandora grazie a gruppi di classi e caratteristiche distintive per ciascun armaiolo – è veramente una cornucopia di sputafuoco: dalle pistole ai lanciarazzi, passando per i fucili d’assalto, i fucili da cecchino, le granate e le torrette fisse, vi assicuriamo che sotto questo aspetto Gearbox ha pensato un arsenale così vario da incontrare le preferenze di ogni singolo stile di gioco.
Per quanto riguarda i potenziamenti, invece, anche in questo caso le possibilità sono veramente sconfinate: innanzitutto, fin dall’inizio del gioco, viene data la possibiltà di scegliere tra 4 classi di personaggi, ognuno dei quali presenta specifiche abilità che prediligono l’utilizzo di certe armi e tattiche. Amate lo stealth e i fucili da cecchino, o preferite invece gettarvi a testa bassa nella bolgia sfruttando la vostra potenza di fuoco per un attacco frontale? Avete uno stile di gioco RPG oriented e, per ogni antagonista che vi si para davanti, vi piace scegliere un’arma in grado di arrecare danni elementali specifici per colpire i punti deboli dell’avversario? La varietà di armi e power up presenti in Borderlands 2 vi permetterà mi mettere in pratica queste e altre tattiche di battaglia, dandovi oltretutto la libertà di cambiare idea nel bel mezzo dell’avventura, azzerando i punti abilità fino a quel momento distribuiti per reinventare il vostro stile e il vostro personaggio da zero.
Prendendo in considerazione il gameplay sotto l’aspetto puramente tecnico, invece, abbiamo riscontrato una buona risposta dei controlli e una disposizione intelligente e comprensibile dei numerosi sottomenu di scelta. Unica pecca in tutte queste possibilità di personalizzazione, forse, le tante scritte nei sottomenu: se possedete un televisore al di sotto dei 30 pollici queste potrebbero apparire piccole e un po’ troppo faticose da leggere. Tornando al sistema di controllo, comunque, questo non si discosta da quanto già visto nei più classici FPS. Segnaliamo solamente una curva di difficoltà leggermente più ripida del solito per quanto riguarda la guida dei veicoli: inizialmente non così intuitiva come dovrebbe essere – con lo stick analogico di destra che, oltre a comandare la visuale si occupa anche dello sterzo delle vetture – la scelta implementata da Gearbox dà invece il meglio di sè quando si tratta di combattere contro altri veicoli, momento in cui si apprezza questo sistema di controllo un po’ ostico.
Questione di stile
Risulta innegabile che il primo Borderlands abbia fatto tanto scalpore anche grazie al suo coraggioso comparto tecnico, che ha volutamente accantonato la folle rincorsa al fotorealismo tanto cara ad altri titoli simili per prediligere uno stile caricaturale, colorato e molto cartoon. Sotto questo aspetto, Borderlands 2 va oltre le aspettative: grazie al mai troppo osannato Unreal Engine, ambientazioni, personaggi, mostri e boss sono curati nei minimi dettagli e realizzati con lo stesso stile in bilico tra fumetto e cartone animato che tanto abbiamo amato nel primo capitolo.
Oltre a questo, anche il level design pare particolarmente ispirato: Pandora è un pianeta ricchissimo di villaggi, stabilimenti, personaggi e cose da fare. Gli spostamenti tra un luogo e l’altro, anche grazie ai mezzi di trasporto e – in caso di morte – ai checkpoint di respawn vicino alle zone più calde, non sono mai noiosi o troppo lunghi. La realizzazione delle aree di gioco, invece, spazia in varietà e profondità quanto basta per essere sempre interessante: in poche ore di gioco potrete già attraversare paesaggi innevati, un arido deserto e un paio di ambientazioni interne davvero suggestive.
Concludendo questo capitolo che tratta di stile, infine, non possiamo non prendere in considerazione il sonoro di Borderlands 2: le musiche che incalzano nei momenti più frenetici, accompagnate dalle battute dei personaggi – in questo caso molto ispirate al sarcasmo cinico di Duke Nukem – sono la colonna sonora perfetta per accompagnare le azioni mostrate su schermo. Un discorso a parte meriterebbe la (volutamente) fastidiosa voce di Claptrap, ma lasciamo a voi il (dis)piacere di conoscere il piccolo robottino, limitandoci a segnalare la localizzazione italiana di menu e dialoghi, che certamente in un titolo del genere aiuta molto a comprendere le varie scelte tattiche.
Verdetto finale
Vale la pena dedicare qualche ora a gironzolare per Pandora a caccia di Eridium nei panni di un cacciatore della cripta? Secondo noi di Gamesource, assolutamente sì: se avete amato il primo Borderlands non potete farvi sfuggire questo seguito per nulla al mondo. Se siete nuovi del genere ma volete provare uno sparatutto diverso dagli altri, dove diversità significa unicità – in termini di grafica, innovazione nel gameplay – e divertimento assicurato, con Borderlands 2 potete fare un acquisto a colpo sicuro.