Blood Bowl 2
Football americano e fantasy? Non è un binomio impossibile. È stato dimostrato già negli anni passati, precisamente nel 1986, quando il gioco da tavolo Blood Bowl arrivò sugli scaffali. La mente di J.Johnson ideò questo universo alternativo di Warhammer, dove orchi, umani, elfi e altre razze si sfidavano sui campi verdi di football. Blood Bowl tuttavia non si è limitato a essere un gioco da tavola dotato di miniature, nel 2009 è arrivata la sua prima trasposizione videoludica che ha goduto di un certo successo fra gli appassionati e non. Oggi il titolo si rinnova con il Blood Bowl 2, scopriamo insieme se sarà un degno successore della sua prima incarnazione videoludica.
Reikland Reavers alla riscossa!
Fra le modalità disponibili ritroviamo la classica campagna in solitario: qui ci troveremo alla guida dei Reikland Reavers. La squadra dei Reavers si ritroverà già in partenza con molti problemi in termini economici,ma con molta voglia di riscatto. Spetterà a noi trovare la via giusta, di partita in partita, per riportare i Reavers ai fasti delle più alte e prestigiose competizioni. La scelta consigliata per chi si approccia per la prima volta a Blood Bowl 2 è sicuramente quella di iniziare con questa modalità che riuscirà a introdurci nel migliore dei modi alle meccaniche di gioco, in quanto si rivelerà molto più semplice rispetto al multiplayer, dove non esiste praticamente pietà per l’avversario.
I primi match all’interno della campagna fungeranno da tutorial e ci aiuteranno a comprendere come ci si muove all’interno del campo, oltre a illustrarci come deve essere composta una squadra: l‘ogre sarà il giocatore più massiccio e forte della squadra, con i lineman che gli faranno da supporto, i kicker che daranno il via alle fasi difensive e i blitzer che invece potranno svolgere ben due azioni per turno, rivelandosi fondamentali nella gestione del gioco.
All’interno della campagna inoltre, durante le partite, potremmo imbatterci in eventi casuali come le invasioni di campo, il tutto non senza una buona dose di violenza, anche nei semplici contrasti fra giocatori che, nel football americano, sono uno degli elementi più spettacolari e importanti. Tutto ciò verrà condito da commenti ironici dai commentatori che non farà altro che rendere l’esperienza di gioco ancor più divertente. Durante ogni partita, come ogni sportivo che si rispetti, faremo comunque qualche piccolo salto sulla sedia durante le azioni più concitate o cruciali, come ad esempio durante il lancio dei dadi (che vi illustreremo dopo) o quando uno dei nostri giocatori rischierà di esser steso giù durante la corsa per il touchdown decisivo.
Le campagna, una volta terminata, permetterà poi di usare nuove squadre al suo interno con le quali potremo ripetere l’ascesa alla vittoria finale.
Lanci lunghi e botte da orbi
Ogni match inizierà col lancio di una monetina, il vincitore potrà scegliere se iniziare in fase offensiva (ricevendo il pallone) o difensiva (tirandolo nella metà campo avversaria). Lo scopo è semplice: arrivare alla linea di touchdown avversaria insieme al pallone per segnare un punto. Ognuno dei giocatori può muoversi di un determinato numero di quadretti in cui è diviso il campo, tuttavia superata una certa soglia rischierà anche di cadere al suolo, sfinito.
Entrando a contatto con gli avversari, per sfondare e aprire le difese o, viceversa, per fermare l’attacco, si avvierà una sorta di minigioco con dei dadi: avremo a disposizione uno o più di essi, a seconda della situazione, e lanciandoli si darà vita a diversi avvenimenti. Innanzitutto bisognerà far attenzione al colore del dado: se questo è di colore bianco allora sceglieremo noi quale dado sarà ritenuto valido, con tanto di evento correlato, se invece saranno rossi toccherà all’avversario scegliere. Sulle facce dei dadi ritroveremo diversi disegni che simboleggeranno ognuno un evento particolare: se ci sarà un teschio l’attaccante verrà messo K.O., se troveremo una freccia potremo spingere il difensore verso una determinata direzione, se vi sarà disegnata un’esplosione il difensore verrà sbattuto a terra e così via. Menzione particolare va fatta un evento speciale: se un giocatore verrà spinto fuori campo verrà praticamente inghiottito dal pubblico e non farà una bella fine.
Le strategie basilari verranno costruite quindi su movimento e lancio dei dadi, mentre le cose si complicheranno un po’ quando si va a parlare delle razze: ognuna di esse (otto in totale) sarà dotata di abilità particolari e uniche, come il troll, che potrà lanciare un compagno più piccolo per fargli percorrere più campo possibile, tuttavia il piccoletto correrà il rischio di esser mangiato anziché lanciato.
Ogni giocatore inoltre avrà anche le sue statistiche peculiari, come in ogni gioco sportivo che si rispetti: queste sono visibili ogni volta che verrà selezionato attraverso una piccola carta che comparirà in basso a sinistra dello schermo.
Inoltre i giocatori avranno, per ogni azione eseguibile, una precisa percentuale di successo, come ad esempio raccogliere il pallone da terra, ricevere o fare un passaggio o colpire un giocatore avversario in corsa che passa vicino a loro. Quest’ultima è un’azione cruciale ai fini dello sviluppo delle strategie in quanto, posizionando adeguatamente i giocatori, ci consentirà di attaccare o difendere molto più facilmente, rendendo molto complicato il gioco degli avversari che potranno comunque affidarsi al caso e farcela in barba. Di conseguenza una situazione difficile può all’improvviso trasformarsi in un touchdown facile o viceversa.
Ogni partita potrà durare pochi minuti o protrarsi per lungo tempo e ciò rende Blood Bowl 2 non adatto a tutti, amanti della strategia e non.
L’aspetto gestionale non è molto complesso, come nel primo capitolo, ma ha qualche feature in più, come la possibilità di comprare e vendere i giocatori, anche nelle leghe multiplayer.
Prati verdi, sangue scarlatto e divise vivaci
Graficamente la differenza rispetto al primo capitolo è molto marcata: il nuovo motore grafico rende sia i modelli dei personaggi che dell’ambiente molto più dettagliati e colorati. Non sarà difficile, infatti, rimanere ipnotizzati per qualche secondo per ammirare il Minotauro o gli Orchi.
Ogni stadio sarà pieno di tifosi urlanti e vogliosi di sangue che sarà versato durante le svariate e spettacolari animazioni di contrasto fra i ventidue giocatori in campo. Traspare la cura nei dettagli anche in altre animazioni come la corsa (diversa a seconda della stazza e la razza del giocatore) e l’esultanza dopo i touchdown.
Il sonoro invece non colpisce molto. La prima nota “negativa” è l’assoluta mancanza dell’italiano sia in fatto di doppiaggio che di sottotitoli. Inoltre la colonna sonora del gioco è quasi assente: non vi ritroverete a canticchiare musichette di Bloody Bowl 2 per strada, tanto per intenderci. Tuttavia, masticando un minimo di inglese, riuscirete a cogliere la comicità dei due telecronisti che, come anticipato in precedenza, renderà la vena comica del titolo molto più marcata.
Bloody Bowl 2 è un titolo che, per chi è dotato di pazienza, sa riservare ore e ore di gioco, divertenti e quasi mai noiose. La sua dose di comicità e violenza mista a strategia sportiva è la stessa del primo capitolo, ma traspare subito il suo spirito rinnovato, soprattutto nel comparto tecnico che è sicuramente la nota più positiva di questo titolo. Il multiplayer costituirà la vera sfida per ogni giocatore, rispecchiando il gioco da tavolo originale, e siamo sicuri che, per chi saprà apprezzarlo, regalerà molte ore di divertimento.