Bleeding Edge – Recensione
I ragazzi di Ninja Theory sono un po’ come le scale di Hogwarts, alle quasi si sa, piace cambiare. Partendo da titoli action single player dal calibro di Heavenly Sword e DmC: Devil May Cry, sono passati per la squisita avventura psicologica di Hellblade: Senua’s Sacrifice, frequentando per quale tempo la realtà virtuale e i sandbox Disney Infinity.
Negli ultimi giorni ha visto la luce la loro ultima fatica: Bleeding Edge, un brawler online multigiocatore che promette combattimenti al cardiopalma tra squadre composte da 4 giocatori. Fin dall’annuncio all’E3 2019, il titolo ha saputo distinguersi tra il miasma di titoli presentati grazie ad un character design fuori di testa ed un comparto grafico ammiccante al Cel Shading. Dopo esserci misurati senza pose nelle arene sanguinanti, siamo pronti a sviscerare insieme a voi le peculiarità del titolo.
Uno scarno ma funzionale tutorial ci introduce immediatamente nel mezzo del combattimento, ed è proprio la modalità combattimento l’unica accessibile al momento nel brawler arena dei ragazzi di Ninja Theory. Avviando l’unica coda disponibile del matchmaking ci troveremo abbinati a tre compagni di squadra e saremo chiamati a selezionare velocemente un eroe da portare in battaglia al fine di trionfare nelle modalità proposte da Bleeding Edge.
In Bleeding Edge sebbene le modalità vivano una rotazione squisitamente randomica e non si possa mai selezionare la tipologia di partita alla quale preferiamo accedere, la semplicità dei sistemi di gioco non renderà mai ostico o poco intuitivo lo scopo della battaglia. Gli scenari variano da un classico conquista suddiviso in più zone, già visto nel PvP di Guild Wars 2 e simile a quello presente in Overwatch, fino ad un atipico CTF (Capture the Flag), che ci vedrà impegnati a raccogliere su mappa dei frammenti da riconsegnare alla propria base, similarmente a Brawl Stars.
Sebbene al lancio sia totalmente assente una modalità competitiva e quindi lo scopo del giocare sia volto al puro e semplice divertimento, Bleeding Edge riesce a dare il meglio di sé quando affrontato con dei premade, degli amici disposti a elaborare una composizione di squadra via chat vocale, fornita direttamente dall’infrastruttura di gioco in quanto proporre un team bilanciato è l’unica chiave per la vittoria.
Gli eroi al momento sono undici e si suddividono in tre categorie: assalto, supporto e tank e ognuna di queste classi offre un’ottima varietà di gameplay. Prendiamo ad esempio gli eroi d’assalto: spaziano dal combattente melee in grado di applicare ustioni e DOT (Damage Over Time) agli avversari, passando per il canonico assassino invisibile in grado di infliggere un’ingente quantità di danno durante una finestra temporale ridotta, per culminare con la tipica maga da distanza.
Danni ed HP variano di eroe in eroe e le combinazioni di squadra sono numerose e lasciate interamente alla fantasia del team. Purtroppo e come è logico, avere un healer nel team è vitale al fine di trionfare negli scontri di squadra, così come un tank che operi da frontline e applichi effetti di controllo sui nemici sia un must have. La selezione del personaggio non offre tuttavia alcuna restrizione al numero di eroi DPS da far scendere in campo e dunque in caso di partita rapida con sconosciuti incontrati su internet, una buona composizione è totalmente affidata al buonsenso dei partecipanti.
Questo errore coincide perfettamente con le prime sperimentazioni della coda di Overwatch, dove la possibilità di selezione aperta e non ristretta dei ruoli ha condotto più di un utente ad abbandonare il titolo. Errore corretto solo recentemente da Blizzard e che ha saputo infondere nuova linfa vitale nel suo sparatutto. Ben consci del fatto che questa sia la prima sperimentazione di Ninja Theory nel settore, rimaniamo comunque fortemente stupiti dal fatto che non abbiamo raccolto le lezioni impartite e subite dai propri competitor e ci abbiano proposto un titolo dalle meccaniche e infrastrutture decisamente ingenue.
Dal versante gameplay, ogni eroe può contare su un kit composto da un attacco base e ben 3 abilità ad attivazione da spendere in relazione ai cooldown di varie durata, culminando con ben due abilità supreme, tra le quali scegliere durante la selezione del personaggio. Proprio come accade in Overwatch, sarà possibile cambiare la selezione del proprio personaggio in base o durante una morte e l’altra, garantendo un’ampia flessibilità di strategia per la propria squadra.
Il combat system, oltre ad offrire una schivata che vive di tempi di ricarica non troppo estesi, propone anche un sistema di parata a impatto, in grado di ribaltare gli esiti di una tenzone. Purtroppo il frame data degli attacchi e l’interazione corpo a corpo è davvero molto ingenua e anni luce lontana dal proporre un combattimento abbastanza profondo da risultare interessante. Affideremo la precisione dei nostri assalti perlopiù alla gestione delle distanze e ad un uso sapiente dei cooldown e dell’interpretazione del personaggio selezionato.
I personaggi stessi salgono di livello tra un match e l’altro, offrendoci dei perk di personalizzazione in grado di incidere in maniera marginale su cooldown, abilità ed effetti secondari. Interessante, ma non brillante. Discorso completamente differente per quanto riguarda l’estetica e i relativi elementi cosmetici. Sebbene ogni singolo dettaglio degli eroi proposti sia vittima dell’effetto”già visto”, il carisma estetico è decisamente degno di nota, ed assieme ad un comparto sonoro mai banale, rappresenta il picco della produzione.
Bleeding Edge è sicuramente un tentativo interessante dei ragazzi di Ninja Theory di sperimentare in un settore a loro nuovo. Purtroppo l’offerta dei contenuti al lancio e le modalità e infrastrutture proposte sono decisamente ingenue, e in un 2020 frenetico e ricco di un’offerta di titoli multiplayer in costante crescita, il gameplay e l’esperienza proposta non riescono in alcun modo a distinguersi. Bleeding Edge è gratuito all’interno dell’offerta Xbox game pass e possiamo consigliare il titolo esclusivamente a coloro che vogliono sfruttare appieno l’abbonamento in compagnia di qualche amico, per una o due serate di spensierato divertimento.
Pro
- Estetica affascinante
- Colonna sonora piacevole
Contro
- Ingenuità nell'infrastruttura
- Povero di contenuti al lancio
- Tanto "More of the Same"