Bleak Faith Forsaken RECENSIONE | Un ambizioso soulslike
Sviluppato dal piccolo team di Archangel Studios, Bleak Faith: Forsaken arriva finalmente su console dopo più di un anno dall’uscita della versione PC, tempo che ha permesso agli sviluppatori di limare un titolo inizialmente ambizioso ma molto acerbo. Vediamo come se la cava nella nostra Bleak Faith Forsaken RECENSIONE!
Bleak Faith Forsaken RECENSIONE | Un mondo in rovina
Il primo impatto con Bleak Faith Forsaken è abbastanza rappresentativo dell’esperienza di gioco, specialmente per quanto riguarda l’atmosfera e le ambientazioni. Ci troviamo infatti in un mondo post-apocalittico che mescola abilmente dark fantasy e cyberpunk, dove a farla da padrone è il freddo grigio del cemento di strutture decrepite e abbandonate.
Ed è proprio l’atmosfera uno degli aspetti più riusciti del titolo di Archangel Studios, capace, al netto di assets forse un po’ troppo spesso riutilizzati nelle mappe, di trasmettere al giocatore un costante senso di oppressione e desolazione, accentuato da una riuscita colonna sonora che, pur non saltando all’orecchio, riesce perfettamente a integrare l’esperienza di gioco.
Durante la prima run non si ha quasi mai la sensazione di essere in controllo, di capire e decidere dove dirigersi, e questa sensazione di piccolezza del protagonista di fronte all’enormità del mondo che lo circonda, chiaramente morto e altrettanto chiaramente ostile nei suoi confronti è parte integrante del viaggio stesso.
Un’esplorazione complessa
La mappa di Bleak Faith: Forsaken, pur essendo “spezzata” da caricamenti tra i vari biomi, strizza l’occhio ai soulslike, proponendo connessioni anche non immediate tra le diverse aree e un gran numero di percorsi secondari che rendono molto difficile orientarsi durante certe fasi.
Sebbene questa difficoltà sia causata in parte dal sopracitato riutilizzo degli stessi assets e in parte dalla totale assenza di una mappa o minimappa in pieno stile Dark Souls, è innegabile che questi aspetti contribuiscano al fascino di Bleak Faith: Forsaken.
Le labirintiche strade della Omnistructure, le enormi strutture sospese nel vuoto senza uno scopo apparente, le lunghe scalinate che si incrociano come fili di una ragnatela si fondono a creare un’atmosfera a tratti quasi onirica.
La presenza di un salto forse eccessivamente leggero in un gameplay che per il resto è invece relativamente pesante è un punto forte dell’esplorazione e un problema al tempo stesso, visto che le texture non curatissime della mappa e delle collisioni, presenti anche al di fuori della normale area di gioco, rendono possibile uscirne con facilità.
La presenza di oggetti segreti nascosti quasi ovunque in queste zone ai limiti della mappa, alcuni effettivamente importanti, altri così inutili in proporzione alla difficoltà per raggiungerli da essere chiaramente presenti più per giustificare l’esistenza della strada stessa che per premiarne l’esplorazione, non fa altro che incentivare il giocatore a continuare a mettere alla prova i limiti del gioco, mettendo in luce questi difetti anziché nasconderli.
Il sistema di combattimento soulslike di Archangel Studios
Il sistema di combattimento di Bleak Faith: Forsaken non è apparentemente troppo diverso da quello classico dei soulslike: abbiamo infatti la classica barra della salute, quella dei punti magia, che servono anche per le abilità delle armi e quella della stamina, consumata attaccando, schivando o parando i colpi nemici.
Nel corso del gioco si possono trovare svariate armi che, al contrario delle armature, avranno nella maggior parte dei casi una o due abilità esclusive. Questo, insieme all’aggiunta di ulteriori abilità passive tramite l’inserimento di un massimo di cinque cristalli in ciascun pezzo di equipaggiamento, aumenta drasticamente le possibilità di creazione e personalizzazione della build.
Il combattimento in sé è generalmente divertente e appagante, a patto di prendere la mano con una generale ma non troppo marcata pesantezza nei movimenti e con qualche problema di feedback dei colpi su alcune armi.
Interessante e molto migliorata nel tempo la possibilità di aggrapparsi ai mostri più grandi e scalarne i corpi fino a colpirne i punti deboli, ispirata in questo caso da Shadow of The Colossus (qui la nostra recensione del remake).
Bleak Faith: Forsaken non rivoluzionerà il mondo dei soulslike ma è comunque un titolo ambizioso e curato, in grado di garantire una buona dose di ore di gioco ad appassionati del genere che non siano necessariamente alla ricerca di un capolavoro.
Bleak Faith Forsaken RECENSIONE è disponibile per, PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC. Se sei interessato all’acquisto del gioco, puoi farlo seguendo questo link su Steam!
Un soulslike ambizioso
Pro
- Ambientazioni riuscite e opprimenti
- Buona varietà di nemici e armi
- Mappe labirintiche...
Contro
- ... a volte anche troppo
- Alcuni boss sono meno ispirati di altri
- Gameplay un po' rigido