Bleach: The Blade of Fate – Recensione Bleach: The Blade of Fate
Pronti ad utilizzare tutte le tecniche di un vero guerriero? Come? Ma a suon di pennino naturalmente!!!
E….E…..EEEE….SHOEN!!!!
Se l’inconsueto titolo di questo paragrafello vi dice poco, sappiate che il gioco qui recensito affonda le sue radici in un manga molto famoso: tale Bleach, appunto. La storia narrata fa parte delle serie shoen (manga prevalentemente d’azione) incentrato sulle avventure di Ichigo Kurosaki, studente delle superiori capace di vedere i morti, che diviene Shinigami (ovvero Dio della morte) dopo che uno Shinigami stesso, Rukia Kuchiki, gli dona i propri poteri. Il buon Ichiro dovrà, nel corso della serie, farsi largo a "suon di mazzate" per cercare di salvare proprio Rukia portata alla Soul Society (il mondo degli Shinigami) per essere giustiziata. Per farlo dovrà superare il blocco delle truppe che ne sorvegliano la cittadella (Seiretei, cuore della città e sede del governo). Ecco dunque l’incipit da cui prende vita Bleach: the Blade of Fate, la cui trama principale ripercorre fedelmente quanto narrato dal manga e che lascerà molto soddisfatti gli estimatori delle avventure cartacee e parimenti sarà narrazione felice per i neofiti.
DIFFICILE ? "MANGA" PER NIENTE!
Ciò che distingue Bleach: the Blade of Fate dagli altri picchiaduro in commercio è il sistema di controllo, che ha il merito di essere notevolmente esemplificato rispetto alla norma, cosa che i non avvezzi alle supermosse date dalle combinazioni di tasti apprezzeranno molto. L’azione è permessa tramite pressione del touch screen e le mosse da eseguire sono di variegata natura (blu= supermosse semplici, rosse= mosse che, previo riempimento della barra del Reiatsu, hanno un effetto devastante e altamente coreografico) con la semplice pressione del pollice.
Nello schermo inferiore del Ds trovano spazio anche due carte, appartenenti ad un deck differente per ogni personaggio o personalizzato a seconda delle preferenze dell’utente, che vi doneranno particolari bonus a seconda del livello e della tipologia di appartenenza e che potranno essere portate in numero ridotto e usate spendendo i punti rifornimento del giocatore.
Grazie a questa rinnovata giocabilità, semplice ed immediata, si permette anche ai neofiti del genere di utilizzare tutte le mosse dei personaggi sin dalla prima partita, ma abbassa drasticamente il livello di sfida in coloro che cercano un picchiaduro più tecnico.
Altro difetto si riscontra nel bilanciamento di alcuni personaggi che, disponendo di un numero maggiore di mosse o del Bankai (una supermossa particolarmente devastante che azzera tre barre Reiatsu), tendono ad essere difficilissimi da battere e a poco servirà l’esperienza videoludica precedente.
Nonostante questi problemi gli scontri si rivelano incredibilmente divertenti, specie in quattro, elemento ormai divenuto must per tutti i giochi editi per la portatile a due schermi, fatto questo che aumenta drasticamente la longevità di questa tipologia di giochi.
E BRAVO TITE KUBE
I personaggi, manco a dirlo, sono opera del creatore originale della serie Tite Kube e quindi realizzati con un ottimo tratto. Questi sono realizzati con sprite grandi e dettagliati, le movenze e le super sono perfettamente in linea con lo spirito di Bleach: vedere i personaggi evocare il Bankai tramite una sequenza animata e sentire urlare i nomi dei colpi contribuisce non poco all’immersione dentro l’universo del manga di Kube che prenderà letteralmente vita sotto i vostri occhi.
Purtroppo nelle scene più concitate non è raro assistere a piccoli rallentamenti che però, di fatto, non minano la giocabilità di fondo. Gli ambienti sono coloratissimi e carichi così come le musiche si presentano con forte impatto. Un ottimo lavoro, dunque.
Bleach : Blade of Fate è un picchiaduro "sui generis" rispetto alla massa di titoli editi in questo senso; esso ha il merito ed il demerito di aver esemplificato i controlli per facilitare coloro che non amano le combinazioni di tasti permettendo anche ai meno esperti di veder prendere vita a mosse spettacolari senza un massacro di dita. Divertente in singolo, strabiliante in multipaler. Consigliato.