Bleach Rebirth of Souls Recensione

Nonostante la sua popolarità tra gli shonen manga, Bleach non ha mai goduto di un adeguato riconoscimento in ambito videoludico, specialmente in Occidente. Mentre il Giappone celebrava l’apprezzata serie picchiaduro Bleach: Heat the Soul per PSP, l’Occidente doveva accontentarsi del ben meno entusiasmante Bleach: Soul Resurrección per PS3, un’esperienza simil-Musou appena abbozzata e poco convincente.
Per questo motivo l’annuncio del picchiaduro Bleach Rebirth of Souls da parte di Bandai Namco ha suscitato fin da subito l’interesse dei fan, specialmente dopo le dichiarazioni di Tamsoft, studio di sviluppo noto per la serie di Senran Kagura e OneeChanbara, sul voler rimanere fedeli quanto più possibile all’opera originale. Ho seguito assiduamente il titolo in attesa del fatidico giorno della release e finalmente sono qui per raccontarvi la mia esperienza in questa nuova recensione!
Bleach Rebirth of Souls Recensione
Le prime cose che guardo nei tie-in basati su anime e manga sono due: le modalità e il numero di personaggi disponibili. Il pacchetto offerto da Bleach Rebirth of Souls si sviluppa attorno a tre principali modalità: la Modalità Storia, ideale per chi vuole rivivere gli eventi dell’opera originale; la sezione Offline, che include il classico Vs contro la CPU e delle missioni strutturate in maniera simile alla Modalità Survival; e infine il Multiplayer, per chi desidera competere contro altri giocatori.
Oltre alla classica Modalità Storia, che ripercorre l’arco narrativo iniziale fino alla saga degli Arrancar, il gioco offre anche delle Storie Segrete: approfondimenti narrativi dedicati a specifici personaggi ed eventi. Le storie segrete, in numero diverso per ogni personaggio, si sbloccano completando delle missioni secondarie durante gli scontri della Modalità Storia, contribuendo notevolmente alla longevità complessiva del gioco. Onestamente non le ho contate tutte, ma parliamo di circa 120 storie separate da quella principale.

Parliamo comunque di storie brevi che molto spesso iniziano e terminano con un singolo scontro, quindi nulla di profondo in termini di contenuti. Ma tornando alla Modalità Storia classica, come accennato poco fa, essa ripercorre gli eventi di Bleach fino alla saga degli Arrancar, escludendo però le saghe filler (ad esempio, quella delle Zanpakuto) e, in particolare, la saga del Fullbringer. Una scelta piuttosto singolare dato che nei DLC viene fatto riferimento alla Thousand-Year Blood War, che probabilmente arriverà in futuro.
Nonostante alcune mancanze, Bleach Rebirth of Souls offre un’esperienza di base eccellente. La storia cerca di coprire ogni aspetto dell’opera originale, alternando filmati (alcuni in 2D con immagine statiche, altri realizzati con il motore di gioco) e combattimenti. Se da un lato i filmati aiutano a capire meglio la storia, ho trovato molto più impattanti i filmati in 2D, specialmente perché alcune animazioni durante le cutscene non sono particolarmente riuscite.
Modalità Storia promossa, ma il resto?
Sebbene la Modalità Storia rimanga, a mio parere, il cuore pulsante di Bleach Rebirth of Souls, la Modalità Offline generale non offre la stessa ricchezza di contenuti. Al suo interno troviamo un semplice sistema di missioni, che consiste nell’affrontare nemici in sequenza comandati dall’IA con difficoltà crescente, in modo simile alla Modalità Survival presente in molti picchiaduro.
Oltre alle missioni, troviamo le classiche modalità VS. (contro la CPU o in locale) e l’allenamento, quest’ultima suddivisa in libera e tutorial. La CPU dispone di 5 livelli di difficoltà, ma una volta padroneggiate le meccaniche, anche il livello massimo risulta facilmente superabile.
Il resto dei contenuti, se così possiamo chiamarli, si divide tra gli extra, dove è possibile ammirare le illustrazioni del gioco e ascoltare la fenomenale colonna sonora, e l’emporio di Urahara. Qui è possibile acquistare cristalli e talismani utili per la Modalità Storia e le Missioni, nonché elementi estetici per personalizzare il proprio profilo online.
È proprio nella componente online che Bleach Rebirth of Souls mostra i suoi limiti, risultando meno avanzato rispetto ad altri tie-in anime e ai picchiaduro in generale. Per prima cosa manca completamente la modalità online classificata, una mancanza che si fa sentire per chi desidera cimentarsi online, ma anche solo per avere una scena competitiva fatta di tornei ed eventi a tema.
A ciò si aggiunge l’assenza del rollback netcode, tecnologia standard nei picchiaduro moderni per garantire una certa stabilità durante le partite online. Personalmente, ritengo che lo studio abbia privilegiato l’esperienza single player a discapito del multiplayer competitivo. Scelta comprensibile, sia chiaro, ma che rischia di svuotare rapidamente i server a causa della loro instabilità e per mancanza di ricompense da ottenere giocando online.
BANKAI!
Dopo aver analizzato le modalità, passiamo all’aspetto principale di un picchiaduro: il sistema di combattimento. Bleach Rebirth of Souls è un picchiaduro arena 3D (vi aspettavate qualcosa di diverso?) non particolarmente difficile da giocare, ma che richiede una giusta dose di ore prima di essere padroneggiato a dovere.

Come nel più classico dei picchiaduro, durante gli scontri l’obiettivo è quello di azzerare la barra della salute dell’avversario. Bleach Rebirth of Souls introduce un sistema a vite, chiamate Konpaku, e la vittoria si ottiene azzerando il numero di vite complessive dell’avversario che potete visualizzare nella parte alta dello schermo.
Per azzerare le vite bisogna prima portare la barra bianca della vita, chiamata Reishi nel gioco, almeno al 30% del totale. Una volta raggiunta questa quota, è possibile attivare il Kikon, una mossa speciale che permette di consumare un certo numero di vite dell’avversario. Il numero di vite che viene consumato cambia in base allo stato del giocatore (ad esempio se è stato attivato il Bankai o un’alterazione di stato).
Gli scontri si svolgono a ritmo serrato e si basano essenzialmente sui fondamentali dei picchiaduro: attacco, difesa e contrattacco. Gli attacchi sono suddivisi in leggeri, dalla portata ridotta ma molto veloci nell’esecuzione, pesanti, dalla portata maggiore e più potenti ma allo stesso tempo facilmente counterabili, e infine le tecniche distintive, ovvero delle mosse uniche per ogni personaggio, come ad esempio il Getsuga Tensho di Ichigo o il Cero di Ulquiorra.
Oltre alle tecniche distintive, troviamo anche le special con il nome di Tecniche Reiatsu. Queste si possono attivare una volta accumulato abbastanza potere spirituale e possono essere usate in combo agli attacchi normali, andando a danneggiare pesantemente il Reishi avversario. Ogni personaggio dispone di due Tecniche Reiatsu, e se alcune infliggono danni agli avversari, altre aumentano temporaneamente alcuni valori dei personaggi (ad esempio la forza o la velocità).
Anche la distanza conta molto durante i combattimenti, quindi è possibile ridurre le distanze grazie allo Shunpo, consumando però una tacca della Barra Inversione. Eseguito al momento giusto, lo Shunpo diventa un contratto alle spalle dell’avversario, infliggendo un danno critico. Usare la Barra Inversione permette non solo di muoversi velocemente sul campo di battaglia, ma anche di accedere temporaneamente a un potere spirituale infinito per le Tecniche Reiatsu.

L’intensità dei combattimenti aumenta man mano che la partita si prolunga. Gli scontri iniziano sempre con lo Shikai, ovvero il primo stato delle Zanpakuto, ma è possibile attivare il risveglio totale grazie al Bankai, o la Resurreccion nel caso degli Arrancar. Il Risveglio è una tecnica di rivalsa che permette di ribaltare le sorti della battaglia, aumentando di molto tutte le statistiche, cambiando anche il moveset di alcuni personaggi e infliggendo maggiori danni al Konpaku avversario.
Il roster conta 32 di personaggi (33 se contiamo Dangai Ichigo), ciascuno con un moveset e uno stile di combattimento unico. Alcune assenze nel roster sono piuttosto singolari: Barragan (il secondo Espada), i Vizard, qualche altro personaggio del Gotei 13, tutti personaggi che, purtroppo, mancano all’appello.
Il bilanciamento è piuttosto solido, ho trovato giusto qualche personaggio leggermente più performante di altri, ma in generale si riesce comunque a vincere. I comandi sono piuttosto intuitivi e facili da ricordare, anche grazie al numero di mosse piuttosto contenuto. Il resto delle tecniche si impara rapidamente e non sono necessarie grandi conoscenze nel campo dei picchiaduro.

Qualche sbavatura tecnica
Sul fronte tecnico Bleach Rebirth of Souls ha più di qualche problema. Il frame rate rimane stabile, ma la risoluzione finale è piuttosto bassa, dando quell’effetto sfocato sullo schermo. Si nota principalmente nelle mappe ampie, dove la profondità di campo diventa artefatta, andando in contrasto con i personaggi in primo piano.
Per il resto, graficamente parlando rimane un buon prodotto. Ottimi i modelli dei personaggi, davvero fedeli alla controparte animata, mentre le animazioni si alternano tra alcune buone e altre discrete, in particolare quelle delle cutscene (alcune sono una roba orribile da vedere!).
Un’ultima osservazione riguarda le arene: Bleach Rebirth of Souls include più di 30 scenari iconici come Karakura Town (in diverse varianti), il Seireitei e l’Hueco Mundo. Peccato che la loro struttura sia spesso spoglia e manchi di elementi distruttibili significativi, limitandosi a pochi oggetti isolati.

Un buon titolo di Bleach
Contrariamente alle aspettative, Bleach Rebirth of Souls si rivela un titolo riuscito e appagante per i fan e non. Pur rimanendo accessibile a un vasto pubblico, offre una profondità che gratifica i giocatori più esperti. Tuttavia, non mancano difetti significativi: una scarsa varietà di modalità, un comparto online limitato e poco coinvolgente, e alcune omissioni nella storia che avrei voluto rivivere.
L’assenza di certi personaggi, specialmente tutti gli Espada e alcuni Vizard come Hiyori (già presente nella storia e nel moveset di Shinji), risulta inspiegabile. Magari arriveranno in futuro tramite DLC, ma per il momento questi personaggi rimangono relegati alla sola Modalità Storia.
Pur vantando uno stile visivo in linea con altri titoli Bandai Namco, la resa grafica di Bleach Rebirth of Souls è penalizzata da una risoluzione insufficiente, che causa un evidente e a tratti irritante effetto di sfocatura. Spero vivamente che si tratti di un problema passeggero e che possa essere corretto in seguito.
In generale si tratta di un titolo ampiamente promosso e distante da altri fallimenti in campo tie-in sviluppati da Bandai Namco, come nel caso di Jujutsu Kaisen: Cursed Clash (qui la nostra RECENSIONE). Speriamo si continui su questa via, migliorando alcuni aspetti al momento poco convincenti.
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Promosso, seppure parzialmente
Pro
- Modalità Storia lunga e fedele all'opera originale, seppur con qualche mancanza
- Sistema di combattimento solido e divertente
- Colonna sonora epica
- Ottimi modelli dei personaggi...
Contro
- ...ma non si può dire lo stesso per gli stage e alcune animazioni, specialmente quelle della storia
- Poche modalità e mancanza di una componente online classificata
- Assenza di rollback netcode
- C'è un problema evidente con la risoluzione che rende l'immagine sfocata