Bladed Fury – Recensione
Circa mezzo secolo prima della venuta di Cristo, la Cina viveva un’epoca di tensioni e scontri. In questo momento storico diverse popolazioni combattevano per la supremazia dell’impero cinese, un territorio da sempre ambito e fulcro di tensioni a causa della profonda spiritualità di cui da sempre è pregno, unito al desiderio di conquista e dominio del suo fiero popolo.
In questo contesto tanto affascinante è ambientata la storia di Bladed Fury, titolo indie di Next Studios – che fonde elementi Hack and Slash con sessioni Platform, uscito nel 2018 su PC (tramite la piattaforma Steam), Xbox One e PlayStation 4 e che oggi sbarca anche sulla portatile Nintendo Switch.
La nostra protagonista, Ji, si ritrova invischiata suo malgrado in un crimine orribile. Accusata dell’omicidio del padre a sangue freddo si dà alla fuga senza poter spiegare che l’orrendo crimine è stato commesso sotto l’influenza di un’entità malvagia.
Dovrà quindi chiedere aiuto a spiriti ultraterreni che le doneranno, volenti o nolenti, i loro poteri. In uno splendido e artistico scorcio della Cina di oltre due millenni fa prende quindi il via la nostra avventura, il cui difetto principale è solo uno: durare troppo poco.
Cominciamo con il dire che lo stile di tutto Bladed Fury trasuda passione e competenza. I fondali di gioco, resi in un falso 3D, sono tutti frutto di artwork curati nei minimi dettagli. Gli schemi sono sufficientemente vari e le animazioni fluide e ricercate, con effetti precisi di luce e ombra. La nostra eroina si muove all’interno dei livelli come un leggero soffio di vento su un manto di autunnali foglie secche, giocando con le ombre e dando movimento a tutto ciò che appare sullo schermo .
Anche i nemici – tutti ben caratterizzati e disegnati secondo quello che ci tramanda la tradizione cinese – sono ben realizzati e negli scontri offrono una varietà di mosse e animazioni che lascia traspirare la passione con cui sono stati realizzati. Peccato solo che potevano – e a nostro avviso dovevano – essere più numerosi e variegati.
Le cutscene – statiche anche se ben dipinte – appaiono invece realizzate di fretta, e sicuramente su questo fronte si poteva fare di meglio. I boss finali, invece, sono uno spettacolo per gli occhi: tutti con pattern di attacco differenti e con una varietà di attacchi che muta in base all’energia persa, donando un livello di sfida accettabile ma comunque elevato.
In termini di gameplay la nostra eroina può contare da subito su due attacchi – uno veloce e uno pesante – grazie alle doppie lame e allo spadone. Gli attacchi variano in base al movimento dell’analogico permettendo a Ji di colpire verso l’alto o verso il basso, piombando dall’alto sui nemici o finendoli quando sono a terra. Un doppio dash e un doppio salto completano la dotazione offensiva, essendo possibile concatenarli con le combo di attacco.
La peculiarità di Bladed Fury si mostra però solo dopo aver affrontato alcune boss fight. Una volta sconfitto il nemico, infatti, ci si ritrova in possesso del suo attacco principale e sarà quindi possibile equipaggiarlo per poi utilizzarlo in battaglia. Inutile dire che si tratta di una dinamica già vista, ma non per questo meno apprezzata.
La componente RPG (se così si può chiamare) è pressoché assente. Non ci saranno né armi da variare né accessori o armature da indossare. Non sarà nemmeno possibile sbloccare nuove abilità in stile metroidvania, ma sarà possibile solo aumentare l’efficacia di quelle già in possesso. Proprio qui si comincia a notare il vero tallone d’Achille che andrà a penalizzare un titolo che avrebbe avuto le carte in regola per spiccare tra tanti.
Bladed Fury dà l’impressione di essere realizzato in fretta, non terminato o comunque non sviluppato a fondo per il potenziale che esprime. Oltre a tutte le evidenti migliorie che si potevano apportare in quanto a personalizzazione ed evoluzione dell’attacco, si sarebbe potuto centellinare le abilità facendole acquisire con il prosieguo della storia, dando magari la possibilità di sbloccare determinate aree di gioco inaccessibili prima di aver acquisito il power up giusto.
Si sarebbe potuto prevedere una componente metroidvania più accentuata che permettesse al giocatore – unita a una mappa di gioco di maggiori dimensioni – di essere impegnato molto di più delle tre ore che servono per vedere i titoli di coda. Anche il numero di nemici è davvero troppo limitato: per ogni quadro affrontato ci si ritrova a combattere cinque o sei nemici e neanche tutti insieme ma a gruppi di due o tre, e una volta imparati i pattern di attacco farli fuori diventa davvero troppo facile. Inoltre, avere da subito tutte le abilità facilita ulteriormente la vita e, per quanto sia spettacolare vedere l’eroina volteggiare e combattere, il divertimento finisce davvero troppo presto.
Oltretutto, una volta terminato il titolo non avrà molto senso affrontare una seconda run, data la quasi totale mancanza di segreti da scoprire o di livelli aggiuntivi. Fa capolino una sfida che ci vede competere al nostro top con tutti i boss in sequenza per vedere in quanto tempo riusciamo a farli fuori tutti: divertente ma non basta.
Come sempre il porting di un titolo come Bladed Fury sulla portatile di casa Nintendo brilla di luce propria. Nintendo Switch ha avuto, tra tutti i suoi pregi, quello di saper valorizzare i titoli indie come nessun’altra console aveva fatto prima e Bladed Fury non fa eccezione. I comandi sono precisi, personalizzabili e perfettamente adatti al porting. Se vi mettete di impegno riuscirete a finire il titolo prima di arrivare a zero con la batteria, anche se questo a essere sinceri non è proprio un punto di forza.
Bladed Fury sbarca anche su Nintendo Switch dopo essere approdato su Playstation 4, Xbox One e Steam nel 2018. L’ottimo porting rende Bladed Fury un’esperienza piacevole, rivelando una profonda cura per animazioni e fondali che avvolge e conquista. Purtroppo la brevità del gioco e la trascuratezza nell’approfondire alcuni elementi penalizzano l’esperienza offerta, senza di fatto rovinare il titolo ma lasciando comunque l’amaro in bocca.
Pro
- Artisticamente ispirato
- Ambientazione notevole
- Componente Hack 'n Slash profonda
Contro
- Troppo breve
- Pochi i nemici da affrontare
- Tutto e subito non sempre è una mossa vincente