BioShock – Recensione BioShock
Un passato alternativo
Da quando i videogiochi hanno fatto la loro comparsa nelle nostre case, tante volte si era sentito parlare di grandi storie dell’antichità o di incredibili futuri pieni di nuove tecnologie o guerre che avevano sconvolto l’intera umanità; ma stavolta la 2K Games ci propone qualcosa che finisce col superare i limiti dell’immaginazione e lo fa creando una nuova civiltà, la civiltà di Rapture, in un passato alternativo. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, stanchi delle crudeltà e degli orrori del mondo, un gruppo di persone aveva deciso di abbandonare la superficie per sempre e dare vita ad una nuova città, lontana da quella insensibile e terribile realtà. E’ in questo modo che il megalomane Andrew Ryan, sotto i valori della “Grande Catena”, da vita a Rapture, un luogo dove la collettività, la forza di volontà e lo spirito di sacrificio contano più di ogni altra cosa. Ma sono passati anni, siamo nel 1959, e non tutto è rose e fiori. Così come può nascere, una grande civiltà, piena di buone speranze, può anche morire.
Descrivere in poche parole Bioshock si rivela impossibile per chiunque, ma ancora più difficile può essere capirlo a fondo, o anche solo lontanamente averlo immaginato per poi realizzarlo. Una storia così assurdamente lontana dal vero ma realistica nella sua logica non può che stordire, shockare nel vero senso della parola il giocatore e catapultarlo in un mondo totalmente nuovo, mai visto, mai pensato: benvenuti a Rapture.
La subacquea, inquietante Rapture
Shock!
Vi trovate su un aereo: state sorvolando l’Atlantico, e tra poche ore potrete abbracciare la vostra famiglia, rivedere la vostra bella fattoria e passare un’adorabile vacanza. Ma all’improvviso qualcosa va storto, l’aereo precipita, si schianta in mare e voi siete l’unico superstite, disperso in acqua. Da subito, sin da adesso, Bioshock inizia a mostrare tutto il suo incredibile miscuglio di eccitante e folle assurdità: accanto al vostro aereo in fiamme, in piena notte, immersi nell’oceano, ad illuminare la vostra speranza troverete un faro, posto proprio in mezzo all’Atlantico. Per quanto quella visione possa rivelarsi più inquietante che rasserenante, quel faro rappresenta la vostra unica speranza di salvezza. Una volta raggiunto, non troverete scale che saliranno, ma potrete solo inoltrarvi in quello che qualsiasi uomo vorrebbe fosse solo uno strano sogno. Manifesti e iscrizioni inneggianti a “Rapture” vi guideranno fino ad una misteriosa batisfera: poco più tardi vi ritroverete in un incubo.
Dopo essere stati accolti da una scena terrificante, un uomo, Atlas, uno dei pochi sopravvissuti a Rapture, vi guiderà via radio attraverso questo nuovo e complicato mondo, ma per quanto potrà essere chiaro, non riuscirete a rendervi conto di ciò che sta accadendo se non dopo un bel po’. Una città sottomarina, umani mostruosi, bestioni enormi e bambine inquietanti saranno i primi ingredienti di un racconto fuori dal comune, che avrà una deliziosa ciliegina: la ricombinazione genetica.
Intuire ciò che vi aspetterà dietro l’angolo sarà improbabile, affrontarlo sarà difficile, comprenderlo diventerà quasi impossibile. In realtà, per quanto possiate scavare a fondo tra le intricate vicende di Bioshock, finché non capirete che “un uomo sceglie, uno schiavo ubbidisce”, non potrete assolutamente rendervi conto di dove siete finiti: quindi, “per cortesia”, andate avanti e godetevi Bioshock fino in fondo.
Tutto in un diario
A parte qualche sporadica spiegazione da parte di Atlas (che però all’inizio vi chiarirà quanto di necessario), tutte le informazioni che acquisirete sul mondo di Rapture deriveranno dai numerosi diari audio che troverete sparsi per la città. Per riuscirci, però, dovrete dimostrarvi veri appassionati di esplorazione e visitare più o meno ogni centimetro della metropoli da cima a fondo: il tempo da impiegare sarà notevole ma tale sacrificio sarà reso più leggero dai numerosi dettagli che rendono speciale ogni angolo dell’immensa Rapture e sarà fondamentale a farvi godere al massimo l’intero gioco. Infatti, pur non tralasciando gli altri numerosi pro di questo titolo, la trama è sicuramente il punto di forza maggiore e riesce a far dimenticare prestissimo quegli esigui contro facilmente trascurabili. L’esplorazione diventa ancora più fondamentale giocando ai livelli più alti, in quanto unica ed importante fonte di rifornimenti (sia di salute che di munizioni): man mano che proseguirete i nemici si rafforzeranno e non potrete più risparmiare sui proiettili; senza contare che nei diari potrete trovare talvolta anche codici di accesso a diverse stanze piene di oggetti importanti, o scoprire verità sconcertanti non necessariamente legate alla storia principale.
Il potere nelle vostre mani
Poco sopra abbiamo accennato alla ricombinazione genetica, vero elemento principale del gameplay di Bioshock. Dopo qualche minuto dal vostro arrivo a Rapture, infatti, conoscerete la tecnologia che ha reso questa città grande, e poco dopo l’ha uccisa: i plasmidi. Vivendo a decine di chilometri di profondità possono incontrarsi specie animali differenti, con proprietà mai viste prima: dalla scoperta di una di esse (una particolare lumaca), la Fontaine Futuristics, grazie al contributo dei suoi scienziati, ha dato vita a questa nuova “tecnologia” genetica che permette di riscrivere il proprio codice genetico acquisendo speciali abilità, come la telecinesi, la capacità di lanciare scosse elettriche o dardi congelanti oppure quella di appiccare incendi schioccando semplicemente le dita. Per quanto all’inizio possa sembrare banale, la possibilità di accoppiare i diversi effetti dei plasmidi riesce a regalare da subito un’esperienza di gioco frenetica ed appagante e col tempo lascia spazio a combinazioni e attacchi sempre più potenti ed efficaci, limitati solo dalla nostra fantasia. Stona un po’ l’assenza di un plasmide capace di alterare la velocità del tempo, ma quelli a nostra disposizione si rivelano sempre adatti a seconda delle diverse occasioni; non necessariamente quelli utili corrispondono solo a quelli capaci di recare danno: sfruttare un’immagine bersaglio per distrarre i nemici e attaccarli alle spalle, attirare la sicurezza per poi aggirare torrette e telecamere rendendole proprie amiche, aizzare gli avversari l’uno contro l’altro sono tutte azioni valide quanto una scarica elettrica o un incendio, se ben sfruttate.
Il potere del plasmide "Dardi Criogeni" congelerà immediatamente i vostri avversari
Tuttavia, molto dipende anche dai nemici che bisognerà affrontare; ne esistono due categorie: i ricombinanti e i Big Daddy. I primi sono il risultato di quella ricombinazione che anche voi usate: stando alle informazioni contenute nei diari, un eccessivo utilizzo dei plasmidi e dell’Adam (la sostanza che li alimenta, la più preziosa di Rapture) ha reso i normali umani dei mostri feroci assetati di questa sostanza per loro fondamentale, e voi, utilizzando i plasmidi, ne siete provvisti; vi attaccheranno senza scrupoli, e anche potendo evitarli nel buio vi converrà comunque eliminarli e fare razzia di armi, dollari e quant’altro portino addosso. I Big Daddy invece saranno sicuramente più temibili e potenti, ma non necessariamente pericolosi, in quanto il loro obiettivo non è attaccare voi, ma proteggere le Sorelline. C’è solo un piccolo problema: così come l’Adam serve ai ricombinanti, anche voi, per acquistare nuovi plasmidi e capacità, dovrete raccoglierne quanto più possibile. Da chi? Proprio dalle Sorelline.
I ricombinanti: vittime e risultato dell’eccessiva ricombinazione genetica