Beyond Good and Evil 20th Anniversary RECENSIONE | Nostalgia canaglia

Recensito su PlayStation 5

Beyond Good and Evil 20th Anniversary RECENSIONE Alcune cutscene hanno piccoli piacevoli tocchi di microespressività
Alcune cutscene hanno piccoli piacevoli tocchi di microespressività

Ormai dovresti conoscermi: è davvero difficile che io mi lasci andare a troppi sentimentalismi sui “giochi di una volta”, su boomerismi come “si giocava meglio in sala giochi” o frivolezze simili. Non c’è molto della mia infanzia, a livello di gaming, al quale volontariamente tornerei: sì, bellissimo giocare a Pokémon in macchina, sul mio Game Boy non retro illuminato, aspettando la luce dei lampioni per capire dove sono e che mosse fare dopo l’ennesimo Rattata beccato in mezzo all’erba, ma è un bel ricordo perché è un ricordo; sì, ricordo con abbastanza chiarezza il suono di accensione di PlayStation 1, e quanto divertente e illegale mi sentissi ad averla fatta *cough* così da poterci far girare anche i giochi *cough*, ma non ci tornerei, ora come ora.

Stesso discorso vale per i giochi del passato, verso i quali non ho troppe memorie che, me ne fosse data la possibilità, mi spingerebbero davvero a rivivere quei momenti anche solo per un istante.

Beyond Good and Evil 20th Anniversary RECENSIONE Il titolo contiene dei godibilissimi dietro le quinte sulla creazione del gioco originale
Il titolo contiene dei godibilissimi dietro le quinte sulla creazione del gioco originale

Beyond Good and Evil 20th Anniversary RECENSIONE | Si taglia con un grissino

È quindi con una curiosità non nostalgica che mi sono approcciato a Beyond Good and Evil 20th Anniversary. Ormai l’esistenza del 2, che in realtà sarà un prequel, è una barzelletta (anche se è stata di recente confermata, di nuovo) che spero non faccia ridere più nessuno, a 16 anni dal primo trailer, e Ubisoft è oggetto di un gradimento di pubblico che è un eufemismo definire altalenante, ma Beyond Good and Evil, questo sì che li ricordo con affetto, aveva una struttura ludica invidiabile: essenziale, pulita e amichevole.

C’era un mondo un po’ open ma non troppo dispersivo, c’era un po’ di combat ma non troppo, un po’ di meccaniche di fotografia ma non troppo, l’accenno ad una storia di ribellione ma che mai richiedeva troppo investimento intellettuale o emotivo. Si parla di una varietà che non per forza sfora nella forzata quantità, insomma. È un equilibrio al quale mi sento oggi ancora più sensibile, complici, per rimanere in quartiere Ubisoft, titoli che ingiustificatamente (se non perché il mercato va in quella direzione) diventano open world tanto dilatati quanto diluti – cough, Valhalla, cough – o che, perfetti nel loro equilbrio ludico, non trovano il responso di pubblico che ci si aspetta (The Division credo sia ancora uno dei giochi più belli delle ultime 2 gen).

Non è quindi la nostalgia, quella che Beyond Good and Evil 20th Anniversary sembra essere pronto a saziare e soddisfare, quanto il ritorno, anche solo per la decina di ore di gioco necessarie per completarlo, a titoli dalla struttura ludica più equilibrata e “digeribile” senza sforzo. Beh, in questo contesto Beyond Good and Evil 20th Anniversary è semplicemente perfetto, e merita il tuo tempo più di tanti altri esponenti di un mercato ormai sempre più ipersaturato.

“Godibile” a volte è giusto che significhi “contenuto”

È proprio di digeribilità e godibilità che ha senso parlare con questa remaster che, molto più della revisione HD del 2011, effettua prima di tutto – e principalmente – un upgrade visivo, tanto che ogni elemento di gioco, dai materiali alle texture, è stato migliorato, spingendo (per quelle/i di voi più attente/i a questi aspetti) il gioco a girare in 4K/60fps, piuttosto stabili se non in situazioni nelle quali ci sono molti VFX a schermo. Messo di fianco al titolo originale e alla versione HD di 13 anni, il salto visivo è evidente, e si capisce senza troppo sforzo che, in questo balzo tecnico, non si è persa nemmeno una tonalità del carattere e dell’identità del gioco originale.

Beyond Good and Evil 20th Anniversary RECENSIONE Il percorso di potenziamento è abbastanza lineare
Il percorso di potenziamento è abbastanza lineare

Parlo di upgrade soprattutto visivo, ma è già dal menu principale che in realtà si nota come questa edizione 20esimo anniversario si prenda la briga non solo di disseminare elementi che si agganceranno inevitabilmente al prossimo capitolo, ma anche di regalare – come pochissimi giochi oggigiorno fanno, loro malgrado – un dietro le quinte al processo produttivo di Beyond Good and Evil 20th Anniversary, dai primi bozzetti di concept art, al racconto di feature poi non finite nel gioco completo. L’aggiunta di una modalità speedrun, selezionabile da subito dal menu, è personalmente un contributo a somma zero ma so, frutto delle mie solite ricerche nei meandri del web, che è stata apprezzata da una solida fetta di appassionate/i.

Pulizia di design è la parola d’ordine, per la vecchia Ubisoft

Senza andare ad approfondire un titolo che già dovresti conoscere, voglio comunque dedicare qualche paragrafo alla struttura di gameplay di Beyond Good and Evil 20th Anniversary. La prima cosa che ci viene insegnata è combattere, la seconda è fotografare, la terza è viaggiare con il nostro hovercraft tra le acque e terre di Hyllis, e sono queste le tre player actions che svolgeremo per la gran parte del tempo. Poche meccaniche, relativamente poco profonde ma comunque in grado di sorprendere quando spingono a – o permettono di – uscire dal sentiero tracciato, concatenate in un loop che, sia a livello di tempo che a livello di complessità, si intersecano con un’eleganza davvero rara.

Passare dall’esplorazione a piedi, al dialogo con alcuni NPC, ad uno dei minigiochi presenti, all’hovercraft, al combattimento, è la perfetta definizione del flow che noi game designer inseguiamo alacremente, e un po’ è assurdo che sia Beyond Good and Evil 20th Anniversary a doverci ancora “insegnare qualcosa”.

Combattere è semplice: basta approcciare il nemico e sferrare un colpo singolo o concatenare 3 colpi in una efficace combo; tenendo premuto il tasto d’attacco avremo invece la possibilità di caricare un colpo AoE utile in situazioni un po’ più concitate. Se i nemici animali e gli alieni Domz, affamati delle energie vitali degli abitanti di Hyllia, sono i più semplici da abbattere, a forza di mazzate, i nemici della Squadra Alpha, forza militare messa in funzione proprio per contrastare le continue incursioni aliene sul pacifico pianeta, richiedono un approccio più ragionato, se non addirittura (il più delle volte) un approccio non ostile ma, piuttosto, stealth.

Beyond Good and Evil 20th Anniversary RECENSIONE Non la cosa più grossa con cui avremo a che fare
Non la cosa più grossa con cui avremo a che fare

Queste sezioni, solitamente al chiuso e relativamente su binari, se non per piccoli upgrade salute o sbloccabili secondari, sono ben calibrate a livello di durata, e raramente richiederanno più di un minuto per essere risolte. La comodità dell’avere un caricamento ogni manciata di zone è poi un aiuto supplementare alla nostra sopravvivenza, dato che saremo protetti da tutto ciò che sta prima dello scorso caricamento e dopo il prossimo, elementi che concedono a chi gioca un parco divertimenti soddisfacente e mai frustrante o veramente ostile. L’introduzione di un arma a lungo raggio altera piacevolmente l’eventuale monotonia, introducendo la possibilità di schiacciare interruttori lontani e attaccare punti sensibili a distanza.

Più veloce, più alto, più cattivo

Il sistema di potenziamento della salute della protagonista Selene e del nostro hovercraft è anch’esso molto lineare e si collega all’elemento centrale dell’economia di gioco: le sfere.

Ottenibili praticamente tramite ogni azione importante di gioco, dal vincere una gara all’infilitrarsi con successo in una base secondaria, al vincere uno dei minigiochi disponibili, queste verranno poi spese per acquistare potenziamenti essenziali per progredire nel gioco, da sistemi di movimento più rapidi ad una vera e proprio astronave (la Beluga) che aumenta di moto le abilità di esplorazione di Hyllis.

Trovo molto piacevole che la game economy sia anche facilmente capace di intersecarsi con la meccanica fotografica: con la scusa di collezionare campioni fotografici della fauna del pianeta, ci troveremo infatti volontariamente intrappolate/i in un loop parallelo, almeno nel contesto esplorativo, a quello principale. Senza troppi indugi mi sono infatti fermato nella progressione di gioco per esplorare maggiormente gli anfratti della mappa per trovare quell’animaletto in più da fotografare, complice una curiosità che un mondo più grande e meno denso avrebbe inevitabilmente sopito sul nascere.

L’unica piccolissima nota che si potrebbe fare alla struttura di gioco di Beyond Good and Evil 20th Anniversary è che non aggiusta forse l’unico elemento che stride con un presente fatto di maggior “finezza” a riguardo, e si parla delle sezioni stealth: queste rimangono divertenti, ma sono qui e lì soggette ad una rigidità un po’ frustrante, soprattutto nel momento in cui, in determinate aree e stanze, si introduce la presenza di un drone che, una volta individuata, shotterà la nostra Selene senza fare domande.

Beyond Good and Evil 20th Anniversary RECENSIONE Ribellione è una parola centrale nell'economia narrativa di gioco
Ribellione è una parola centrale nell’economia narrativa di gioco

Il sistema di checkpoint è permissivo, quindi la frustrazione è poca e rapida a scomparire, ma su questo elemento di gioco poteva forse essere stato fatto un lavoro di lima maggiormente invasivo.

“Lì c’è un segreto più segretoso…”

Se combat, stealth e meccaniche fotografiche sono sicuramente centrali, il plauso più grande a Beyond Good and Evil 20th Anniversary va proprio per come rispetta e riporta la struttura della mappa di gioco.

È sempre piuttosto chiaro dove dobbiamo andare come prossimo obbiettivo, e lungo il percorso c’è sempre almeno un elemento pronto a farci deviare dal tracciato: mi spiace parlare costantemente di equilibrio, ma di questo si tratta quando si parla di world design: bisogna costruire una mappa/hub/area che supporti il core loop e che rinforzi il messaggio di gioco, non solo narrativo ma anche a livello di engagement.

Ogni momento di esplorazione non su binario dà ricompense evidenti e precise, premiando costantemente la curiosità di chi gioca e a volte persino mettendolo alla prova in sfide piuttosto specifiche, come l’inseguimento “a tempo” dei furfanti che ci hanno appena derubato, o piccole parentesi narrative in più (essenziali aggiunte di Ubisoft per contestualizzare maggiormente il Beyond Good and Evil 2 in lavorazione) sempre gradite per la loro direzione, semplicità ed efficace.

Pey’j 13

Il comparto narrativo di Beyond Good and Evil è quello che onestamente mi ricordavo meno, nel ripensare alla mia prima vera run del titolo, e “a ragione”. Il messaggio che il team vuole mandare è chiaro, ed è impossibile non contestualizzarlo in parte in ciò che sta succedendo oggi. Selene è una combattente, sì, ma è anche una reporter d’inchiesta, qualcuno che, attraverso le immagini, denuncia uno status quo molto più marcio e aggravante di quanto la facciata di perbenismo e rassicurazione possano restituire.

Sì, la sua qui è una lotta contro degli alieni e una forza militare, ma è soprattutto il tentativo di dar voce ad una sofferenza popolare che, spesso inaspettatamente ma quasi sempre violentemente, prima o poi esplode. Chissà se anche in questo caso la natura della società sia talmente ciclica da dimostrarsi fallata nel suo continuo ripercorrersi, e possa essere un gioco al suo 20esimo anniversario a dimostrarlo e ri-sottolinearlo.

I comprimari di Selene, in particolare il maiale antropomorfo Pey’j, sono sì macchiette ma con il giusto grado di profondità per stimolare empatia e curiosità verso chi sono al di fuori delle loro interazioni con noi. Anche nelle cutscene, chiaramente definite da uno scopo di movimento narrativo piuttosto evidente, hanno spesso piccole espressioni o manierismi che fanno trasparire “di più”, e a 20 anni dal suo concepimento è davvero straordinario riconoscere atteggiamenti creativi che oggi, ancora oggi, non siamo abituati a trovare nei prodotti videoludici che consumiamo.

Beyond Good and Evil 20th Anniversary RECENSIONE Alcuni contenuti contestualizzano gli elementi narrativi del prossimo capitolo
Alcuni contenuti contestualizzano gli elementi narrativi del prossimo capitolo

C’è davvero poco da dire sulla qualità di Beyond Good and Evil 20th Anniversary che non sia riconducibile al titolo originale, ma va ripetuto. Beyond Good and Evil è un ottimo esempio di struttura ludica, soprattutto in fatto di quantità di contenuti e durata, in questa 20esima edizione potenziato da un’attenzione molto evidente al comparto tecnico e visivo del titolo. Se fossero davvero passati decenni dall’ultima volta in cui l’hai giocato, o se fossi anche solo curiosa/o di provare con mano quanto, perfino 3 generazioni fa, esistessero regole e atteggiamenti creativi che abbiamo dimenticato con troppa veemenza, non hai davvero scuse per non recuperare Beyond Good and Evil 20th Anniversary.

Acquista Beyond Good and Evil 20th Anniversary Edition sul PlayStation Store andando a questo link

9.5
Una meritevole ed elegante remastered

Pro

  • Mantiene l'essenzialità di design del titolo originale, aggiungendoci un sensibile upgrade visivo
  • Snello, come non se ne fanno da un bel po'
  • Il comparto narrativo, pur accennato, rimane potente, sopratutto oggi
  • La meccanica del fotografare animaletti ed eventi è ancora piuttosto divertente

Contro

  • Alcuni elementi di UX rimangono intrappolati nella generazione originale di appartenenza
Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento