Berserk – Recensione Berserk
Da manga a videogame: i Capitoli del Falco
Nell’ormai lontano e rovente Agosto del 1996 fece capolino, tra le varie uscite mensili della Panini Comics/Planet Manga, un nuovo seinen manga, ossia Berserk: nuova opera del mangaka Kentaro Miura. Sebbene il suo nome fosse quasi del tutto sconosciuto in Italia, fu proprio con questa opera che si fece conoscere non solo qui, ma in tutto il mondo. Con un tratto simile a quello di Tetsuo Hara e di Hirohiko Araki agli esordi, Miura in questo manga presentava scene cruente di sangue, violenza e sesso, il tutto dolcemente coniugato all’insegna del viaggio maledetto di un uomo marchiato, costretto da solo ad affrontare orde di spaventosi mostri provenienti dal fondo delle mitologie e delle paure umane ed ambientato in un medioevo fantasy stile Dungeons & Dragons. Solo qualche accenno sulla trama, in modo da non rovinarla a chi si appresta alla lettura del manga: Berserk narra delle vicende del giovane Gatsu e delle peripezie che è costretto, suo malgrado, ad affrontare, a causa del tradimento del suo migliore amico e compagno Grifis. Questo tradimento condanna Gatsu a dover affrontare mostri di ogni tipo, brandendo il suo possente spadone, denominato “Ammazzadraghi” date le sue enormi dimensioni, combattendo per la vita e per proteggere la sua amata Caska, coinvolta anche lei nel tradimento ed uscitane pazza, oltre che cercando Grifis per poter così ottenere vendetta. Il gioco è ambientato dopo i capitoli della torre di Albione, introducendoci così al capitolo del Falco del Millennio, l’appellativo di cui si fregia Grifis, così come presenta il titolo. Dovendo seguire una serie non ancora terminata, il gioco presenta numerosi filler, in modo da aumentare la propria longevità, ed applica anche leggere modifiche alla trama per permettere d’adattarsi meglio ai canoni standard di un videogioco.
Il nuovo Sword of the Berserk
Rispetto al precedente capitolo, realizzato per la console Dreamcast parecchi anni fa e pubblicato da ASCII (il cui titolo era Sword of the Berserk, tant’è vero che questo videogame viene chiamato dai fan Sword of the Berserk II), il gioco presenta ben poche innovazioni a livello di giocabilità, introducendo solamente un maggior numero di abilità disponibili e dei combattimenti, soprattutto quelli con i boss, meglio strutturati e più fluidi. Nonostante i miglioramenti apportati, purtroppo, il videogame presenta ancora una dinamica che definire ripetitiva è altamente riduttivo, poiché si vaga per un intero livello senza un preciso scopo, affrontando orde di avversari, per poi arrivare all’ intermezzo filmato, in giapponese, o giungere al combattimento contro il tipico boss "di livello". Sono inoltre ben poche le alternative di combattimento: si passa la maggior parte del tempo a premere il bottone di slash a ripetizione, costruendo affascinanti ma ripetitive combo, salvo alcuni momenti in cui passerete all’attacco speciale, una delle nuove introduzioni di questo capitolo e, se vorrete, direttamente in furia. Le armi di cui Gatsu dispone sono l’Ammazzadraghi, ossia il suo imponente spadone, dei pugnaletti simili a dei kunai da lancio, una balestra a ripetizione, delle piccole bombette ed il cannone, nascosto all’interno del braccio meccanico; tutte le armi, eccezion fatta per la balestra, hanno uso singolo, si ricaricano dopo un tot di tempo, che verrà leggermente ridotto ad ogni nemico che abbatterete, e presentano ognuna diverse funzionalità. Oltre alle armi, ad aiutare Gatsu nel suo procedere, vi sono il piccolo folletto-elfo Pak, il giovanissimo Isidoro, la maghetta Shilke e il distaccato Serpico, ognuno caratterizzato da una propria abilità peculiare e dalla diversa utilità. Per conferire un piccolo tocco GDR al gioco, è stato introdotto il sistema di crescita a punti: più nemici abbatterete consecutivamente e barbaramente, più punti guadagnerete da assegnare alle varie abilità/personaggi, in modo da potenziarli ed accrescerne la versatilità. Una grande caratteristica positiva del gioco è la grafica: le animazioni sono ben strutturate e congeniate, si susseguono in modo fluido e danno modo di apprezzare parecchio il videogame da questo punto di vista; Gatsu è caratterizzato in modo impeccabile, i movimenti sembrano realmente influenzati dal peso dell’arma e dell’armatura, e quando quest’ultimo si scatena si può quasi percepire realmente la furia che lo anima, unita alla possenza dei suoi colpi, scatenati contro le orde di nemici che accorrono in continuazione. Una piccola finezza che presentava il precedente capitolo, che in questo non è presente, era che, ad esempio, negli scontri in ambito cittadino o nei luoghi stretti con edifici o strutture solide, la spada di Gatsu rimbalzava contro essi quando era tranquillo, mentre quando scatenava la sua furia non c’era muro che potesse contenerlo. Trovai ciò a suo tempo alquanto affascinante, e mi rammaricò non poco non trovare la medesima “genialità” in questo capitolo, poiché conferiva un tocco di realismo. Inutile dire che il sangue sgorga a fiumi in questo prodotto, oltre a cospargersi per l’ambiente circostante, schizzerà continuamente dai corpi smembrati dal protagonista, avvolgendo l’armatura e la spada di quest’ultimo, donandogli così il medesimo aspetto macabro e furioso che presenta nell’opera originale.
Gli sfondi e gli scenari si presentano vasti e ben caratterizzati, rispecchiando fedelmente l’ambientazione medievale e la semplice architettura caratteristica di quel tempo, superbamente riportata anche nel manga; le ambientazioni spaziano dai tetri boschi innevati alle semplici cittadine, passando per grotte infestate da orchi sino a giungere il cimitero delle spade, che ritengo il più bello, oltre che il più simbolico. Il comparto sonoro, purtroppo, vede la partecipazione di Susumu Hirasawa, il compositore che ha curato le strepitose musiche dell’anime di Berserk, solo nel filmato d’apertura iniziale e in quello finale, lasciando il resto ad Hiroshi Watanabe, Shinya Chikamori, Tomoyo Nishimoto e Yasushi Hasegawa, tutti ottimi compositori, anche se non in grado di reggere il confronto con Hirasawa, degno rivale di Nobuo Uematsu. Per il resto, a parte le grida di battaglia di Gatsu, il suono della spada che si abbatte senza pietà alcuna contro i nemici ed il doppiaggio dei dialoghi, sebbene non ci fosse molto da curare, non presenta alcuna lacuna, benché non vi siano neppure pregi evidenti.
Altro smacco per l’Europa
In definitiva Berserk si presenta come un gioco dalle ottime peculiarità, apprezzabile anche da chi non segue il manga, seppur poi incontrerebbe non poche difficoltà nel seguirne la trama. Purtroppo per noi Europei, nonostante l’enorme successo che ha riscosso l’opera originale nel nostro continente, divenendo il manga più seguito in Italia con ben 3 edizioni attive e numerose ristampe, la previsione di una conversione PAL, sebbene fosse stata dato per certo all’80% durante lo sviluppo del gioco, è saltata completamente, costringendo l’utenza a dover apprezzare questa piccola perla solo in versione giapponese, negando così a noi pagani della lingua di poter seguire i vari dialoghi che si susseguono durante lo scorrere della trama, e ad armarci del manga per poterne seguire appieno le vicende.
Un vero peccato.