Berserk and the Band of the Hawk – Recensione PS4

Recensito su PlayStation 4

Era un oggetto troppo grande per chiamarlo spada: troppo spesso, troppo pesante e troppo grezzo, non era altro che un blocco di ferro. L’arma ideale da brandire in un Musou – genere videoludico tipicamente giapponese a metà tra l’hack n’ slash e il beat ‘em up praticamente monopolizzato da Koei Tecmo e dal suo Dynasty Warriors – soprattutto se si sta combattendo nei panni di Gatsu, il guerriero nero creato dal talentuoso mangaka Kentaro Miura nel 1988.

Berserk ha già fatto capolino sulle console da salotto ai tempi di Dreamcast e Playstation 2 e ora, a più di dieci anni dalla sua ultima incarnazione poligonale, la squadra dei falchi è pronta a tornare in Berserk and the Band of the Hawk.

Berserk and the Band of the Hawk


L’uomo si illude di essere fautore della propria vita

La contrapposizione tra destino e libero arbitrio è sempre stato al centro del pensiero letterario di Kentaro Miura, i cui fumetti hanno come sfondo la riflessione su come vi siano inopponibili forze che controllano la vita dell’uomo. Berserk and the Band of the Hawk ripercorre buona parte delle vicende narrate nel manga omonimo: dopo un breve assaggio di quello che può fare il Gatsu adulto, un flashback riporta il giocatore al momento più importante della vita del protagonista che, dopo aver sconfitto il temibile guerriero Bazooso, viene reclutato dai mercenari della squadra dei falchi (la band of the hawk del titolo, appunto). Nonostante il titolo del gioco, la narrazione va ben oltre quanto raccontato nei primi Tankobon di Berserk e lo fa in maniera da dividere nettamente il pubblico più casual da chi conosce e segue il manga da tempo.

Iniziamo dagli avventori che non conoscono Gatsu e il suo universo: il dare per scontato parecchi elementi relativi alle sottotrame e al rapporto tra i personaggi vi impedirà di comprendere molte delle eleganti sfumature scritte da Miura. L’universo narrativo può essere approfondito da brevi dialoghi a cui accedere dopo il completamento dei vari livelli, anch’essi comunque troppo brevi e sintetici per permettervi di cogliere tutti gli elementi necessari a capire perché Berserk sia considerato un capolavoro.

Nelle prime ore di gioco assisterete anche a scene di intermezzo animate, direttamente tratte dalla trilogia animata di film proiettati al cinema negli ultimi anni, non che terribile arma a doppio taglio: se da un lato sono ben realizzate e aiutano – anche se in maniera sintetizzata e superficiale – a meglio approfondire la caratterizzazione dei personaggi più importanti, dall’altro risultano essere lunghe e potenzialmente noiose per chi non conosce la saga. Senza contare poi che la trilogia termina ben prima di quanto viene mostrato in Berserk and the Band of the Hawk, fatto che ha costretto gli sviluppatori ad abbandonare le cutscene animate a metà circa del gioco, per sostituirle con brevi filmati in computer grafica che lasciano una sensazione di né carne né pesce. Non staremo lì a girarci intorno: se non conoscete Berserk capirete ben poco della trama e gli elementi che Koei Tecmo vi metterà a disposizione non vi permetteranno di capire perché i vostri amici adorano tanto l’opera di Kentaro Miura.

Berserk and the Band of the Hawk

Passiamo ora ai fan, perché anche la posizione pari a quella del narratore onnisciente presenta vantaggi e svantaggi: molti elementi interessanti – come il passato di Gatsu da ragazzino o alcune importantissime battaglie come quella contro Zod – vengono affrontati con superficialità, concentrando con le poche risorse a disposizione anni di fumetti in una decina (scarsa) di ore di gioco. Conoscere già i personaggi e il loro forte carisma vi aiuterà ad apprezzarne la caratterizzazione all’interno del gioco: Grifis e il suo malato sogno di onnipotenza, la sfortunata Caska e il suo rapporto di amore/odio con Gatsu; e poi Judo, Pippin, Corkus, Rickert e tutta la squadra dei falchi, il folletto Pak – che riesce a sdrammatizzare la tensione come nel manga – il cavaliere del Teschio, Isidoro, Silke, lady Farnese, Serpico e tutti i personaggi che hanno reso grande la saga di Berserk sono presenti nel gioco, ognuno con il proprio momento di popolarità.

Senza dimenticare i nemici più potenti: i componenti della Mano, gli Apostoli, Zod e molti altri, tutti a ruotare attorno a Gatsu che, livello dopo livello, prosegue nella sua trasformazione nel guerriero nero. Abbiamo usato i nomi del manga ma, in base all’edizione da voi conosciuta (o se siete spettatori dell’anime) i nomi dei personaggi saranno differenti: Guts, Griffith, Casca, Judeau, Puk e così via: piccole differenze di poco conto, alcune delle quali le noterete soltanto se avrete letto di recente la serie a fumetti.

Berserk and the Band of the Hawk

La trama del gioco racconta la storia del manga con lo stesso intreccio: dal reclutamento nella squadra dei falchi alle battaglie nelle Midlands, il combattimento contro Zod, la cattura di Grifis, la battaglia di Doldrey, l’incontro con Godo il maniscalco e naturalmente l’Eclissi, fulcro narrativo di tutto Berserk. Come dicevamo più sopra, però, la narrazione va ben oltre la squadra dei falchi e prosegue praticamente fino a dove è attualmente fermo il manga: a gioco inoltrato si affrontano così i Kushan e Mozgus l’inquisitore, si incontrano Farnese e Serpico e si prosegue fino alla foresta di Flora, la strega che permette a Gatsu di mettere le mani sull’armatura del Berserk.

La storia si conclude con il party di personaggi che va per mare, rispecchiando l’attuale situazione del manga, ormai fermo da tempo: poteva essere forse una buona idea scegliere di fermarsi in un momento precedente, dato che così facendo la sensazione di trama incompiuta è davvero fastidiosa. Come se non bastasse, segnaliamo una severa censura che colpisce in maniera evidente tanto le cutscene animate quando quelle in CG: tutte le ferite più profonde, le mutilazioni e le scene di nudo sono scomparse, cancellando di fatto l’aura di crudeltà e violenza che nel fumetto ha sempre contribuito a distinguere l’opera di Miura dai fumetti più leggeri. Consapevoli che il PEGI è sempre un potenziale freno alle vendite, crediamo che sicuramente si poteva osare un poco di più, per permettere ai fan di ritrovare almeno parte della brutalità di Berserk in questo gioco.

Berserk and the Band of the Hawk


In battaglia non conta chi sei: chi perde muore

Il gameplay di Berserk and the Band of the Hawk ricalca il più classico dei Dynasty Warriors, riservando comunque qualche piacevole sorpresa: per la maggior parte del tempo vi sarà richiesto di tamburellare incessantemente sui tasti per concatenare attacchi leggeri e pesanti in lunghe e devastanti combo in grado di mietere decine di nemici alla volta. Una volta riempita l’apposita barra sarà possibile scatenare degli attacchi speciali, sempre più potenti a mano a mano che il personaggio in uso avanzerà di livello. Se siete fan come noi sarete sempre portati a scegliere Gatsu per tutta la durata dell’avventura, ma in alcuni livelli – oltre che nella Free Mode – sarà possibile giocare anche con molti dei personaggi non protagonisti, ognuno con le proprie mosse e il proprio stile di lotta. Verso la fine del gioco entrerete in possesso dell’armatura del Berserk, che donerà a Gatsu la possibilità di accedere ad un nuovo stile di combattimento velocissimo tanto violento quanto efficace, con una mossa finale in grado di abbattere anche il più coriaceo degli apostoli.

Non mancano nemmeno una serie di oggetti e gadget visti nel manga: pozioni curative, frecce, bombe e armi secondarie sono utili per sconfiggere le varie tipologie di nemici, sempre composte da antagonisti deboli che attaccano in gran numero e pochi mostri più forti, generalmente da eliminare per portare a termine le quest secondarie dei vari livelli. Anche in questo caso si tratta di aggiunte che chi non conosce il manga non potrà apprezzare. Per quanto ci riguarda, poter spiaccicare sul pavimento orde di nemici con il cannone nella protesi al braccio di Gatsu è una vera goduria, così come brandire l’enorme spada nei panni del violento eroe ci ha strappato sicuramente qualche sorriso sotto i baffi e fatto chiudere un occhio (per quanto possibile) di fronte ai molti difetti di questo prodotto videoludico.

Berserk and the Band of the Hawk
Completare i vari livelli e le missioni secondarie permette di raccogliere parti di artwork, oggetti consumabili e altri oggetti da equipaggiare nell’inventario prima di gettarsi in battaglia, tenendosi occupati nel menu che precede il caricamento di un nuovo livello. Per quanto apprezziamo la strizzata d’occhio al mondo degli RPG, dobbiamo purtroppo additare la superficialità con cui è stato trattato questo aspetto ruolistico del gioco: affrontando l’avventura al livello più facile potrete tranquillamente ignorare l’equipaggiamento, stando sicuri di arrivare alla fine dell’avventura con Gatsu al livello 60 e tranquillamente in grado di uccidere anche un dio senza troppi problemi. Con un livello di difficoltà più elevato, potreste trovare comodo equipaggiare anelli o pendenti in grado di aumentare i parametri di attacco, difesa o velocità dell’eroe.

Peccato che una delle caratteristiche più interessanti, ovvero la possibilità di smantellare e riforgiare tra loro gli oggetti per potenziarli, venga messa a disposizione a sole tre missioni dalla fine del gioco. Gli unici che ne beneficeranno saranno probabilmente i giocatori che decideranno di cimentarsi nella modalità free o nella modalità Endless Eclipse, dove con un personaggio a scelta bisogna semplicemente battere il maggior numero di nemici possibile. Restiamo del parere che la trama sia l’unico motivo che spingerà i fan a giocare a Berserk and the Band of the Hawk, e che anche i fanboy più fedeli non troveranno il giusto stimolo per riaffrontare le missioni singolarmente una volta raggiunti i titoli di coda.

Berserk and the Band of the Hawk


L’occhio di falco… che non vede granché

I Musou non hanno mai brillato sul lato tecnico e Berserk and the Band of the Hawk non fa purtroppo eccezione, complice anche il suo essere un prodotto pensato per girare su PlayStation 3 e PS Vita oltre che su PlayStation 4 e PC. Per quanto gli scenari e le ambientazioni tipiche del fumetto siano riconoscibili nelle loro caratteristiche distintive, il livello di dettaglio è così scarno che persino Gatsu, con il suo unico occhio, noterebbe la povertà della grafica di gioco. Da una lato si salvano – almeno in parte – i livelli nella foresta, dall’altra l’ambientazione che maggiormente risente del semplicistico comparto tecnico è l’eclissi, con cui le spettacolari tavole del manga non hanno nulla da spartire e che si rivela un ammasso di texture scadenti, nebbia all’orizzonte e colori slavati.

Un vero peccato, perché certamente Berserk meritava uno sforzo maggiore nel trasferire su console lo stile inimitabile della serie a fumetti.

Berserk and the Band of the Hawk

Si salvano i personaggi, sia protagonisti che nemici, fedeli alle loro controparti fumettistiche nell’aspetto e nelle animazioni. Anche se le orde di antagonisti sono spesso formate da nemici tutti identici tra loro, il gioco nel complesso offre una varietà di nemico notevole, tutti realizzati e animati con cura non certo maniacale ma ugualmente degna di nota. I troll in particolare riportano alla mente il gioco per PS2, tanto per suscitare qualche lacrimuccia nei nostalgici. Anche in questo caso però l’iniziale appagamento si tramuta presto in frustrazione: le animazioni sono si fluide e gradevoli, ma molto (troppo) spesso, soprattutto nei velocissimi attacchi perpetrati indossando l’armatura del Berserk, la telecamera non sta al passo con l’azione e rende difficoltoso colpire i nemici. Su PS4 viene in aiuto un sistema di aggancio del nemico principale, che comunque risolve la situazione soltanto in parte aiutando e infastidendo al tempo stesso.

Di ottima fattura invece le musiche, peccato solo che siano sovrastate dal volume degli effetti sonori di mille fendenti di spada e che si perdano nel sottofondo. Il doppiaggio è l’originale giapponese con sottotitoli in inglese, scelta che richiama almeno in parte il feeling orientale del manga.

Berserk and the Band of the Hawk


Il fumetto di Berserk è pura poesia. È l’opera omnia di un maestro, Kentaro Miura, che speriamo trovi presto l’ispirazione per portare a compimento il suo capolavoro. Il videogioco Berserk: the Band of the Hawk coglie soltanto una goccia dell’immensità di questo universo narrativo, condensandolo in una produzione con troppi punti deboli per poter essere giudicata degna dell’impegnativo nome che porta. Se siete dei fan di Berserk troverete il gioco comunque godibile e passerete una decina di ore in compagnia di Gatsu e soci, trovando anche qualche buona ragione per completare l’avventura; se non conoscete la saga e magari avete soltanto sentito parlare di Dynasty Warriors, lasciate perdere e passate oltre: rischiereste di annoiarvi dopo pochi livelli e di abbandonare prematuramente la banda dei falchi.

7

Pro

  • Personaggi carismatici e ben realizzati
  • Tutta la storia del manga fin'ora

Contro

  • Raccontato troppo velocemente
  • Esageratamente censurato
  • Telecamera e povertà grafica rovinano l'entusiasmo
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