Battlefield 2042 – Recensione
Battlefield 2042 è l’ultimo capitolo della serie sparatutto sviluppata da DICE, che per questa iterazione è stata aiutata da Ripple Effect Studios, EA Gothenburg e Criterion Games (che hanno sospeso i lavori sul nuovo Need for Speed) per portare nel mercato il primo titolo della serie di Battlefield senza campagna single-player.
Sarà riuscito a convincerci questo Battlefield 2042 puntando unicamente sul multigiocatore? Scopritelo in questa nostra recensione.
All-out-Warfare
La particolarità di Battlefield 2042 è l’immediata divisione in tre grandi blocchi di gioco, il primo di questi è ciò che attinge dall’esperienza più tradizionale della serie, la cosiddetta “All-out-Warfare”.
Al suo interno è presente la modalità conquista e sfondamento: pilastro storico che vede due fazioni contrapposte sfidarsi in grandi mappe di gioco per l’ottenimento di diverse aree. Vince la fazione che riesce a portare a zero i rinforzi avversari.
Se da un lato vi è un’apparente immediatezza, dovuta principalmente alla forte sensazione di essenzialismo scelta dal team di sviluppo, a questa si contrappongono una serie di stratificazioni di gioco che rendono unico e anacronistico questo nuovo capitolo della serie.
In primo luogo vi è la presenza degli specialisti, veri e propri soldati con identità, voce e peculiarità che possono rivelarsi utili in battaglia. Tali specialisti non sono però legati a una tipologia di classe come avveniva nei precedenti Battlefield, ergo, chiunque potrà usare uno strumento di riparazione così come un kit medico per rianimare i propri alleati, generando così un sistema di ibridazione di classi e accessori.
Ciò che abbiamo riscontrato fin da subito è che forse proprio le unicità degli specialisti non sono poi così rilevanti negli effettivi scontri bellici su larga scala della modalità conquista e sfondamento. Pochi specialisti possono rivelarsi effettivamente utili, come ad esempio Maria Falck, che è di fatto un medico munito di pistola in grado di curare non solo sé stessa ma anche gli alleati a distanza. Contrariamente riteniamo meno efficace un Costantin “Angel” Anghel che come bonus può fornire una cassa di munizioni più ampia.
Gli specialisti sembrano funzionare bene solamente in Hazard Zone dove, per via della natura simil battle royale, le abilità speciali possono invece tramutarsi in elementi fondamentali per la vittoria.
Tornando sui campi di battaglia, è bene delineare come anche per questo capitolo le mappe di gioco siano tra le più vaste mai prodotte da DICE. Al momento sono presenti 7 mappe di gioco di Battlefield 2042, più altre sei mappe tra le più popolari dei precedenti Battlefield, che possono essere giocate in Battlefield Portal.
Ogni mappa è comunque legata a una meta narrazione presente in Battlefield 2042 che, sebbene sia sprovvisto di campagna single-player, è comunque dotato di elementi narrativi che pongono al centro degli scontri le ultime due grandi potenze rimaste dopo anni di forti crisi e drastici eventi climatici che hanno sconvolto l’intero pianeta, portando così la nascita dei senza patria, persone prive ormai della propria nazionalità che cercano di trovare una soluzione agli eventi del 2042.
DICE ha promesso che la narrativa del titolo verrà aggiornata e ampliata costantemente con i contenuti gratuiti che verranno aggiunti nei prossimi mesi, in quanto Battlefield 2042 punta a essere un live-service in continua crescita, motivo riconducibile alla presenza del numero più basso di bocche da fuoco al lancio di un capitolo di Battlefield.
Nel corso delle partite effettuate abbiamo cercato di provare quante più tipologie di armi possibili, sbloccando vari accessori da poter montare e smontare rapidamente con l’innovativo sistema a croce che permette di modificare la propria arma direttamente in partita.
Il numero esiguo di armi non ci è sembrato un elemento negativo, anzi, potrebbe essere l’occasione per rendere bilanciate quante più armi possibili. Eppure il timore della generazione di una serie di armi predilette dai giocatori è presto realtà: già solo nei primi giorni di accesso anticipato sono presenti alcuni fucili d’assalto che con pochi accessori diventano letali quanto un fucile da cecchino.
Il fulcro del discorso è però riconducibile a quanto questi valori possono mutare nel corso del tempo. Siamo consapevoli che nelle precedenti iterazioni Battlefield è sempre stato un titolo in cui il feedback della community, specialmente nelle situazioni di lancio più critiche (come ai tempi di Battlefield 4), abbiano portato a modifiche decisive sull’intero gameplay da parte del team di sviluppo. Perciò molti di questi sbilanciamenti potrebbero essere risolti anche dopo poche ore dal momento in cui verrà pubblicata questa recensione.
Nota positiva per la guida dei veicoli, che abbiamo trovato tra le più responsive e appaganti tra i vari capitoli del franchise. Nota negativa invece per quanto riguarda la distruttibilità delle mappe di gioco, che sembrano quasi intoccabili se non per alcune specifiche strutture, rappresentando un passo indietro rispetto ai canoni della serie.
Hazard Zone
La seconda modalità presente in Battlefield 2042 è denominata Hazard Zone, ovvero una sapiente combinazione del gameplay tradizionale di Battlefield con alcuni elementi di Escape From Tarkov e Tom Clancy’s The Division.
In sintesi, in Hazard Zone i giocatori dovranno recuperare quanti più hard drive contenenti dati sensibili e fuggire dalla zona tramite un elivelivolo che effettuerà solamente due estrazioni in tutta la partita. Il risultato finale è decisamente adrenalinico ma al contempo estremamente punitivo. Non si hanno vite extra: se si muore, così come in una battle royale si ritorna alla schermata principale con la perdita di tutti gli oggetti raccolti fino a quel momento.
Difatti, prima dello schieramento ogni giocatore avrà a disposizione un minuto per poter comporre il proprio equipaggiamento, componibile con acquisti tramite crediti nel mercato nero. Ogni decisione sarà fondamentale in quanto, come citato precedentemente, perdere rappresenterà non solo la sconfitta della partita ma anche dei crediti spesi e della relativa attrezzatura (similmente a quanto accade in Escape From Tarkov).
Rispetto al multigiocatore classico, in Hazard Zone reputiamo le abilità dei singoli specialisti molto più conformi alle situazioni di gioco proposte. Lo scenario ideale è quello in cui l’intero team viene costruito per ottenere quanti più vantaggi possibili con le singole abilità degli specialisti al fine di avere un vantaggio tattico che potrebbe rivelarsi fondamentale durante gli scontri.
Ognuna delle mappe di gioco presenti in Battlefield 2042 viene adattata per questa modalità con punti di interesse che potranno avere una determinata probabilità di presenza di dati e di forze di occupazione (controllate dall’IA).
Ad aiutare il proprio team saranno presenti randomicamente dei collegamenti per i rinforzi che permetteranno di richiamare i propri alleati in caso di morte, a patto che almeno uno dei giocatori della squadra rimanga in vità prima dello rischieramento.
Al momento, Hazard Zone è forse il pacchetto di gioco più interessante e innovativo presente in Battlefield 2042, capace di far dimenticare molto rapidamente le blasonate battle royale e ponendo davanti al giocatore uno scopo ben preciso che richiederà tattica, cooperazione e anche un po’ di fortuna.
Battlefield Portal
Conclude l’offerta contenutistica di Battlefield 2042 una modalità che definirla tale è riduttivo: Battlefield Portal è un vero e proprio centro di creazione che pone come base iniziale la possibilità di creare partite con meccaniche di gioco dei precedenti capitoli di Battlefield tra cui Battlefield 1942, Battlefield: Bad Company 2 e Battlefield 3.
La libertà di creazione è notevole ed è possibile creare la propria modalità (e relativo server di gioco) persino da una pagina web senza dover accedere direttamente al gioco. Nell’atto pratico, Portal è un esperimento che potrebbe potenzialmente diventare un titolo separato se ben supportato e popolato. Contrariamente c’è il rischio che possa essere una bolla pronta a scoppiare dopo poco tempo rispetto al lancio del gioco.
Battlefield Portal è però l’esatta dimostrazione di quanto l’offerta contenutistica di Battlefield 2042 sia ampia e diversificata. Qualsiasi giocatore ha la possibilità di creare la propria esperienza con regole, mappe e persino modalità di proprio gradimento. Una libertà importante, anche coraggiosa per certi aspetti, che potrebbe essere ripagata nel futuro se ben supportata con nuove mappe, asset e – perché no – anche altri titoli della serie che mancano all’appello.
In termini di gioco, armi e movimenti vengono limitati e modificati in funzione del gioco “principale” a cui il tema della partita fa riferimento. Di conseguenza, se si sceglierà di giocare con il tema di Battlefield 1942 non sarà presente la scivolata di Battlefield 2042, inoltre le armi non saranno modificabili come avviene invece nel tradizionale All-out-Warfare.
Comparto tecnico
Come da tradizione, il Frostbite Engine è il cuore pulsante di questa nuova produzione DICE che regala scenari mozzafiato in qualsiasi momento di gioco.
Abbiamo provato Battlefield 2042 nella sua versione PC che per quanto concerne l’ottimizzazione ci è sembrata ottima, senza fluttuazioni di frame-rate di alcun tipo e con alcune opzioni, quali il DLSS di Nvidia, che possono aiutare anche le macchine da gioco meno recenti a guadagnare fps senza scendere a compromessi con i settaggi grafici. Anche sul fronte dell’accessibilità e della personalizzazione sono presenti moltissime opzioni che però sono disposte in un menu a tratti poco leggibile e non funzionale in una tipologia di gioco dove la rapidità e l’efficienza dovrebbero essere prioritari.
Sebbene Battlefield 2042 si trovi ancora in fase di accesso anticipato, abbiamo registrato molte incertezze sulla stabilità dei server, con ancora diversi problemi di sincronizzazione, specialmente se si è a bordo di veicoli. Situazione che ci auguriamo possa essere risolta già in questi giorni prima del lancio effettivo.
Nonostante le varie problematiche di lancio, la qualità degli scenari riprodotti in Battlefield 2042 è notevole. Ogni mappa è basata su una parte del mondo, portando così i giocatori a muoversi in campi di battaglia ben differenziati con biomi completamente contrastanti tra di loro. Dal deserto che circonda Doha in Qatar alle bianche e ghiacciate terre dell’Antartide, per finire tra i rottami di imbarcazioni ora relitti del tempo, tutte scenografie protagoniste e vittime al contempo degli eventi atmosferici in costante cambiamento.
Nel corso delle partite potrà capitare di essere al centro di forti tempeste di sabbia che ridurranno drasticamente la visibilità, così come finire travolti e spazzati via da dei tornado che distruggerà lo scenario cambiando così in corso d’opera decisioni e movimenti di gruppo al fine di valutare se evitare o sfruttare questi cambiamenti aleatori.
Battlefield 2042 getta le basi per uno shooter grande e spettacolare. La scelta di dividere la propria offerta in tre distinte modalità permette a DICE di catturare l’interesse di una fetta di giocatori ben più ampia del normale, proponendo l’esperienza classica del franchise ma innovando e rischiando molto in un titolo orientato esclusivamente al multigiocatore. Hazard Zone rimane la modalità più interessante per via dell’alto livello di sfida, e consigliamo caldamente di affrontarla con un gruppo di amici. Portal è invece una scommessa su cui DICE potrebbe potenzialmente estrapolare un gioco a sé stante ma che solo l’utenza sarà in grado di rendere tale col passare del tempo. Al netto di un comparto tecnico di alta qualità e di qualche bug che il team di sviluppo dovrà risolvere il prima possibile, Battlefield 2042 rappresenta il culmine di ciò che è il franchise, cercando di rivolgere lo sguardo al passato ma anche verso un futuro in continua evoluzione.
Pro
- Spettacolarità di gioco in linea con la serie.
- Mappe di gioco vaste e diversificate...
- Gameplay veloce e dinamico.
- Hazard Zone è divertente e unico.
- Battlefield Portal ha del potenziale...
Contro
- ...ma a volte meno distruttibili dei precedenti capitoli.
- ...che potrebbe avere poco successo in funzione dell'utenza.