Batora: Lost Haven – Recensione Switch
Avril e Mila sono due amiche per la pelle che adorano punzecchiarsi tra una passeggiata e l’altra in un mondo post-apocalittico senza alcun futuro. La Terra è stata quasi interamente distrutta da una misteriosa e sconosciuta calamità e i pochi sopravvissuti hanno ormai fatto pace con l’oscurità che ha rabbuiato i cieli del pianeta.
Un bel giorno Avril, vivace protagonista della storia, trova due medaglioni dall’aspetto curioso e non appena vi entra in contatto viene posseduta da occulte forze magiche con cui sarà destinata a convivere per l’eternità. Scopriremo immediatamente che gli oggetti magici racchiudono l’essenza di Sole e Luna, due primordiali entità divine protettrici dell’universo che sono alla ricerca del prescelto, un eroe (o in questo caso eroina) in grado di controllare immensi poteri capaci di riportare equilibrio nell’esistenza; le divinità riveleranno ad Avril non solo di averla attesa a lungo ma che l’unica via per guarire la Terra dal male che l’ha afflitta sarà purificare i nuclei di altro quattro pianeti, anch’essi caduti in rovina a causa della medesima oscurità. Assorbendo il potere elementale di questi pianeti Avril si trasformerà definitivamente nel Campione, un essere dal potere sconfinato destinato a sconfiggere le tenebre per sempre.
Luce e oscurità
Così si apre Batora: Lost Haven dell’italianissima Stormind Games, gioco di ruolo d’azione con visuale isometrica piacevolmente impreziosito da meravigliosi elementi da puzzle game. Il titolo, già disponibile per PC, PlayStation e Xbox dal 20 ottobre 2022, arriva finalmente a fare la sua comparsa anche su Nintendo Switch, piattaforma assolutamente eccezionale per poter godere delle avventure della simpaticissima Avril. Questa nuova edizione porta con sé anche diverse migliorie al sistema di combattimento, la possibilità di selezionare differenti livelli di difficoltà e alcuni bilanciamenti generali dell’esperienza di gioco.
Il gioco compare sul nostro schermo nella forma di un colorato action 3D ma la natura sfaccettata di Batora: Lost Haven non è immediatamente manifesta e vi richiederà almeno di provarlo per poter dire di averla compresa un po’ più a fondo; se in prima battuta il titolo potrebbe illudere e presentarsi come un action RPG vagamente simile a Diablo (diciamo il terzo capitolo o Diablo Immortal), dopo un paio delle circa 10 ore necessarie al completamento della prima run vi renderete conto che Batora è capace di brillare di gran lunga maggiormente come puzzle game e visual novel che come action, elementi che però appaiono magicamente ben amalgamati sia con l’ossatura della narrazione che con la struttura del divertentissimo combat system, che riesce a trasformare ogni scontro in un puzzle più che in una battaglia dai tratti canonici.
I ragazzi di Stormind Games, già sviluppatori degli horror Remothered: Tormented Fathers e Remothered: Broken Porcelain, si spogliano delle vesti di programmatori ed entrano in quelle di maghi arrivando a confezionare un titolo sfumato e di buon pregio connotato da grande semplicità, caratteristica che ne permea ogni piccola fessura (dalla linearità dei percorsi all’albero delle abilità apprendibili dalla protagonista) e che ho sinceramente apprezzato moltissimo; non credo infatti che la complessità debba esser ricercata in un titolo come questo, ben più vicino a una favola che a un cruento hack and slash dal ritmo serrato.
Batora: Lost Haven vuole raccontarci qualcosa di semplice ma nondimeno ugualmente importante. Ce lo vogliono far capire i personaggi e le vicende che ne popolano l’universo ma soprattutto i suoi sviluppatori e la scrittrice Annika Morris, i cui romanzi fantasy per ragazzi Batora: Il risveglio e Batora: Il marchio di terra hanno ispirato il gioco: la natura è il tutto e noi siamo parte di essa, nel bene e nel male.
La forma è sostanza?
Le vicende del titolo di Stormind Games si snodano in maniera piacevole lungo una manciata di missioni ambientate in quattro mondi diversi e sono raccontate brillantemente grazie ai frequenti dialoghi tra Avril e Mila, sempre freschi, concisi e mai scontati, spesso anche assolutamente divertenti senza mai scadere nell’eccesso o magari risultare stucchevoli. Ciò che però completa decisamente il mosaico è la presenza di dialoghi con risposte a scelta multipla la cui scelta andrà a modificare il vostro rapporto con gli attori delle vicende; grazie alla presenza in gioco di un basilare sistema di allineamento potremo quindi influenzare alcune sezioni narrative ma anche lo sviluppo stesso del personaggio, dando modo ad Avril di sfruttare differenti abilità equipaggiabili in base al tipo di esperienza derivata dalle scelte compiute nella storia. In realtà la sfortuna vuole che questa componente di gioco non sia così riuscita e profonda come potrebbe sembrare inizialmente e le scelte non comporteranno cambiamenti drastici all’interno della vicenda, anche se lo faranno abbastanza da farvi venir voglia di tentare almeno una nuova run in modalità New Game Plus.
Spunti da GDR
Se sotto un profilo narrativo il sistema di allineamento (che si divide tra Difensore, Neutrale e Conquistatore) finisce per zoppicare, parlando di progressione delle statistiche e delle abilità arriva a funzionare decisamente meglio e se la cava benone risultando semplice ma efficace; in base alle nostre azioni potremo infatti sbloccare punti corrispondenti a uno dei tre allineamenti e sfruttare alcuni potenziamenti dedicati chiamati Rune, ottenibili in combattimento o acquistabili da mercanti in cambio di risorse di vario genere raccolte durante le missioni. Guadagnando punti allineamento potremo equipaggiare un certo quantitativo di Rune, ognuna di queste però sarà utilizzabile solamente se disporremo del corretto numero di punti Difesa, Neutralità e Conquistatore, requisiti statistici che vi saranno indicati all’interno delle icone dei potenziamenti. I punti non saranno infiniti ed essendo le Rune dei veri e propri potenziamenti equipaggiabili ci troveremo a dover giocare di incastri al fine di trovare la miglior configurazione che valorizzi la nostra build.
Se inizialmente il gioco potrà sembrare lento, e in generale la più grossa criticità che ho riscontrato nel titolo è proprio l’assenza di un ritmo ben bilanciato, procedendo nella storia e potenziando Avril tutto diventerà più bello e combattere sarà sempre più divertente e soddisfacente. Le Rune non serviranno solo a migliorare determinate statistiche ma anche a regalarvi abilità di combattimento, sia attive che passive, sia offensive che difensive, alcune di queste verranno inoltre sbloccate man mano che procederete con la storia. Non aspettatevi però un vero gioco di ruolo, Batora ne gratta via solamente la vernice più esterna e sebbene in alcuni casi potreste trovarvi a ragionare di strategia per affrontare qualche scontro, raramente la costruzione del personaggio avrà un impatto determinante per la vittoria, sarà tutta questione di abilità nel concatenare gli attacchi speciali di Avril, gli sviluppatori hanno puntato praticamente tutto su questo.
Un combat system semplice ma di raro pregio
Possiamo quindi tranquillamente affermare che, narrazione a parte, Batora: Lost Haven sa essere a tratti anche un videogioco frenetico e i relativamente frequenti combattimenti metteranno alla prova le vostre dita per poter dimostrare ai nemici la superiorità in battaglia. Avril picchierà duro e lo farà grazie a uno stile di combattimento duale lievemente tecnico, suddiviso tra Benedizione Fisica e Benedizione Mentale, abilità di guerra che dovremo continuamente alternare durante gli scontri derivate dal potere dei medaglioni di Sole e Luna. Lo switch tra i due poteri sarà istantaneo premendo il tasto A, quando selezioneremo la Benedizione Fisica potremo sferrare pesanti colpi ravvicinati con uno spadone magico mentre entrando in stato di Benedizione Mentale saremo in grado di danneggiare i nemici dalla distanza grazie a rapide scariche di sfere energetiche. A entrambi gli stati di Benedizione corrisponderanno differenti abilità d’attacco utilizzabili in combattimento in qualsiasi momento al netto di alcuni cooldown da rispettare, dovremo solamente essere abbastanza cauti e giocare d’astuzia attendendo il momento giusto per sfruttarne il potere; i nemici infatti non saranno pochi e il più delle volte sarà utile attendere che facciano la comparsa i più grandi prima di consumare un’abilità utile. Il medesimo discorso vale per gli scontri con i boss dove sarà decisivo infliggere più danni possibili all’interno di una finestra di stordimento per evitare che questi recuperino parte della loro vita.
L’idea però veramente vincente che gli sviluppatori hanno incorporato nel sistema di combattimento (e che ne aumenta notevolmente la frenesia) è che ogni nemico si presenterà di fronte a voi colorato di arancione o di viola, indicandovi a tutti gli effetti a quale tipo di attacco saranno deboli. Sia i boss che le piccole orde di nemici di colori diversi che incontrerete vi forzeranno quindi ad alternare i due poteri in continuazione contribuendo in maniera eccezionale al vostro divertimento. Questo dover costantemente interrogare lo schermo al fine di decidere quale abilità utilizzare trasformerà gli stessi combattimenti in rapidissimi puzzle da risolvere con le cattive mentre attaccare i nemici con il potere opposto si rivelerà spesso una perdita di tempo, soprattutto giocando in modalità difficile, la cui particolarità è quella di non poter infliggere alcun danno a nemici di colore opposto al vostro.
Quando il gioco si fa puzzle…
Un titolo piacevole questo Batora: Lost Haven, non vi farà crollare in un bagno di sudore ma vi rilasserà, soprattutto durante le riuscitissime fasi puzzle, le mie preferite in assoluto e quelle in cui a mio avviso il gioco riesce a splendere ancora di più. In diversi momenti della storia Avril verrà catapultata all’interno di misteriosi dungeon in cui per farsi strada dovrà interagire con elementi dell’ambiente come pedane o piedistalli e ancora una volta il sistema delle Benedizioni tornerà a giocare un ruolo fondamentale; la chiave per riuscire a trovare l’uscita di questi labirinti sarà proprio utilizzare correttamente i poteri fisici e mentali donati dai medaglioni. Talvolta dovremo controllare sfere enormi e attivare pulsanti, altre volte ci troveremo a posizionare delle piattaforme nel giusto ordine o a dover cercare un modo per allinearle correttamente in modo da lasciar passare Avril. I puzzle non saranno pochi e qualche volta vi daranno anche del filo da torcere. Sezioni di gioco che mi hanno ricordato moltissimo alcuni degli enigmi presenti nei vari Zelda, lascio però a voi l’onere o l’onore di decidere se questo sia un dettaglio negativo o positivo. Nel corso del gioco ci imbatteremo poi anche in altri tipi di puzzle, questa volta ambientali, tutti comunque di stampo classico e dalle soluzioni elementari.
Nintendo Switch continua a resistere
Non è un caso che l’analisi del lato tecnico della versione Switch arrivi in chiusura di questa recensione, Batora infatti, nonostante si lasci giocare senza grandi problemi sulla console Nintendo, non è esente da limiti in termini di performance, ho preferito quindi prima di tutto esporre quelli che a mio avviso sono i grandi pregi del gioco per darvi modo di assimilare meglio i suoi difetti grazie a uno sguardo meno arido ed eccessivamente critico. Non possiamo nasconderci dietro un dito, se si cerca un’esperienza molto più definita e fluida in termini grafici Batora: Lost Haven è senza ombra di dubbio ben più godibile su PC o console next-gen (forse ormai sarebbe meglio chiamarle current-gen), il valore aggiunto di giocarlo sulla console ibrida deriva infatti come nella maggior parte dei casi dalla natura portatile del giocattolino Nintendo; se dovessi scegliere dove giocare il titolo di Stormind Games con buona pace sceglierei comunque di acquistarlo per Switch perché è il tipico gioco che funziona alla grande in portabilità grazie al suo approccio diretto e rilassato, perfettamente apprezzabile utilizzando i Joycon, senza alcuna necessità di dover ripiegare su un vero e proprio pad alla ricerca di una maggiore comodità.
Vero, questa versione è di gran lunga meno definita, presenta spesso visibili caricamenti di texture e un effetto aliasing discretamente pronunciato, però scorre liscia senza perdere colpi, rimane fluida comportandosi egregiamente nonostante i limiti della console e regala un’esperienza ancora migliore in portabilità, modalità di cui il videogioco giova grazie alla minor risoluzione dello schermo, eventuali difetti grafici risulteranno dunque meno visibili o assenti del tutto con un’immagine dall’aspetto meno chirurgico ma genuinamente gradevole agli occhi. Riportare questi dati è un dovere ma alla stessa maniera mi impongo con decisione nel sostenere che non ritengo assolutamente che questi lati negativi possano essere considerati realmente come dei contro, nel 2022 siamo tutti perfettamente in grado di riconoscere i limiti di Switch e più i nostri schermi saranno grandi e definiti più diverrà evidente che la grafica all’ultimo grido non è ciò che ci interessa se abbiamo deciso di acquistare la piattaforma di Nintendo.
Batora: Lost Haven, ha un ritmo altalenante: il gioco non è lento ma non è nemmeno veloce, gli scontri sono tanti ma non così tanti, i combattimenti non rappresentano mai una vera sfida e alcune fasi di gameplay – soprattutto le prime due ore in assoluto – potrebbero addirittura annoiare a causa di sezioni narrative introduttive alle vicende eccessivamente frammentate e in cui l’assenza di azione si fa sentire con buon peso. L’avventura di Avril si risolleva fortunatamente una volta ingranata la storia e sbloccata la prima manciata di abilità, il rischio però è che il giocatore possa desistere prima ancora che il gioco inizi per davvero. Non mollate, gustatevi i brillanti dialoghi tra le due amiche e lasciatevi trasportare da un’avventura fantasy che non mancherà di dimostrarsi ispirata e capace di regalarvi sorprese inaspettate.
Batora: Lost Haven RECENSIONE - Una leggera avventura fantasy arricchita da un fresco combat system
Avril e Mila sono due amiche per la pelle che adorano punzecchiarsi tra una passeggiata e l’altra in un mondo post-apocalittico senza alcun futuro. La Terra è stata quasi interamente distrutta da una misteriosa e sconosciuta calamità e i pochi sopravvissuti hanno ormai fatto pace con l’oscurità che ha rabbuiato i cieli del pianeta. Così si apre Batora: Lost Haven dell’italianissima Stormind Games, gioco di ruolo d’azione con visuale isometrica piacevolmente impreziosito da meravigliosi elementi da puzzle game. Il titolo, già disponibile per PC, PlayStation e Xbox dal 20 ottobre 2022, arriva finalmente a fare la sua comparsa anche su Nintendo Switch, piattaforma assolutamente eccezionale per poter godere delle avventure della simpaticissima Avril. Questa nuova edizione porta con sé anche diverse migliorie al sistema di combattimento, la possibilità di selezionare differenti livelli di difficoltà e alcuni bilanciamenti generali dell’esperienza di gioco.
Una leggera avventura fantasy arricchita da un fresco combat system ai limiti di un puzzle dal ritmo serrato.
Pro
- Combat system meraviglioso
- Elementi puzzle molto riusciti
- Dialoghi frizzanti
Contro
- Ritmo eccessivamente altalenante
- Graficamente scarsino su Switch