Batman: The Enemy Within – Episode 1: The Enigma – Recensione
L’universo di Batman, con i suoi temi morali mai scontati e sempre attuali, è il campo da gioco perfetto per uno sviluppatore come Telltale Games, che cerca di proporre avventure plasmabili dalle scelte dei giocatori. Uno scopo non interamente raggiunto con la prima stagione di Batman: The Telltale Series in quanto a reale libertà e malleabilità della trama, ma ciò evidentemente non ha scoraggiato lo studio dal riprovarci.
La serie dedicata alle avventure del Cavaliere Oscuro si è rivelata interessante sotto diversi punti di vista. Da un lato abbiamo visto alcune novità nella classica formula Telltale, e il coraggio degli autori nel dipingere una versione alternativa di Gotham, con personaggi dai background e ruoli ridefiniti allo scopo di proporre una storia libera dai canoni già visti e rivisti. Dall’altro, il sottosfruttamento delle nuove meccaniche e una sceneggiatura non sempre bilanciata hanno impedito di raggiungere livelli di qualità elevati che il franchise avrebbe meritato. Lo studio di San Rafael ha quindi ascoltato i feedback dei giocatori per proporre l’inevitabile seconda stagione: The Enemy Within.
NB: Nella recensione saranno presenti spoiler minori inerenti alla prima stagione, ma non al nuovo episodio.
Se c’è una cosa che la precedente stagione ci ha mostrato è che per ogni azione ci sono delle conseguenze, e Bruce Wayne ha imparato la lezione a sue spese. Dopo aver scoperto la sconvolgente verità sui propri genitori e aver superato le ripercussioni delle loro azioni sulla città per mano dei Children of Arkham, Bruce ha iniziato a rimettere insieme i pezzi della propria vita e della Wayne Enterprises, mentre Gotham si gode un periodo di ribasso del crimine grazie all’aiuto di Batman. Ovviamente tutto ciò non è destinato a durare.
The Enigma (e quindi The Enemy Within) inizia con un’operazione di Bruce Wayne in un casinò per sventare gli affari di un ricco trafficante di armi. Presto, però, dovremo vestire i panni di Batman quando, senza preavviso, l’Enigmista fa irruzione nella scena con i suoi scagnozzi, deciso a pareggiare un conto in sospeso col trafficante. Dopo lo scontro tra i due, l’eroe mascherato si ritroverà tra le mani un rompicapo la cui risoluzione ci metterà sulla strada per sventare una nuova minaccia che incombe su Gotham. Ma la risoluzione dell’enigma sarà più difficile del previsto e coinvolgerà Bruce a livello personale, costringendolo anche a prendere decisioni moralmente scomode per salvare la città.
L’episodio in sé vi impegnerà per circa 2-3 ore di gioco, nelle quali vengono introdotti diversi nuovi volti. Entrano in scena Tiffany Fox (figlia di Lucius) e Amanda Waller, due personaggi che sicuramente faranno la differenza negli eventi sul lungo termine. L’Enigmista in questa versione dell’universo di Batman è un criminale già in attività dai tempi di Thomas Wayne, rimasto fuori dalla circolazione per anni per poi riapparire improvvisamente. Quello che non convince appieno di questa versione dello storico antagonista (a parte l’inappropriato cappuccio) è la sua particolare tendenza a metodi da Jigsaw della serie cinematografica Saw, oltre che uno scarso approfondimento e reale carisma. C’è da considerare che l’episodio, pur funzionando come apripista per una crisi più grande in arrivo, ha il pregio di essere autosufficiente, lasciandoci con un adeguato senso di chiusura.
Curioso ed elettrizzante è altresì il ruolo di John Doe, che, invece di trovarsi al centro della scena, come forse ci si sarebbe aspettati dopo l’epilogo della prima stagione, rimane ai margini degli eventi, offrendoci addirittura il suo aiuto. L’avventura ci spinge in qualche modo a mantenere con lui un certo rapporto non ostile, rendendo non scontato il rifiuto categorico del suo aiuto.
Diversamente da alcuni passati episodi, inoltre, possiamo sicuramente apprezzare un ritmo migliore, dotato di maggior equilibrio fra azione e narrazione. L’episodio tiene inchiodati allo schermo senza momenti di noia, facendosi terminare piacevolmente tutto d’un fiato, senza rinunciare a un efficace colpo di scena finale.
La formula di gioco già vista nella stagione precedente torna in The Enemy Within con alcuni miglioramenti. I combattimenti sono ancora gestiti tramite Quick Time Event, a cui stavolta è stata dedicata una maggior attenzione per quanto riguarda ritmo, potenza scenica e varietà di scelta: capiterà, infatti, di poter scegliere tra più opzioni su come colpire un avversario, e, in generale, i comandi su schermo saranno leggermente meno banali, costringendo il giocatore a rimanere concentrato e reattivo.
Tornano, ma sono meno esaltanti, le sessioni di investigazione, purtroppo ancora troppo lineari e semplici per dare un reale senso di appagamento. Proprio in questo episodio dedicato all’Enigmista l’occasione mancata si fa sentire maggiormente. Ancora una volta speriamo che i capitoli a venire portino un miglioramento da questo punto di vista.
Un passo avanti, invece, sembra essere stato fatto per le conseguenze derivanti dalle scelte di dialogo. A seconda di quello che decideremo di dire ai personaggi di turno potremo ora anche cambiare il rapporto con loro. Capiterà di dover scegliere di accontentare qualcuno scontentando un altro, e tali scelte non sembreranno mai “bianche o nere”. Ovviamente potremo apprezzare la reale portata di questi effetti solo con il rosieguo di The Enemy Within, ma è interessante osservare come il corso degli eventi ci metta in posizioni non banali e scelte morali difficili, che tenderanno a rendere i contorni eroici del protagonista sempre più sfocati.
Anche sul lato grafico possiamo apprezzare il buon lavoro di Telltale Games. Non solo la resa visiva è leggermente migliorata rispetto al passato grazie a un maggior dettaglio dei modelli poligonali, ma i famigerati problemi tecnici che hanno accompagnato l’uscita dei precedenti episodi sembrano finalmente un lontano ricordo, limitandosi a un soprassedibile lip sync non ancora perfetto. Ci auguriamo che tale traguardo si mantenga costante anche per i capitoli a venire.
Il comparto sonoro vede il ritorno di Jared Emerson-Johnson alla composizione di una colonna sonora sempre efficace e dall’atmosfera azzeccata, anche se forse meno incisiva rispetto al passato. Tornano anche i doppiatori della prima serie, a cui si aggiunge l’ottima performance di Robin Atkin Downes nei panni dell’Enigmista.
Con The Enigma questa seconda avventura del Cavaliere Oscuro è partita sicuramente col piede giusto, anche se ci auguriamo un ulteriore progresso in corsa da parte di Telltale. Il ritmo narrativo è efficace, così come il maggior coinvolgimento dei combattimenti. Va da sé che coloro che non hanno mai apprezzato lo stile dei titoli Telltale non troveranno argomenti per cambiare idea, mentre chi apprezza questo genere di avventure interattive e una trama che promette di correre su varie tonalità di grigio, in equilibrio tra giusto e sbagliato, troverà sicuramente interessante Batman: The Enemy Within.