Batman: The Enemy Within – Episode 4: What Ails You – Recensione
Dopo averci lasciato col drammatico cliffhanger dell’episodio precedente, giunge dopo quasi due mesi il quarto episodio di Batman: The Enemy Within, che torna imperterrito a minimizzare l’interattività di gameplay per focalizzarsi sul racconto vero e proprio, e lo fa facendosi in parte perdonare l’intricato nodo narrativo visto in precedenza con una trama dai risvolti decisamente interessanti.
N.B. Trattandosi della recensione del quarto episodio di Batman: The Enemy Within, saranno presenti leggeri SPOILER riguardanti i capitoli precedenti, di cui troverete le recensioni qui di seguito:
Già dal titolo dell’episodio, What Ails You (“Cosa ti affligge”) ci indica che le motivazioni degli antagonisti vengono finalmente a galla. In questo capitolo i contorni tra “buoni” e “cattivi si fanno sfocati come mai prima d’ora e, anche se la necessità di fermare Harley, Bane e Freeze rimane chiara, ci troveremo nella scomoda ma interessante situazione di prendere delle importanti decisioni nei confronti di Amanda Waller e John Doe.
Quest’ultimo in particolare è la vera star dell’episodio. Nel pieno del suo conflitto interiore, causato dall’amore distruttivo per Harley Quinn, l’ammirazione per Batman e il bisogno di fiducia da parte di Bruce, lo vediamo cedere lentamente sempre più verso l’instabilità emotiva e psicologica. L’aspetto interessante è che tutto ciò ci viene presentato non come una crisi incomprensibile della mente di un folle, ma come un verosimile risultato della situazione e delle azioni di chi lo circonda, noi compresi.
Questo capitolo ci mette infatti nella spiacevole condizione di sentirci in colpa per aver mentito e manipolato John, coinvolgendoci in prima persona nella sua crisi. Durante l’andamento dell’avventura dovremo ancora far affidamento sul nostro “amico”, e dovremo prendere decisioni importanti per il nostro rapporto con lui: rassegnarsi alla sua inevitabile trasformazione nel Joker e continuare a usarlo e tenerlo a debita distanza, o dimostrargli fiducia e amicizia, cercando così di evitare la sua degenerazione mentale? Purtroppo non sappiamo ancora se tale scelta avrà davvero una reale conseguenza, ma già così Telltale ci offre qualcosa che probabilmente non si era mai visto prima: dare al Joker una possibilità. E c’è la forte possibilità che vi sorprenderete delle vostre stesse scelte.
La sceneggiatura dell’episodio è efficace nel far sentire al giocatore il peso della responsabilità delle proprie scelte, l’effetto che le sue azioni avranno sui personaggi antagonisti.
Come già visto nell’episodio precedente, anche per What Ails You Telltale ha scelto di sorvolare sulla varietà di gameplay per focalizzarsi unicamente sulla trama. Il gioco avrà comunque diversi momenti di QTE, soprattutto all’inizio in cui è presente una delle migliori scene d’azione della serie. Finiti i fuochi d’artificio iniziali, però, il capitolo è quasi interamente incentrato su Bruce Wayne con poche variazioni, fatta eccezione per i momenti di scelta di dialogo. Senza sessioni di investigazione o pianificazione strategica la vicenda scivola via più breve del solito, tanto che basta un’ora e mezza circa per completare il capitolo.
Giudicare se quella di Telltale sia una scelta giusta starà molto al vostro gusto. Da un lato il gameplay è al minimo sindacale e potrebbe non soddisfare la vostra voglia di interazione; dall’altro è pur vero che, con meno interruzioni, il ritmo narrativo risulta più intenso e serrato, perfetto per chi è interessato più che altro al nucleo vero e proprio di questa esperienza: la storia.
Al netto di un comparto gameplay scarno, What Ails You è un capitolo sicuramente ben scritto, che riesce a creare un crescendo di tensione e drammaticità tra i personaggi coinvolti, e che soprattutto mette al centro il rapporto tra Bruce e John Doe, facendoci percepire tutto il peso delle nostre scelte. Le premesse per un finale di stagione esaltante ci sono tutte, speriamo davvero che possano tramutarsi in un colpo di scena nella storia delle origini del Joker, senza sminuire le nostre decisioni lungo la strada per tornare su binari prestabiliti.