Batman: The Enemy Within – Episode 3: Fractured Mask – Recensione
Continua con un nuovo episodio la seconda avventura del Cavaliere Oscuro DC targata Telltale Games, un episodio con la pesante responsabilità di risollevare le sorti di una stagione decisamente incerta. Dopo un’ouverture ottimamente bilanciata fra trama, personaggi e gameplay, ci siamo trovati tra le mani un secondo episodio sbilenco, il cui il vero fiore all’occhiello è stata la nuova e sorprendente incarnazione di Harley Quinn e del suo rapporto con il futuro Joker John Doe. Fractured Mask è un altro capitolo focalizzato principalmente sugli eventi, ma che dà uno scossone al delicato equilibrio di rapporti tra Bruce Wayne e gli altri personaggi, rendendo la vicenda sempre più interessante.
N.B. Trattandosi della recensione del terzo episodio di Batman: The Enemy Within, saranno presenti leggeri SPOILER riguardanti i capitoli precedenti.
Nell’episodio precedente Bruce Wayne si era ritrovato costretto a penetrare sotto copertura all’interno della tana del lupo, il gruppo di criminali chiamato The Pact, che sta tramando qualcosa di estremamente pericoloso ai danni di Gotham City. Dopo il fallimento dell’ultima missione, nella squadra inizia a serpeggiare la sfiducia e i componenti iniziano a sospettare della presenza di una talpa. Come se la sua situazione non fosse già abbastanza complicata, nel finale avevamo visto l’entrata in scena di Catwoman, una presenza sicuramente più amichevole degli altri villain, ma di cui abbiamo imparato a conoscere l’imprevedibilità. Attraverso lei verremo a sapere che L’Enigmista non era sempre stato la persona contro cui ci siamo scontrati, e anche il suo rapporto con il resto del gruppo potrebbe non essere stato quello di semplice leader. Non solo Selina Kyle rimetterà in discussione quello che sappiamo su The Pact, ma costituirà anche un nuovo fulcro di attenzione per Bruce Wayne, che potremo decidere di mostrare ancora emotivamente coinvolto dalla bella ladra, con tutti i rischi che ne potrebbero derivare.
Altro personaggio particolarmente interessante è John Doe, la cui presenza è sia affascinante sia destabilizzante. Il personaggio è ancora confuso e in cerca di riferimenti, oltre che a essere sempre dipendente dalle attenzioni di Harley Quinn, e questo lo porterà ad avvicinarsi ancora di più a Bruce e persino a Batman. Mentre osserviamo il suo bisogno di trovare accettazione, vediamo già le premesse della sua definitiva discesa nella follia, eventualità che il gioco sembra permetterci di contenere.
Senza dubbio Fractured Mask è l’episodio in cui la ragnatela di rapporti si intreccia e si complica maggiormente. Oltre a dover tenere sotto controllo i membri del The Pact e Catwoman, Bruce Wayne avrà sempre più vita difficile a destreggiarsi tra Amanda Waller, Tiffany e soprattutto Jim Gordon, che, preso dalla pressione per la sua posizione precaria con l’Agenzia, metterà a dura prova l’amicizia col nostro eroe.
Insomma, la sceneggiatura di The Enemy Within incontra in questo capitolo un punto di snodo di relazioni fondamentale, anche se in quanto ad avanzamento vero e proprio nella trama si fanno pochi passi avanti. Se finora le scelte di dialogo ci avevano portato a una diplomazia calcolatrice, in Fractured Mask le cose si complicano irrimediabilmente, costringendoci a prendere decisioni più importanti e personali. Anche se la trama proseguirà nei prossimi episodi nel suo corso prestabilito, ci aspettiamo che tali scelte influiscano parecchio sui rapporti e le reazioni dei personaggi coinvolti, oltre che sul protagonista stesso.
Tutta questa carne al fuoco nella storia sembra non lasciare molto spazio alle sessioni extra-dialoghi. Ci ritroveremo a risolvere un puzzle post mortem dell’Enigmista, talmente semplice da risultare non solo una delusione ma anche un insulto vero e proprio al cervellotico personaggio che dovrebbe esserne l’autore. La successiva sessione di investigazione con rilevatore di calore e corrente elettrica è interessante, ma anche in questo caso sfruttata poco e male.
Tornano ovviamente i combattimenti tramite QTE, sempre coinvolgenti e ben coreografati, sebbene poco presenti. Ci troviamo, del resto, in un episodio in cui dovremo parlare molto e scontrarci il meno possibile per mantenere i rapporti di fiducia instaurati.
Nonostante il gameplay “vero e proprio” rimanga insoddisfacente, Fractured Mask è un episodio che continua a focalizzarsi su quello che Telltale sa fare meglio: narrare una vicenda ben scritta, coinvolgendo diversi personaggi i cui rapporti iniziano a complicarsi, costringendoci a prendere decisioni importanti e potenzialmente significative sul lungo termine. L’arrivo di Catwoman inserisce una nota emotiva non indifferente, mentre la molla nella testa di John Doe continua a caricarsi, lasciandoci con la crescente curiosità di vedere quando e come scatterà.