Batman: Arkham Knight – Recensione
Batman: Arkham Knight è il derivato finale di un climax non lineare: alla pietra miliare segnata da Batman: Arkham Asylum ha fatto seguito, per convincere anche gli ultimi scettici, l’ottimo Batman: Arkham City. Il terzo episodio – Batman: Arkham Origins, che come suggerisce il titolo si colloca come un prequel della saga – ha frenato l’entusiasmo dei fan accostando un’ottima trama sulla carta ad una serie troppo evidente di glitch e piccoli difetti di sviluppo che, sommati, hanno dato come risultato un prodotto videoludico non in grado di continuare a testa alta la strada tracciata dai suoi predecessori.
Fin dall’annuncio Batman: Arkam Knight ha dimostrato la ferrea volontà degli sviluppatori di Rocksteady Studios di far dimenticare gli errori del passato: ripartendo proprio da dove si era interrotta la narrazione di Arkham City, questo nuovo ultimo capitolo della saga è stato fin da subito concepito come un progetto titanico in cui trama, gameplay, fotografia e direzione artistica dovevano dare il massimo per l’esperienza di Batman definitiva. Le premesse, insomma, c’erano tutte ed erano più che buone: continuate a leggere per scoprire le nostre impressioni sulla nuova avventura dell’Uomo Pipistrello.
Teniamo a precisare che siamo ben consci dei gravi problemi che affligono la versione PC, ma la recensione si basa esclusivamente sulle versioni da noi provate, ovvero quelle per console, PS4 e Xbox One.
Il giorno in cui Batman morì
L’incipit di Batman: Arkham Knight incolla subito allo schermo: è passato del tempo dal tragico finale di Arkham City, ma la città di Gotham non ha ancora conosciuto la sua ora più buia e, questa volta, per salvarla Batman dovrà morire. Tutti sappiamo che il Joker non è l’unico pericolo mortale a minacciare la città di Gotham: a dare il via alle danze questa volta ci pensa lo Spaventapasseri (in una rinnovata e terrificante versione horror), che in quanto a pazzia non è certo secondo al temibile clown sfigurato. Con pochi milligrammi della sua nuova tossina Jonathan Crane – così fa Scarecrow all’anagrafe – spinge gli avventori di una tavola calda ad uccidersi selvaggiamente tra loro.
Basta questa piccola dimostrazione per gettare Gotham nel caos: la popolazione lascia la città e le strade, ormai semi deserte, sono presto abitate solamente dalla malavita e dai coraggiosi poliziotti rimasti. È a questo punto che nel cielo si staglia il Bat-segnale, acceso ancora una volta dal commissario Gordon: nonostante quanto successo con il Joker il corpo di polizia ha ancora bisogno dell’Uomo Pipistrello, che prontamente risponde alla chiamata e promette di battersi ancora una volta per la sua amata Gotham City.
Da qui la narrazione prosegue senza sosta con un ritmo serrato e senza lesinare continui colpi di scena. Il Pinguino, Due Facce, Poison Ivy e L’Enigmista sono soltanto alcuni degli antagonisti mostrati o con cui si interagisce nei primi minuti di gioco. Passando agli alleati, non manca nessuno: sempre senza superare la prima ora di gioco incontrerete il commissario Gordon e sua figlia Barbara (come sempre nei panni di Oracle), il maggiordomo Alfred, Lucius Fox e Robin, con molti altri che si aggiungeranno con il passare delle ore. Roba da far dilatare le pupille e piangere di gioia tanto i fan del fumetto quanto chi ha imparato ad amare Batman con la sola serie Arkham, perchè la sensazione che abbiamo avuto durante tutta l’esperienza di gioco è che Rocksteady abbia deciso che se di un canto del cigno si doveva trattare, allora le cose andavano fatte davvero in grande.
Un’ultima cosa, assicurandovi di evitare spoiler: scoprirete fin da subito che il Cavaliere di Arkham – ovvero l’Arkham Knight del titolo – non è Batman stesso come tutti si aspettavano, bensì un nuovo e misterioso personaggio. Andare alla sua ricerca costringerà Batman a combattere contro i demoni che, dal tragico finale di Arkham City, attanagliano il cuore dell’uomo dietro la maschera del Pipistrello: in Arkham Knight Bruce Wayne è più vero che mai, ed è forse questo aspetto dello storytelling quello che più di tutto rende interessanti le oscure tematiche trattate. A questo aggiungete una serie pressoché infinita di sotto trame che, ad esclusione delle vere e proprie missioni secondarie, si intrecciano e foraggiano di dettagli la trama principale e avrete il quadro completo.
Se i state chiedendo come possa stare tutto questo materiale narrativo in una vicenda che dura una sola notte credeteci, ce lo siamo chiesto anche noi senza riuscire a darci una vera e propria risposta; ci siamo semplicemente resi conto di trovarci di fronte ad un lavoro dove anche il più piccolo dettaglio è stato creato ad arte per incasellarsi nel mare di eventi che, come da titolo del paragrafo, a detta della voce narrante del commissario Gordon porteranno alla morte di Batman. Lasciamo ovviamente a voi il compito e il piacere di scoprire come andrà veramente a finire.
Finalmente la Batmobile
Una del novità più attese nel gameplay di Batman: Arkham Knight è la Bat-mobile, veicolo da sempre presente nell’immaginario mondo dell’Uomo Pipistrello. La Bat-mobile che ci offre Rocksteady in Arkham Knight è in più punti ispirata a quella vista nella trilogia cinematografica diretta da Christopher Nolan: un vero e proprio carro armato pesante in grado di abbattere ogni ostacolo, l’utilizzo dell’auto nel gioco coinciderà con decise variazioni del gameplay fino ad ora conosciuto dai fan della serie. Iniziamo subito con il dire che utilizzare l’auto per i semplici spostamenti in città si rivela presto noioso: il sistema di guida non precisissimo e il post bruciatore in stile Burnout Paradise non si adattano alle strette strade di Gotham; per quanto possa quindi rivelarsi interessante guidare di tanto in tanto invece che svolazzare da un tetto all’altro con cappa e rampino, per la maggior parte del tempo il secondo e vecchio metodo sarà ancora quello preferito dai fan.
Il discorso cambia sensibilmente quando si tratta di utilizzare la Bat-mobile in modalità assalto: l’auto si trasforma e la manovrabilità aumenta, permettendo strafe laterali e manovre di evasione utili sia in combattimento che nella risoluzione di semplici enigmi, come ad esempio la modifica del manto stradale per creare una rampa da utilizzare per raggiungere con l’auto zone altrimenti inaccessibili. Alcune sezioni ci hanno riportato alla mente lo storico Ghost in the Shell per PsOne mischiandolo con i moderni Transformers, il tutto incredibilmente senza snaturare lo spirito di Batman e rendendo omaggio alla Bat-mobile militare voluta dal già citato Nolan.
Si tratta di una ventata di novità non indifferente, che si aggiunge a tutte le possibilità tattiche e ai gadget che già abbiamo visto nei capitoli precedenti: batrang, gel esplosivo, modalità detective – in una nuova incarnazione riveduta e corretta che permette di indagare le scene del crimine ancora più nel dettaglio – ovviamente il rampino e tutti gli altri gadget saranno utilissimi al giocatore per superare indenne i combattimenti e per risolvere i numerosi enigmi ambientali che di volta in volta gli si pareranno davanti. Lucius Fox non mancherà di rifornire Batman di continui upgrade sia per la Batmobile che per la tuta, in modo da rendere l’esperienza sempre varia con il graduale inserimento di nuove azioni che è possibile compiere. Avviso ai nuovi giocatori: inizialmente potreste trovarvi un po’ spiazzati dall’infinità di gadget a disposizione, ma vi assicuriamo che con un po’ di esperienza saprete padroneggiare il sistema di controllo e l’utilizzo dell’arsenale bellico di Batman vi darà grandi soddisfazioni sul campo di battaglia.
Piccoli affinamenti anche per il combattimento corpo a corpo, che comunque resta quello tanto semplice quanto profondo già rodato in tutti gli episodi della serie Arkham: il tasto di attacco è uno soltanto, al quale si aggiungono i comandi per il contrattacco, o stordimento e alcuni spettacolari ko ambientali. Al corpo a corpo in mischia vanno aggiunti tutti i ko in modalità stealth, da eseguire appesi alle sporgenze o nascosti dietro un riparo. Altra novità di questo capitolo, il ko terrore: un volta preso di sorpresa un gruppo di nemici, sarà possibile selezionare quali bersagli – consigliamo ovviamente di concentrarsi sugli avversari armati – colpire per primi per poi continuare il combattimento contro i nemici rimasti con la modalità tradizionale. Di carne al fuoco ce n’è davvero tanta, ed è tutta di ottima qualità: se nei primi minuti di gioco abbiamo avuto la sensazione di trovarci di fronte allo stesso gioco della serie Arkham, in meno di un’ora di gioco abbiamo dovuto ricrederci – e lo abbiamo fatto con il sorriso sulle labbra – dopo essere stati letteralmente bombardati con tutte queste piccole novità che vi assicuriamo essere in grado di svecchiare il gamplay senza snaturarlo, rendendolo quindi fresco ma lasciando ai fan storici la sensazione di essere a casa.
Full HD (o quasi)
Il comparto tecnico di Batman: Arkham Knight è da elogiare per due motivi: innanzitutto per la fluidità e la cura delle animazioni, soprattutto per quanto riguarda il protagonista e tutte le azioni che questi può compiere con la Batmobile e con i gadget a disposizione, comprese le numerose tute dalle diverse caratteristiche e dal design sempre più affascinante. In secondo luogo, per l’ispirazione nella direzione della fotografia, in grado di ricreare una Gotham City che ha molto da spartire con la Rapture dei primi due Bioshock: immensa e decadente, tanto oscura quanto il cavaliere che ha giurato di proteggerla, la Gotham terrorizzata dallo Spaventapasseri e dal Cavaliere di Arkham è tanto viva da trasmettere la paura degli abitanti rimasti e da far percepire al giocatore il fastidio della pioggia battente che si abbatte sui tetti durante tutta l’avventura. Ammettiamo di esserci innamorati di questa Gotham City, curata ancora più nel dettaglio di quella di Arkham City, che già a suo tempo aveva lasciato a bocca aperta per il colpo d’occhio dell’ambientazione.
Volendo essere obiettivi, ammettiamo che graficamente espedienti come la pioggia o l’antialiasing sono stati utilizzati dagli sviluppatori di Rocksteady anche per sporcare un po’ l’immagine sullo schermo, nascondendo alcune imprecisioni grafiche quando il motore – il comunque ottimo e mai troppo osannato Unreal Engine – non ce l’avrebbe fatta a gestire tutti i personaggi e gli oggetti in movimento sullo schermo. Si tratta di note per fanatici della perfezione però: a loro diciamo che se su Playstation 4 il gioco gira in full HD, su Xbox One la risoluzione è solo (si fa per dire) di 1600×900, ma nel dirlo sottolineiamo anche che secondo noi la differenza non è tale da giustificare una penalizzazione della versione per la console Microsoft. Per chi non si interessasse al mero dettaglio grafico ma, come noi abbiamo sempre fatto, fosse sostenitore del comparto tecnico a favore del gameplay, sappia che Batman: Arkham Knight è davvero la vetta dell’intera serie anche a livello grafico e che la genialità di Rocksteady nel mischiare la realtà dei film di Nolan con il Batman del fumetto crea un equilibrio perfetto che manderà in brodo di giuggiole ogni fan dell’Uomo Pipistrello.
Cinematografico, anche nell’audio
Non siamo soliti dedicare al comparto audio uno spazio a sé, ma per una realizzazione di questa caratura non possiamo esimerci: senza mezzi termini, il lavoro a livello audio per Batman: Arkham Knight è davvero da elogiare. Iniziamo con il dirvi che tutti i dialoghi, nel gioco, sono doppiati in italiano con una qualità nettamente superiore alla media del settore e, pur non essendo ai livelli di videogiochi cinematografici, i dialoghi sono ben recitati e coerenti con la situazione in cui i personaggi si trovano in quel momento. Ovviamente la voce di Batman è sempre la stessa, cosa che farà felici i fan del brand e delle numerose serie a cartoni animati uscite dagli anni ’90 in avanti. La localizzazione è stata curata fin nei minimi dettagli: Batman può interagire con qualsiasi personaggio incontra semplicemente premendo il taso azione accanto ad esso, e questi gli risponderà con piccole frasi di volta in volta diverse in base alla situazione o a quanto detto in precedenza.
Oltre a questo, muovendosi per la città la Bat-tuta rileverà le frequenze radio della polizia e dei soldati nemici, tutti dialoghi che anche in questo caso sono perfettamente e interamente localizzati in italiano. Stesso discorso per i messaggi dell’Enigmista e per tutti i dialoghi con i personaggi secondari, da quello relativo alla trama principale fino al più infinitesimale bisbiglio di una missione secondaria. Ovviamente, non sono da meno gli effetti sonori, appositamente ricreati per dare il senso della pesantezza dei pugni di Batman e delle armi della Bat-mobile: a questo eravamo già abituati, quindi qui segnaliamo soltanto una maggiore profondità a livello di varietà degli effetti, che si rivelano essere curati e ben realizzati tanto quanto in passato.
Batman: Arkham Knight è stato fin dall’inizio concepito come il capitolo conclusivo della serie Arkham e, in quanto tale, è stato realizzato da Rocksteady con l’ambizione di essere il più incredibile sotto ogni aspetto. Dal canto nostro prendiamo atto di come gli sviluppatori siano riusciti nell’intendo, dando la luce a quello che a nostro modesto parare è il miglior gioco di Batman uscito sul mercato dai tempi di Batman Returns per SNES. Certo, i detrattori potranno sempre dire che graficamente si poteva fare di più, che il sistema di guida della Batmobile è maldestro e che tutto sommato ci troviamo di fronte all’affinamento di una formula già collaudata in cui Rocksteady non ha fatto altro che limare i difetti del precedente capitolo. Noi, da fan del mondo di Batman e da videogiocatori, ci limitiamo a consigliarvi l’acquisto a occhi chiusi perchè Arkham Knight è una cornucopia di contenuti e di longevità, oltre che una vera killer application per questa generazione di console.