Batman: Arkham City – Recensione Batman: Arkham City
Può funzionare l’idea di un uomo che, la notte, indossa una calzamaglia attillata e combatte i criminali saltando da un tetto all’altro? Evidentemente sì. Come ha più volte dimostrato la storia, un personaggio è tanto forte quanto lo sono i suoi autori: se i telefilm dell’Uomo Pipistrello degli anni ’80 oggi ci strappano qualche risata, certamente così non è per i più recenti film di Christopher Nolan, che sono stati in grado di riportare il personaggio di Batman al passo coi tempi. Lo stesso si può dire per le serie a fumetti: già da qualche anno più adulte rispetto alla loro controparte cinematografica, grandi opere come Batman: Anno Zero, Il Cavaliere Oscuro o Hush (tanto per citare qualche pietra miliare degli ultimi anni) hanno reso il Pipistrello un personaggio credibile e allettante anche per le nuove generazioni di giocatori. E i videogiochi? Batman: Arkham Asylum è riuscito a sposare perfettamente lo stile del fumetto – e quello dei due bellissimi film di Tim Burton – con una visione meno cartoon e più realistica delle imprese del personaggio. Arkham City, diretto successore del titolo appena citato, riprende le fila del discorso esattamente da dove eravamo rimasti nel capitolo precedente,migliorandone ed esaltandone ogni singolo aspetto.
Ti ho scoperto, Wayne!
Partiamo dalla trama, anch’essa più profonda e migliorata rispetto ad Arkham Asylum. Il filmato introduttivo del gioco ci mostra un Bruce Wayne che si è dato alla politica: il miliardario alter ego dell’Uomo Pipistrello ha deciso di candidarsi per ostacolare i lavori di costruzione di un nuovo Arkham, i quali stanno avendo luogo proprio nel cuore di Gotham City. La situazione, come è facile immaginare, precipita molto presto, mostrandoci un Wayne che viene rapito ed imprigionato nel bel mezzo del suo discorso da Hugo Strange che (incredibile colpo di scena già dopo pochi secondi di gioco) gli rivela di essere a conoscenza della sua doppia identità, lasciandolo in balia dei suoi scagnozzi. Purtroppo per loro, i rapitori non hanno invece idea dell’identità segreta del filantropo e miliardario, che – in una prima sezione dove ci ritroveremo già con il pad alla mano ad imparare i fondamentali del combattimento corpo a corpo – riuscirà a liberarsi e a farsi spedire dal fido maggiordomo Alfred la sua tuta e i suoi immancabili gadget.
Da qui in poi, il passo per mandare in brodo di giuggiole i fan del fumetto sarà molto breve: solo nelle prime due ore di gioco si incontreranno talmente tanti storici personaggi da perderne il conto, in una serie di missioni (primarie e secondarie) che condurranno i giocatori in ogni angolo della città. Come per Arkham Asylum, anche nella trama di Arkham City – sarebbe stato impensabile il contrario – il Joker avrà naturalmente un ruolo da antagonista di prim’ordine: evitando accuratamente fastidiosi spoiler vi anticipiamo solo che il criminale sta ancora pagando lo scotto degli eventi narrati nel precedente capitolo e, proprio per questo, ideerà un diabolico piano che coinvolgerà Batman e tutti gli abitanti di Gotham in una mortale corsa contro il tempo. Come dicevamo qualche riga più sopra comunque, oltre al Joker e alla sua fidanzata e spalla Harley Queen, incontreremo una nutrita serie di alleati e nemici storici del Pipistrello: il Pinguino, Mr. Freeze, Due Facce, l’Enigmista, Robin, Catwoman e (chicca per i fan un po’ più appassionati) Azrael sono solo una manciata di nomi giusto per rendere l’idea della mole di contenuti disponibili. Vi assicuriamo che il numero di personaggi aumenterà esponenzialmente con le ore di gioco, nel dipanarsi di una trama davvero ben scritta e in grado di dare ad ognuno lo spazio che si merita.
Ci sono proprio tutti! Nella foto, il gelido Mr. Freeze
(Arkham) City Tour
Una volta guadagnato il tetto del primo grattacielo, ci si rende subito conto di quanta carne al fuoco abbiano preparato per noi gli sviluppatori di Rocksteady: Gotham, se paragonata al manicomio di Arkham Asylum, è immensa e molto più affascinante. Grazie al rampino (per arrampicarci e muoverci velocemente) e alla cappa di Batman (utile per planare sulle lunghe distanze) è possibile raggiungere qualsiasi luogo. Il gioco, inoltre, è appositamente pensato per invogliare il giocatore a lasciare di tanto in tanto la trama principale per dedicarsi alle quest secondarie: mentre nel primo capitolo ci si limitava alle sfide dell’Enigmista e a poco altro, infatti, in Arkham City ci si imbatte spesso e volentieri in eventi secondari che, seppur totalmente slegati dalla missione in corso, sono comunque costruiti per integrarsi nella trama e non apparire mai come forzature messe lì tanto per allungare il brodo.
Il sistema in sé, a dire il vero, è una semplice evoluzione di quanto già visto in Arkham Asylum: Batman dovrà esplorare le varie aree della mappa muovendosi attraverso le strade zeppe di nemici, passando quasi senza soluzione di continuità dalle ampie aree esterne agli angusti interni. Nonostante questa semplicità di fondo, la vastità e la spettacolarità di Gotham riesce a rendere l’esperienza molto più gradevole rispetto al passato, rendendo appaganti e divertenti anche i potenzialmente noiosi spostamenti da un obiettivo all’altro.
La città è interamente esplorabile, oltre che piena zeppa di cose da fare
Mai fare a pugni con Batman
Uno degli aspetti più discussi di Arkham Asylum è stato, a suo tempo, il sistema di controllo di Batman: mentre i meno esperti lodavano l’intuitività dei comandi e la semplicità con la quale era possibile effettuare anche le combo più spettacolari, i giocatori più esigenti lamentavano un’eccessiva semplificazione dei comandi, che a conti fatti riducevano l’intera strategia di combattimento alla pressione del tasto quadrato (per gli attacchi) e triangolo (per i contrattacchi).
Con Arkham City le cose non sono del tutto cambiate, anche se risulta evidente l’impegno di Rocksteady per la realizzazione di un sistema di controllo in grado di incontrare i favori di un’utenza più ampia: rimangono i tasti quadrato e triangolo per gli attacchi principali, ai quali si aggiungono però una più numerosa serie di mosse e strategie. La scelta della modalità di combattimento da utilizzare, infatti, sarà dettata dal tipo di nemico che ci ritroveremo davanti: con i villain armati sarà meglio essere cauti, aggredendoli alle spalle e attaccandoli uno alla volta restando nell’ombra; con i nemici più deboli, invece, si potrà far valere la forza bruta gettandosi a testa bassa nella mischia; con i cattivi più massicci e con i boss, infine, si dovrà ogni volta elaborare una tattica differente per sfruttare le debolezze di ognuno. Proprio per quanto riguarda i boss – altro punto molto criticato per la sua ripetitività nel capitolo precedente – segnaliamo con piacere dei notevoli passi avanti.
E quando i pugni non bastano? Tutti sanno che Batman è famoso per essere il supereroe senza super poteri, ma con dei gadget che farebbero invidia al miglior 007: in Arkham City i giocatori potranno sbizzarrirsi con i più diversi ritrovati tecnologici rigorosamente personalizzati per il Pipistrello, alcuni dei quali direttamente presi da Arkham Asylum, altri nuovi di zecca. Nel gioco ritroveremo il batrang – normale, radiocomandato o sonico – il sempre utile gel esplosivo, il rampino, il dispositivo portatile per aggirare i codici di sicurezza e, ulteriormente migliorato rispetto alla precedente versione, la modalità detective della maschera dell’Uomo Pipistrello, sempre utile per scovare indizi e proseguire nell’avventura. Tra le nuove entrate, lasciandovi il gusto di scoprire tutti gli ammennicoli che Batman ha commissionato alla Wayne Tech, citiamo su tutti i fumogeni: con il suo unico stile scenografico, se attaccato, Batman potrà utilizzare un’improvvisa nuvola di fumo per scomparire e, subito dopo, attaccare i suoi assalitori dal buio; allo stesso modo, prima di entrare in battaglia, si potrà lanciare un fumogeno tra i nemici per iniziare il combattimento con l’innegabile vantaggio dell’effetto sorpresa. Si tratta di piccoli accorgimenti, in grado però di avvicinare il Batman videoludico a quello dei fumetti e del cinema, permettendo ai fan di comportarsi esattamente come il loro eroe.
A mani nude o con l’aiuto di qualche sofisticato gadget, avremo la meglio contro tutti i cattivi