Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy – Recensione
La serie Atelier, sviluppata da Gust Co. Ltd. e pubblicata da Koei Tecmo, è sempre rimasta rinchiusa in una nicchia e quindi poco valorizzata in occidente. Il focus scarno su storia e combattimento e il design molto derivativo dalla “Moe culture” giapponese ha sempre trattenuto il mercato occidentale dal dare una vera chance ai prodotti di questa saga. Questa situazione è cambiata notevolmente grazie ad Atelier Ryza, il quale è riuscito a far parlare di sé grazie a un miglioramento complessivo della formula Atelier e soprattutto al design che ha riscosso molto successo. Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy si trova a dover seguire le orme del predecessore, con gran parte del lavoro di pre-produzione già pronto; il risultato è un JRPG che risulta spiccatamente “Atelier” ma porta la classica formula a funzionare magistralmente e innalza il livello di qualità di quel tanto che basta per meritare l’acquisto nonostante l’estrema somiglianza col primo capitolo.
Gust è abbastanza conosciuta per fare titoli molto simili tra loro e con un tempo di sviluppo molto corto. Dopotutto Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy esce a soli sei mesi dalla precedente pubblicazione dello studio, Fairy Tail, e a poco più di un anno dal primo Atelier Ryza. Questo implica un forte riciclo di asset nei loro prodotti, riciclo presente anche in Atelier Ryza 2, che però come capita spesso in titoli di developer giapponesi di piccola-media dimensione, vengono usati in modo intelligente e non detraggono nulla all’esperienza.
Il principale difetto tecnico difatti non è avere mostri o asset simili ad altri titoli pubblicati in passato da Gust, ma è invece la realizzazione e gestione degli NPC che si incontreranno per strada in città. La varietà di questi ultimi è bassissima e sarà molto comune trovare gli stessi modelli di NPC a pochi metri di distanza gli uni dagli altri; inoltre risultano tutti di qualità veramente bassa se comparata al resto del titolo.
Infatti tutto sommato Atelier Ryza è molto gradevole agli occhi. Non solo per il ritorno del popolare design di Ryza, rimasto pressoché invariato, ma anche per il miglioramento di molti altri personaggi, su tutti Tao. La versione PlayStation 4, provata su una PS4 Pro, non fa urlare al miracolo in alcun modo, tuttavia se le prestazioni rimangono buone anche su Nintendo Switch, Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy potrebbe essere uno dei Third Party più piacevoli da vedere sulla console Nintendo. Messo da parte il comparto grafico, parliamo invece del nucleo del gioco, il gameplay.
Come accennato in precedenza, la serie Atelier non si è mai contraddistinta per un forte focus sul combattimento, né quindi per l’avere un sistema di combattimento particolarmente interessante; Atelier Ryza 2 è una mezza eccezione. Per quanto il gioco rimanga poco orientato al combattimento, questo è stato comunque ben progettato. Durante gli scontri si controllerà 1 di 3 personaggi, con la possibilità di cambiare al volo. Tramite una barra ATB si deciderà il turno di ognuno di essi, i quali in tempo reale potranno attaccare i nemici per guadagnare AP da utilizzare poi per sfoderare le ben più potenti skill. Per tutta la durata della battaglia, anche all’esterno del turno, sarà possibile parare i colpi, dando al combattimento un buon ritmo che raramente ti fa sentire raramente come se stessi solo aspettando il caricamento di una barra. L’approccio tattico è molto leggero, tuttavia la natura ibrida action dona al combattimento di Atelier Ryza 2 un buon ritmo, che non fa pesare le battaglie e rende molto divertenti le bossfight. Rimane un titolo che non consigliamo assolutamente a chi voglia combat system strutturati e tattici come un Octopath Traveler o un Trails of Cold Steel, ma rispetto a Atelier passati come il mediocre Lulua, il combattimento è sicuramente meno pesante.
Ad affiancarsi a esso, e a comporre l’elemento che rende unica la serie Atelier, c’è un sistema di gathering e crafting molto divertente che compone un buon 70% del loop di gioco. Nella nostra esperienza ci siamo trovati sempre più vicini a paragonare Atelier Ryza 2 a titoli come Rune Ocean o Animal Crossing che a un Final Fantasy, in quanto la parte più divertente e interessante dell’avventura è andare alla ricerca e raccolta di oggetti rari per craftare un’enorme varietà di oggetti che vanno da accessori e armi fino a decorazioni per la casa, oggetti di gathering e molto altro. Ovviamente rimane molto limitato su questo aspetto rispetto a un Animal Crossing, ma la sensazione che ci ha portato a provare è piuttosto simile.
Sul sistema di crafting e gathering si basano anche le innumerevoli secondarie del gioco, le quali si dividono in semplici “fetch quest” per anonimi cittadini od in meglio strutturate side story nelle quali si viene a conoscere meglio i personaggi del gioco e la storia del mondo. Queste ultime sono ovviamente le più interessanti, oltre a essere sorprendentemente numerose e talvolta longeve, ma anche svolgere le semplici quest di crafting e gathering è coinvolgente proprio grazie al continuo miglioramento delle abilità alchemiche della protagonista Ryza.
Parliamo quindi di un altro elemento sul quale la serie Atelier è generalmente molto leggera, la narrativa. La storia di Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy è piuttosto semplice e rilassata, priva di veri e propri conflitti per la maggior parte del tempo e più concentrata sulla progressiva scoperta dei segreti del proprio mondo. A tre anni dagli eventi del prequel, Ryza si dirige verso la capitale Ashra-am Baird dove riunendosi con Tao comincia a indagare su delle rovine antiche per scoprire il mistero dello strano uovo affidatogli dal suo maestro. Da questo punto varie vecchie conoscenze e un paio di nuove aggiunte si uniranno all’avventura che pian piano porterà alla luce la storia di una civiltà antica.
Non si tratta della più avvincente delle trame, ma la sua integrazione nel gameplay ti obbliga a prestare attenzione e dobbiamo ammettere che tutto sommato si tratta di una narrativa carina e adatta per il tipo di prodotto che Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy vuole essere. I personaggi sono tutti simpatici e hanno belle dinamiche oltre a dei rapporti interpersonali credibili che gli danno una buona vitalità, grazie anche alle quest secondarie che aiutano ad affezionarcisi facilmente. In definitiva, Atelier Ryza 2 Lost Legends & The Secret Fairy non è un titolo che consigliamo per la narrativa, tuttavia se siete interessati al gioco per il suo sistema di gathering e crafting e la sua formula unica, o anche semplicemente se volete un JRPG più rilassato e felice del solito, sicuramente potrà offrirvi un’esperienza soddisfacente.
Piccola menzione alla colonna sonora, molto caratteristica e ben orchestrata. Aiuta a dar vita al mondo e carattere ai personaggi, tuttavia si perde un po’ a causa dell’eccessivo ri-utilizzo delle tracce. Ad esempio a ogni cutscene in città partirà sempre il tema di Ryza, ed è anche comune avere 2 o 3 cutscene di seguito nel quale la canzone ripartirà dall’inizio, risultando alle volte un po’ fastidioso.
In definitiva Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy è un buon titolo che porta la miglior versione della formula “Atelier”. Consigliato a chiunque voglia un’esperienza più rilassata rispetto all’RPG medio o a chi già abbia apprezzato titoli della serie in passato. Non vi sorprenderà in nessun dipartimento, ma mantiene un livello molto più che sufficiente in ogni frangente con poche sbavature e ore di additivo loop di gathering e crafting all’interno di meravigliose ambientazioni.
Pro
- Formula di gioco divertente
- Personaggi simpatici
- Esteticamente piacevole
- Ottime musiche...
Contro
- ... ma utilizzate maluccio
- Tecnicamente mostra evidenti limiti
- Strategicamente troppo leggero