Atelier Iris 3: Grand Phantasm – Recensione Atelier Iris 3: Grand Phantasm
Presentazione
Ciò che si apprezza di queste musiche, oltre ai toni soft apparentemente inattaccabili, sono i titoli poetici con cui vengono siglate: dall’intramontabile White Night Illusion a Silent Rhyme e da Door of Departure ai più recenti capolavori come Flowers in the rain e Lorelei.
La leggenda narra di un tesoro, il Libro Magico di Escalari, il quale fu suddiviso in otto parti e lasciato in balia del vento ignoto di Regallzine allo scopo di disperderne le singole parti. Qualora le otto parti venissero ritrovate e riunite, il fautore di questa cosa vedrebbe realizzato ogni suo più piccolo desiderio. Tutto ciò che vuole, sarà suo. Ogni persona al mondo vorrebbe trovarlo, tuttavia nessuno ha mai provato la sua reale esistenza. Più il tempo passava e più il libro diveniva mito, poi fiaba, poi illusione; ma un giorno avvenne qualcosa imprevedibile… Un giovane di nome Edge Vanhite, membro della Gilda dei Viaggiatori, durante un’esplorazione negli Alterworlds assieme alla sua compagna d’infanzia Iris, scoprì una di queste parti. Fu allora che incontrarono l’eroe degli eroi, il miglior viaggiatore della storia…
Invariata anche la modalità break&chain che però vanta una potenziata linea dei turni che, una volta raggiunto il limite, permetterà a tutti i membri del gruppo di attaccare energicamente. Buona oltretutto la trovata del simbolo d’incontro che consentirà al giocatore di vedere, attaccare direttamente o schivare certi tipi di mostri, a seconda del colore con cui sono evidenziati.
L’orologio in questo terzo capitolo è il vero giudice (crudele ed inesorabile) dacché Edge, Iris e compagnia bella, dovranno essere svelti nel compimento dei loro doveri quindi, in caso vediate mostri evidenziati in blu è consigliabile sminuzzarli con un attacco diretto ed evitare uno spreco di tempo inutile mentre negli altri casi potrete contare solo nella vostra maestria elusiva. Ah, quasi dimenticavo, nel caso non riusciate proprio ad evitare certi duelli cercate comunque di terminarli nel più breve tempo possibile ed oltre all’esperienza guadagnere un fast kill bonus che verrà contato come “sconto tempo” all’orologio. Potrete poi cambiare le armi usate dal gruppo nel negozio di Iris (a seconda dell’alterworld e delle debolezze elementali dei nemici in quel luogo) grazie all’utilizzo della Resonant Spell, ottenibile dalla missione di Ewan, un biondo ragazzo dal cappello verde piumato. Parzialmente ritoccato, invece, il sistema delle skill affidato alle armi appena accennate. La maestria nelle armi, imparabile con lo sviluppo di molteplici duelli funge da collegamento alla struttura dei talenti (già visto in Atelier Iris 2); mentre i Mana vengono finalmente chiamati in causa nelle battaglie evocandoli e nel contempo assorbendoli negli Alterworlds cercando così di guadagnare la loro fiducia. Ricevendo la benedizione dei Mana incontrati nel corso delle avventure, infatti, i nostri eroi saranno in grado di alterare l’aspetto fisico, cambiando di conseguenza la “classe” del predestinato: usando il mana dell’oscurità Edge da guerriero diventerà una sorta di ninja o usando quello dell’acqua un mago con ali d’angelo e capigliatura alla super sayan e via dicendo. Inutile aggiungere che, oltre alla trasformazione, risulteranno di conseguenza adoperabili nuove abilità.
Conclusioni