Atelier Firis: The Alchemist And The Mysterious Journey – Recensione
Il ritorno di Gust con la serie Atelier segna l’arrivo sul mercato videoludico di Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey, secondo capitolo della trilogia che ha avuto inizio con Atelier Sophie: The Alchemist of the Mysterious Book. In questo nuovo titolo, la software house giapponese rifinisce alcune meccaniche di base, migliorando un prodotto che già aveva raggiunto ottimi risultati.
Fuori da Ertona
La protagonista del videogioco, Firis Mistlud, è cresciuta nel villaggio di Ertona. Nella solitaria cittadina, si adopera nel cercare metalli preziosi grazie a una sua abilità che le permette di trovarli facilmente anche senza utilizzare gli oggetti da ricerca. Il suo desiderio è quello di uscire dal paese per esplorare il mondo esterno. Lasciare Ertona però non è facile: un portone, infatti, blocca l’ingresso e l’uscita; solo chi si è dimostrato abbastanza forte può ottenere il consenso dell’anziano saggio per intraprendere il suo viaggio.
Un giorno, però, Sophie Neunmuller, che avevamo incontrato come protagonista del primo capitolo, giunge a Ertona. Firis viene a conoscenza dell’abilità alchemica della nuova arrivata e decide di diventare la sua apprendista. Apprendere le arti di base dell’alchimia è il modo giusto per dimostrare di essere abbastanza forti per potere lasciare il villaggio.
Nel lungo prologo che funge da introduzione alle meccaniche di base del gioco, Firis imparerà a utilizzare l’alchimia e riuscirà a ottenere il permesso di uscire dal villaggio.
Esplorazione…
La storia di Atelier Firis: The Alchemist And The Mysterious Journey si divide in due archi: nel primo, della durata di un anno all’interno del titolo, Firis girerà il mondo con l’obiettivo di dare l’esame finale da alchimista. Nel corso della sua avventura dovrà ottenere gli attestati degli alchimisti affermati; solo quando li avrà raccolti tutti potrà effettivamente giungere alla cittadina finale e sostenere l’esame.
Durante il viaggio, come di consueto, faremo la conoscenza di numerosi personaggi, alcuni dei quali si uniranno al party. Ogni combattente ha caratteristiche differenti, tra chi fa della magia il suo punto forte e chi predilige l’attacco fisico. Nel corso dell’avventura saremo accompagnati dalle solite splendide musiche. Addirittura, avremo la possibilità di scegliere di alternare fra la colonna sonora di Atelier Firis e quella di Atelier Sophie.
Una volta completato l’esame da alchimista, inizierà la seconda parte del videogioco, dedicata all’esplorazione e al completamento delle restanti quest. A differenza del primo capitolo, le quest non ci saranno date da un oste ma dagli NPC che incontreremo durante le esplorazioni.
Altra differenza sostanziale risiede nelle meccaniche dell’esplorazione. Se in Atelier Sophie la nostra base era il nostro Atelier a Kirchen Bell, e dopo ogni esplorazione eravamo costretti a rientrare per recuperare energie, in Atelier Firis avremo a disposizione un Atelier portatile, regalatoci da Sophie. Nelle vaste mappe troveremo dei focolari che serviranno appunto a costruire intorno il nostro Atelier. Ancora, se in Atelier Sophie bastava ritornare a Kirchen Bell per recuperare i LP – che, come nel prequel, servono per eseguire le azioni e si consumano raccogliendo gli oggetti o dando battaglia a un nemico – in Atelier Firis li recupereremo creando oggetti con l’alchimia o dormendo nell’Atelier.
… Combattimenti e alchimia
Il sistema di combattimento è rimasto sostanzialmente invariato. Ogni battaglia seguirà lo schema degli attacchi a turni, in cui potremo decidere se attaccare il nemico o potenziare il party. Avremo a disposizione attacchi fisici, attacchi magici e oggetti. Ogni attacco farà aumentare la barra dei colpi, che, una volta riempita, ci permetterà di sferrare potenti combo. A fine battaglia otterremo punti esperienza con cui salire di livello. La crescita del personaggio ci permetterà non solo di migliorare le nostre abilità, ma anche di apprenderne di nuove, sia passive sia attive. I nemici sconfitti a volte potranno rilasciare dei bauli, alcuni dei quali contenenti oggetti rari.
Come in ogni Atelier, anche in Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey ogni volta che non saremo impegnati a esplorare o a combattere i nemici, ci dovremo cimentare nella creazione di oggetti utilizzando l’alchimia. In questo nuovo capitolo il sistema alchemico ha subito delle variazioni: se in Atelier Sophie, avanzando nel corso dell’avventura si sbloccavano nuovi calderoni, in Atelier Firis il calderone sarà unico; quello che cambierà sarà il livello dell’oggetto che creeremo: ogni oggetto, infatti, salirà di livello ogni volta che ne creeremo uno con l’alchimia. I bonus che potremo applicare all’oggetto saranno quindi legati al livello dello stesso e non al tipo di calderone. Fra le creazioni possibili annoveriamo armi equipaggiabili, item utilizzabili durante la battaglia o dotati di abilità passive utili durante le esplorazioni. Creare oggetti farà crescere la nostra abilità con l’alchimia permettendoci di realizzare oggetti sempre più potenti.
Il nuovo capitolo dell’ultima trilogia firmata Guts, Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey, conferma quanto di buono fatto con Atelier Sophie. Se avete giocato al primo capitolo e lo avete trovato divertente non lasciatevi scappare questo nuovo seguito, in vista dell’episodio conclusivo del ciclo.
Pro
- Ottima colonna sonora
- Sistema di crafting versatile
- Esplorazione appagante
Contro
- Quest piuttosto simili fra loro