Assassin’s Creed Rogue Remastered – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Dopo tanti anni, torniamo finalmente a solcare gli oceani del mondo di Assassin’s Creed a bordo della Morrigan, con questa versione remastered di Assassin’s Creed Rogue per Playstation 4 e Xbox One.

Rogue, per chi ancora non lo sapesse, è un gioco uscito originariamente nel 2014. Sequel diretto del grandioso Assassin’s Creed IV: Black Flag del quale ricalca spudoratamente le meccaniche, Rogue è stato rilasciato soltanto per Playstation 3 e Xbox 360, quasi come volesse essere una sorta di “indennizzo” verso quei giocatori che all’epoca non hanno potuto giocare Unity, uscito quasi in contemporanea ma destinato esclusivamente alle console superiori della generazione corrente.

In Rogue vestiamo i panni di Shay Cormac, un giovane assassino facente parte della confraternita Americana di Achille Davenport.

Shay, per quanto si dimostri essere un ottimo elemento quando c’è da padroneggiare le varie tecniche di assassinio, non sembra però avere la granitica certezza nel Credo come i suoi vari mentori e l’amico fraterno Liam. Infatti, dopo aver preso parte a una missione finita davvero molto molto male, il giovane Shay mette in discussione la sua stessa appartenenza alla confraternita degli Assassini, arrivando anche alle estreme conseguenze ossia il tradimento e lo schierarsi con il “lato oscuro”: i Templari!

Su questo plot si concentra una storia interessante ma non sviluppata al meglio che rimane centrata sulla ricerca della Verità, della redenzione e tutto quanto ci si può aspettare dalla saga di Assassin’s Creed fin dai tempi di Altair. Il tutto però in Assassin’s Creed Rogue Remaster è condito da abbordaggi, battaglie navali e duelli all’arma bianca sul sartiame di imponenti velieri.

Come già accennato prima infatti, Rogue ha lo stessa identica struttura e tipo di gameplay del suo predecessore Black Flag. Cambia solo l’ambientazione, spostandola dalle isole dei Caraibi fino all’America Settentrionale, con tre vaste mappe da esplorare liberamente: il Nord Atlantico, la Valle dell’Hudson e la città di New York. Le prime due sono prettamente navali, ma con moltissimi punti di approdo e luoghi di interesse, mentre l’ultima è esclusivamente terrestre e ci propone una fedelissima ricostruzione dell’epoca di quella che sarebbe poi diventata “La Grande Mela“.

Assassin’s Creed Rogue, a livello di trama e di missioni secondarie, fila via liscio e senza intoppi, forse anche un po’ troppo. La storia, per quanto molto interessante (vedere i vari avvenimenti con gli occhi di un Templare fa capire meglio l’intera lore della serie) manca di mordente e dei dovuti colpi di scena, quelli che ti fanno divorare letteralmente il gioco e che da sempre hanno contraddistinto questo universo ludico.

Tecnicamente ci troviamo di fronte a una remastered davvero ben fatta: la grafica e il sonoro sono stati ottimizzati molto bene per le console di questa generazione ma, soprattutto dopo aver provato l’ultimo capitolo della serie, Origins, è forte la sensazione di trovarsi per le mani un gioco vecchio (che poi di questo si tratta).

Le meccaniche di gioco (per quanto personalmente adori i capitoli “navali”, N.d.R.) e, soprattutto, i modelli poligonali rimangono quelli della scorsa generazione: per quanto tirati a lustro, gli anni si sentono eccome.


Detto questo, non è che Rogue sia un brutto gioco, sicuramente farà piacere a chi segue la saga dal principio o chi ha amato lo stile di Black Flag (che comunque rimane nettamente una spanna sopra in tutto e per tutto), ma non penso riesca a soddisfare appieno chi sta apprezzando, giustamente, le nuove meccaniche introdotte da Bayek e compagni. Da prendere solo per amor di completezza.

7

Pro

  • Battaglie navali
  • Ottimizzato a dovere

Contro

  • Risente del peso degli anni
  • Meno ispirato di Black Flag
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