Assassin’s Creed: Revelations – Recensione Assassin’s Creed: Revelations
Siamo a Novembre e anche quest’anno, puntuale come sempre, Ubisoft mette sugli scaffali un nuovo capitolo della saga di Assassin’s Creed. Il sottotitolo di questo nuovo episodio per console casalinghe non lascia spazio ai dubbi: Revelations, di nome e di fatto, permetterà ai fan di vecchia data di far luce sui punti ancora oscuri delle vicende dei protagonisti della serie, accontentando sia i seguaci di Ezio Auditore che quelli dello storico Altair. Il tutto con le vicende di Desmond Miles a fare da cornice. Confusi? Se sì, significa che non avete mai giocato ad Assassin’s Creed. Rivolgendoci proprio a voi, teniamo a precisare che difficilmente apprezzerete la trama di Revelations senza conoscere la storia narrata nei precedenti capitoli, che vi invitiamo caldamente a recuperare prima di approcciare quest’ultima uscita.
Un Assassin’s Creed in cui giocare sia con Ezio che con Altair? Non potevamo chiedere di meglio
Desmond, Ezio ed Altair
Inizieremo il gioco nei panni di Desmond Miles, che già conosciamo dal primo Assasin’s Creed: dopo il violento finale del precedente Brotherhood, Desmond è imprigionato nell’Animus. Il Soggetto 16, improbabile Virgilio della situazione, spiegherà al malcapitato che è in corso una sorta di errore di sistema e che, per evitare di impazzire e permettere alla sua mente di distinguere la sua personalità da quella di Ezio ed Altair, dovrà rivivere i loro ricordi. Sarà così che, attraverso i portali dell’Animus, ripercorreremo le gesta di Ezio Auditore nel lontano 1511 a Costantinopoli, scoprendo il passato dell’assassino una dozzina di anni dopo gli eventi di Brotherhood. Benché Ezio sia il protagonista indiscusso dell’avventura, le vicende di Desmond ed Altair non faranno da semplice cornice ma si intrecceranno con la trama principale in modo credibile e ben strutturato, dedicando ad entrambi i personaggi delle apposite sessioni di gioco che i fan di vecchia data non potranno che acclamare a gran voce. Interessante anche il modo con cui queste vicende saranno presentate al giocatore: se da un lato, nei panni di Altair, bisognerà portare a termine azioni nel più classico stile degli assassini, con Desmond ci troveremo ad esplorare l’Animus attraverso semplici (ma sfidanti) puzzle game, mentre il protagonista svelerà parti ancora oscure del proprio passato.
Da segnalare, infine, l’intreccio di fatti storici e fantastici che accosteranno personaggi storici realmente esistiti (vedi ad esempio il principe Solimano) a personaggi di fantasia, in un mix di reale e fantastico in grado di dare un piacevole spessore alle vicende che si vivranno in game.
Sì, quel puntino sulla destra è proprio Desmond, mentre combatte l’Animus per non impazzire
Senza lama uncinata…
… non si va da nessuna parte. O almeno, questa è la teoria di Yesuf, capo locale della gilda degli assassini che consegnerà il nuovo gingillo ad Ezio all’inizio dell’avventura. Grazie ad essa sarà possibile compiere salti al limite (usandola per aggrapparsi all’ultimo momento), scivolare lungo le funi legate ai tetti e, in combattimento, saltare sopra le spalle di un nemico per atterrarlo in una rapida sequenza tanto letale quanto coreografica.
Più di un utente (noi di Gamesource compresi), giocando ai precedenti capitoli, aveva puntato il dito contro il sistema di combattimento: se i momenti stealth di Assassin’s Creed sono infatti sempre stati molto profondi e ricchi di patos, le battaglie più concitate hanno sempre rappresentato un tasto dolente. Dobbiamo purtroppo segnalare che, seppur migliorata, la situazione si ripresenta anche in Revelations: nonostante i combattimenti siano stati resi più fluidi dalla sopracitata lama uncinata e da una serie di piacevoli innovazioni – delle bombe parleremo tra poco – quando Ezio o Altair saranno soverchiati dai nemici questi li attaccheranno quasi sempre uno alla volta, togliendo in parte credibilità all’azione. Aggiungeteci un sistema di contrattacco molto preciso e fin troppo potente e capirete quanto sarà difficile trovare dei combattimenti difficili da superare. Detto questo, resta comunque il fatto che gran parte del divertimento in Assassin’s Creed sta nel giocare in modalità stealth, fortemente consigliata (se non, in alcuni frangenti, addirittura obbligatoria) per godere al massimo della potenzialità offerta dal titolo Ubisoft.
I combattimenti sono sempre spettacolari, anche se le sessioni migliori restano quelle stealth
Ma le novità, lo abbiamo accennato più sopra, non finiscono qui: in Revelations, infatti, ci potremo divertire anche con le bombe e con dei minigiochi di natura più gestionale. Per quanto riguarda gli ordigni esplosivi, durante il gioco potremo raccogliere moltissimi oggetti diversi, da utilizzare poi per dare sfogo al piccolo piromane che c’è in noi: si va dalla polvere pirica di diversa provenienza agli elementi come i chiodi o il metallo, per ferire i nemici con una vera e propria granata, fino ad arrivare a soluzioni più ingegnose come le bombe puzzolenti o quelle piene di sangue d’agnello, che pur non provocando danni fisici al nemico lo spaventano e lo imbrattano di rosso, facendogli credere di essere ferito e rendendolo vulnerabile ai nostri attacchi. Aggiungete le classiche lame, spade e frecce avvelenate ed avrete un’idea della libertà d’azione che avrete nel nuovo Assassin’s Creed, che vi permetterà di pianificare le vostre azioni secondo il vostro personale gusto di assassino, lasciandovi la libertà di affrontare le missioni con l’arsenale preferito.
Per quanto riguarda i minigochi gestionali, ne segnaliamo due in particolare: la conquista del Mediterraneo (già vista in Brotherhood) e la difesa dei rifugi. Nel primo, nelle vesti del mentore Ezio Auditore da Firenze, potremo scegliere di mandare i nostri assassini più fidati in giro per il Mediterraneo a conquistare le zone in mano ai templari: gli assassini che ci aiuteranno nelle missioni a Costantinopoli acquisiranno punti esperienza; il level up dei nostri compagni aprirà nuove possibilità di conquista, rendendo disponibili sempre più assassini per le missioni strategiche. Più semplice, invece, il secondo minigioco di cui vi parliamo: quando il livello di allerta sarà al massimo, i templari attaccheranno il covo degli assassini in quella zona, costringendovi a coordinare l’azione di difesa dei vostri compagni in un sistema in puro stile tower-defense – alla Pixeljunk Monsters, per intenderci. Per quanto erigere barricate, piazzare fanteria e arcieri sui tetti e giocare di tattica sia divertente, il minigioco in questione risulta un po’ limitante nei movimenti e nelle opzioni tra cui scegliere, divenendo alla lunga monotono. Resta il fatto che l’aggiunta è certamente capace di variare il ritmo dell’azione, aggiungendo qualche momento tattico che, in un titolo del genere, è sicuramente ben accolto.
Per chi aveva apprezzato le aggiunte in Brotherhood, infine, segnaliamo che anche in questo capitolo sarà presente la possibilità di restaurare monumenti storici e botteghe, al fine di aumentare la fama degli assassini in città e di sbloccare nuove missioni secondarie che approfondiranno la trama. Interessante come anche queste azioni, volte a far crescere l’influenza degli assassini sulla città, faranno aumentare esponenzialmente il grado di allerta delle guardie templari, da tenere sempre sotto controllo per evitare gli attacchi ai covi.
Tra le novità, le bombe sono sicuramente quelle più utili e divertenti da utilizzare in battaglia