Assassin’s Creed Odyssey – Recensione
“Μολὼν λαβέ” (pron. Molòn labé), ossia vieni a prenderle: così Leonida accolse Serse alle Termopili: Il fiero e leggendario re degli spartani è entrato nel mito, insieme ai suoi 300 soldati, grazie al loro folle ma eroico gesto. Le storie e le leggende costruitegli intorno sono innumerevoli, tanto da influenzare ancora oggi la cultura di massa partendo dalla letteratura, passando per i fumetti e arrivando poi al videogioco, senza dimenticare il cinema.
Assassin’s Creed Odyssey parte proprio da Leonida, o meglio dalla sua discendenza, per continuare il cammino lungo la piega GDR che ha voluto imboccare la serie, cosa che è avvenuta proprio con il suo predecessore (anche se non nella linea temporale del brand) Assassin’s Creed Origins.
L’obiettivo di Odyssey è proprio quello di sfruttare quanto di buono è stato fatto con Origins per rinnovarlo e calarlo in un’altra veste, un’altra epoca e farci vivere una nuova, grande avventura nell’Antica Grecia sull’orlo dello scoppio della guerra del Peloponneso.
Odyssey infatti è stato sviluppato quasi parallelamente a Origins: Ubisoft Quebec ha portato avanti i lavori di “ricostruzione digitale” del Peloponneso proprio mentre Ubisoft Montreal ricreava le dune e le oasi dell’Egitto di Bayek. Per tale motivo non ci ritroviamo semplicemente davanti a un reskin del capitolo precedente ma a un titolo che ha una sua identità e che, pur pescando dal suo predecessore nelle strutture, non ne risulta una mera fotocopia.
Come molti già sapranno non si parla della Confraternita degli Assassini o dei Templari, ma di un viaggio che conduce alla gloria e alla vittoria di uno spartano, grazie alla propria caparbietà e a qualche intromissione della Prima Civilizzazione: Odyssey ha molto da dire e soprattutto, da dimostrare.
Il mestiere degli spartani
Molte volte un elemento importante nella trama di Assassin’s Creed è stato la vendetta: per Ezio, Arno, Bayek e altri personaggi ancora, ciò che ha fatto scattare la scintilla, ciò che li ha spinti a muoversi è stata proprio la voglia di vendicarsi sui responsabili della morte dei loro cari. In Odyssey non è esattamente così. Alexios e Kassandra, o meglio chi dei due verrà scelto a inizio partita, saranno dei semplici mercenari al servizio di Marco, un commerciante di Cefalonia, piccola isola dell’immenso arcipelago greco: Il rapporto con quest’ultimo è solido e profondo grazie anche agli avvenimenti passati, anche se il mercante spesso e volentieri si approfitta della bontà dei sui amici. Per le prime ore di gioco Cefalonia farà da sfondo a tutte le nostre attività, regalandoci qualche scorcio di ciò che ci aspetterà più avanti: l’intero arcipelago ellenico. Fra le miriadi di isole che la mappa ospita, le grandi città greche e i viaggi in nave, Cefalonia rappresenterà soltanto un punto di partenza: una piccola isola nel vastissimo mondo di Odyssey.
Le angherie del Ciclope, uno dei maggiori banditi di Cefalonia, saranno così lontane e sembreranno così effimere di fronte a ciò che attenderà i nostri eroi, che non si faticherà poi molto a dimenticarle. Ad attendere Alexios e Kassandra ci sarà la vera e propria grandezza, oltre che il pesante lascito che Leonida ha, involontariamente, affidato loro.
L’avventura dei discendenti di Leonida non si fermerà ovviamente all’eredità del re spartano: Odyssey è pregno di incarichi secondari e side quest. Le missioni secondarie inoltre saranno molto più variegate rispetto al capitolo precedente, sul quale era già stato fatto un buon lavoro sotto questo punto di vista. Se dovessimo definire Odyssey in poche parole, quelle più appropriate sarebbero: vario, vasto e fedele. La antica nazione ellenica è stata riportata in gran parte sulla mappa del titolo, che ricordiamo essere più grande di quella di Origins, sebbene buona parte sia qui occupata dal mar Egeo. All’interno del mondo di gioco vi saranno attività a non finire, tante, tantissime, forse anche troppe ma tutte da scoprire e, soprattutto per quanto riguarda le missioni secondarie, molto varie e diversificate. Alcune di queste saranno molto semplici: a volte basterà prestare delle dracme per porre fine all’incarico e guadagnare punti esperienza, altre volte invece bisognerà agire in maniera molto più complessa ma non ci è capitato praticamente mai di dover vivere delle esperienze troppo uguali fra loro.
Anche la gestione stessa delle missioni cambia molto a seconda delle scelte che intraprenderemo nei dialoghi: questi infatti influiranno sia nel rapporto che avremo con determinati personaggi che sull’approccio alla missione. L’impegno profuso da Ubisoft in questo senso è visibilissimo. Le reazioni dei nostri interlocutori cambieranno sostanzialmente fra un’opzione di dialogo e l’altra, specialmente quando si selezioneranno le varianti diplomatiche o romantiche. Questo elemento dà al titolo una piega molto più GDR, rendendolo molto più piacevole da giocare e rendendoci, in un certo qual modo, padroni del nostro destino. Odyssey rimarca ancor di più il concetto di libertà introducendo la possibilità di poter uccidere anche i civili. Facendolo infatti non saremo più de-sincronizzati, senza togliere il fatto che, a volte, ci troveremo di fronte alla possibilità di doverlo fare per portare a termine una missione, o almeno sarà una delle possibili soluzioni.
I personaggi non giocanti, inoltre, reagiranno non solo di fronte alle nostre parole ma anche alle azioni. Nei panni di Alexios e Kassandra potremo anche rubare oggetti e, se scoperti, ne pagheremo le conseguenze. Tutto ciò rende l’Antica Grecia di Ubisoft Quebec è viva, palpitante, tutta da esplorare, tuttavia sotto certi punti di vista c’è ancora da migliorare: spesso infatti, soprattutto all’interno del sistema delle fazioni (Spartani, Ateniesi) i soldati non agiranno nel modo giusto, restando inermi di fronte a determinati eventi o entreranno in fibrillazione quando, a conti fatti, non è successo niente. Le basi ci sono quindi, e sono anche valide e solide, ma c’è ancora spazio di manovra.
Malaka, Misthios!
Odyssey riesce a riprendere tutto ciò che di buono è stato fatto nei precedenti capitoli del gioco e prova rinnovarlo migliorandolo. Il sistema di combattimento è, di base, quello di Assassin’s Creed Origins con delle interessanti modifiche. Rimangono l’attacco pesante e quello leggero mentre la parata adesso si esegue con la pressione di due tasti, non più uno solo, in quanto è stato introdotta una nuova azione, ossia quella deputata all’utilizzo delle abilità. Queste si dividono su tre diverse diramazioni dello skill tree: Cacciatore, Guerriero e Assassino. Molte di queste potranno essere potenziate. Le abilità potranno essere passive o attive: nel caso siano attive dovranno essere equipaggiate, fino a un massimo di quattro per tipologia (melee o ranged).
Ci ritroveremo quindi a dover variare spesso le abilità equipaggiate a seconda delle prove che dovremo affrontare e al nostro stile di gioco, riuscendo a raggiungere un livello di personalizzazione del nostro personaggio abbastanza profondo. Tutto ciò si andrà ad aggiungere ai vantaggi che otterremo in base al nostro equipaggiamento. Abbandonato lo scudo, adesso sarà possibile concentrarsi sulla creazione della propria armatura perfetta: calzature, para braccia, corazza, elmo, oltre che alle classiche armi bianche e agli archi. Ogni pezzo del nostro equipaggiamento ci darà dei vantaggi in termini di statistiche sotto diversi aspetti, tanto che sarà meglio tenerci dietro qualche pezzo, in modo da sfoggiarlo quando l’occasione lo richiederà. Nel complesso il livello di sfida è abbastanza valido: giocando in modalità difficile abbiamo potuto constatare che, soprattutto quando i nemici saranno di livello superiore al nostro, non sarà tanto semplice portare la vittoria a casa senza il dovuto impegno.
Importante ritorno è, ovviamente, quello dell’esplorazione e della guerriglia navale. Dopo qualche ora di gioco entreremo in possesso dell’Adrestia, tornando a solcare i mari dopo lungo tempo. Si torna quindi ai fasti di Black Flag/Rogue, solcando i mari alla ricerca di risorse abbandonate, isole selvagge e pirati greci. Sotto questo punto di vista non vi sono particolari innovazioni, almeno per il sistema di navigazione, se non per le dovute accortezze “temporali”.
Interessante è invece il potenziamento della nave e il reclutamento dei vari capitani. Grazie alle risorse accumulate infatti potremo sia personalizzare che potenziare l’Adrestia e il suo equipaggio, sotto tantissimi aspetti: la resistenza dei rematori, la potenza degli arcieri e dei giavellotti, la carenatura della nave e molto altro ancora. Durante le nostre scorribande, tramite l’uso di diverse abilità o tramortendo gli avversari, potremo reclutarli nel nostro equipaggio. Potremo poi assegnarli dei posti di comando e, a seconda delle loro specialità, essi forniranno dei bonus statistici all’equipaggio o alla nave. Niente di trascendentale come novità, ma che riesce comunque ad avere un suo perché, dando un tocco di profondità anche all’aspetto della gestione della nostra nave.
Altra novità è il sistema Mercenari: Alexios e Kassandra dovranno infatti riuscire a scalare la vetta nel loro campo, partendo dal basso per poi fronteggiare i migliori mercenari del mondo ellenico. Al solito, a seconda delle nostre azioni, alcuni mandanti potranno mettere una taglia sulla nostra testa che potrà salire di volta in volta. Più questa sarà alta più saranno i mercenari sulle nostre tracce, mettendoci i bastoni fra le ruote, a volte in modo decisamente fastidioso come ad esempio durante le nostre infiltrazioni nei forti nemici. Fronteggiando e battendo i mercenari più alti di noi in rango, scaleremo una sorta di classifica di prestigio che ci fornirà dei vantaggi a seconda delle fasce che andremo man mano a conquistare: una tipologia di gestione del sistema semplice ma efficace.
Voli lento, Icaro
Come Bayek aveva la sua Senu, anche Alexios/Kassandra saranno accompagnati dalla loro fedelissima aquila Icaro. Il supporto del nostro fido volatile sarà fondamentale per preparare i vari assalti agli accampamenti e forti nemici: passando il controllo a Icaro potremo scovare i vari tesori e punti di interesse, oltre che evidenziare i vari soldati, comunicandoci ruolo e livello, cosa che può tornare utile in termini di reclutamento. Sebbene passare il controllo a Icaro si riveli una pratica sostanzialmente fondamentale, risulta a volte un po’ fastidiosa, in quanto capita di doversi sorbire dei caricamenti supplementari, cosa che con Senu non accadeva.
Un’importante novità sta proprio nell’individuazione degli obiettivi: una volta avviato Odyssey ci verrà chiesto se vorremo applicare la modalità assistita o meno. Scegliendo quella “manuale” quando si dovrà giungere una determinata area o obiettivo relativo alla storia principale o ad alcune quest secondarie, ci verranno date solo delle indicazioni e, prima di utilizzare Icaro, dovremo quantomeno recarci nei pressi del posto. Questa opzione, a nostro parere, risulta essere molto più divertente rispetto alla modalità assistita, dando un pizzico di pepe in più all’esplorazione.
In termini prestazionali Odyssey non si rivela invece essere troppo pesante o meglio, in termini di caricamento i tempi sono abbastanza lunghi, anche quando passeremo da un K.O. all’altro, ricaricando la partita. Il risvolto positivo della medaglia è che non vi sarà nessun tipo di calo prestazionale o di sforzo eccessivo della console durante i nostri spostamenti, il che, contando la qualità grafica del titolo, è sicuramente un bel traguardo. Di qualità è il lavoro compiuto anche con le tracce musicali e del doppiaggio, interamente in italiano (anche se saremo costretti a scaricarlo a parte): nelle oltre 30 ore di dialogo registrate per Odyssey è più unico che raro notare uno strafalcione o una brutta interpretazione da parte dei doppiatori.
Assassin’s Creed Odyssey è indubbiamente un gran titolo che riesce a migliorare ulteriormente quanto di buono era stato fatto in Origins. Ubisoft sta pian piano imparando dai propri errori e la piega GDR intrapresa col capitolo precedente sta andando man mano a rafforzarsi, migliorandosi nello stile, seppur vi sia ancora qualche margine di miglioramento sotto il punto di vista dell’interazione. È stato fatto tesoro anche dei punti di forza dei capitoli più vecchi, con il ritorno della navigazione, ma si strizza l’occhio anche al futuro, grazie al nuovo sistema di scelte dei dialoghi. Quest’avventura, fra storia e mito, nell’antica Grecia flagellata dalla Guerra del Peloponneso, è senza dubbio una delle avventure migliori sfornate da Ubisoft: non lasciatevela sfuggire.
Pro
- Un'antica Grecia come mai l'avete vista
- Varietà nelle quest
- Il mondo reagisce alle vostre azioni..
Contro
- ..anche se non in modo perfetto
- Mondo forse anche troppo vasto