Another Code: Recollection RECENSIONE Il ricordo di un altro codice passato
Una ragazza orfana di madre, un fantasma per amico e un mistero, anzi, due grandi enigmi che allora come oggi saranno piacevoli da risolvere con Another Code: Recollection. Tra una capatina nell’era SNES con Mario RPG e una in quella del GameCube con Paper Mario: Il Portale Millenario (solo per citarne un paio), Nintendo continua da un lato a riproporre delle esperienze passate, ma in chiave attuale, dall’altro a sviluppare dei giochi inediti.
Another Code: Recollection RECENSIONE | Dal passato a un altro presente
Fa parte del primo gruppo, anche se per i novizi e non può rappresentare un’autentica piccola scoperta, l’avventura dinamica originariamente creata da Cing (fallito nel 2010) per il Nintendo DS e pubblicata in Europa nel 2005. Con la desinenza “Two Memories”, Another Code dimostrò come dalla sinergia artistica tra hardware e software potesse nascere una reinterpretazione in senso moderno delle avventure punta e clicca, confermandosi con il suo seguito per Wii, “Viaggio al confine della memoria”, che sfrutta il Wii Remote.
Era il tempo degli esperimenti con le componenti del Nintendo DS, quando prima dei fruitori, erano gli sviluppatori stessi a fare dei giochi pirotecnici con la portatile della grande N, sfruttando ora il doppio schermo, ora il touchscreen e non solo.
Trasportare quella frenesia creativa e quei messaggi in una piattaforma con una filosofia diversa non è affatto semplice, fino a diventare proprio impossibile a causa di quelle stesse differenze. Another Code: Recollection in esclusiva per Nintendo Switch deve quindi scendere a patti con questa sentenza, rappresentando più una reminiscenza dei due capitoli pubblicati nell’arco di quattro anni, il ricordo di un altro passato ammodernato nella forma, ma non solo.
Il compromesso è stato trovato nell’ideazione di puzzle completamente nuovi e in qualche altro accorgimento, mentre le peripezie di Ashley sono state preservate a favore del pubblico odierno, per chi voglia conoscere o rivedere la protagonista allora come oggi.
Traumi e ricordi familiari
Ashley ha 13 anni e si trova a bordo di una piccola imbarcazione assieme a sua zia Jessica per raggiungere l’isola semidisabitata e sperduta soprannominata Blood Edward; che stanno facendo, perché si stanno recando in questo luogo ben poco turistico?
Another Code: Recollection parte infatti in medias res, catturando lo spettatore giocatore nella sua rete per poi dargli le briciole di una portata che sarà completa solo alla fine del gioco. Certo la trama in sé ha l’afflato da avventura oscura eppure molto umana che in quegli anni trovava vari esponenti, con i colpi di scena maggiori invero piuttosto prevedibili, ma a coinvolgermi a poco a poco è stato il modo di raccontare la sua storia.
Sceneggiatura e pura scrittura concorrono a creare un quadro intimo e in un certo senso etereo, fanciullesco, ma mai infantile, mostrando invece varie scene tutt’altro che allegre. Riescono a farlo in maniera distintiva l’uno dall’altro, Two Memories e Viaggio al confine della memoria, il primo a rappresentare un momento di crescita obbligata e di maturazione per Ashley, il secondo per la capacità di quest’ultima di adattarsi alle situazioni, pur da adolescente. Un po’ come ha cercato di fare Nintendo nel proporre il gameplay di Another Code: Recollection.
Puzzle di compromessi
L’interfaccia, così come parte della struttura puramente ludica di Another Code: Recollection sono andate incontro a una metamorfosi quasi totale per garantire il passaggio dal DS a Nintendo Switch. Addio alle ambientazioni isometriche (pensate per il pennino della console) e alle schermate statiche, benvenuta inquadratura in terza persona – seppure troppo ravvicinata – e una panoramica in tre dimensioni che permette di assaporare gli scenari con una resa e un discreto livello di dettagli come mai prima sarebbe stato immaginabile.
Insomma, pare che la Recollection abbia seguito la scia tracciata da altri protagonisti dei punta e clicca, abbandonando la staticità degli anni ’90 per un maggiore dinamismo dell’esperienza tutta. Dovendo sottostare alle caratteristiche di un hardware diverso, Switch vs DS, la raccolta annacqua l’anima sperimentale di Two Memories, mentre meno dirompente è il confronto con il seguito, provenendo da Wii; non si tratta propriamente di un difetto, dopotutto l’idea di un tuffo nel passato recente di questo tipo di avventure sembra essere l’intento di questa operazione, tuttavia è innegabile che qualcosa del suo messaggio originale si perda.
Sebbene l’esplorazione sia piuttosto lineare, è costellata di enigmi da risolvere tanto nel primo, quanto nel secondo capitolo della saga: intuitivi e quasi tutti di facile soluzione, i puzzle di Another Code: Recollection devono rinunciare a qualsiasi stravaganza data dal pennino del DS o dal Wii Remote, trasformandosi in larga parte in qualcosa di inedito.
Ricevuto dal padre senza alcuna spiegazione, in Two Memories il DAS è un dispositivo che nelle dinamiche ludiche odierne definiremmo comune, mentre nel 2005 rappresentava un ulteriore motivo di rompere gli schemi e gli schermi tra il DS e il gioco e il giocatore. Il Dual ANOTHER System ricalca oggi Nintendo Switch in tutto e per tutto, includendo varie funzioni come una fotocamera, un archivio con informazioni varie sui personaggi, uno spazio dedicato agli origami da collezionare per la mappa e un altro più legato alla trama.
Il passaggio di Another Code: Recollection dal 2005 e 2009 al 2024 è agevolato da una resa grafica curata, rispettosa dei modelli originali e che insieme a uno stile artistico delicato concorre a dare merito all’etichetta del remake. Le linee rotonde e dettagliate dei personaggi e l’eleganza degli ambienti della villa completano un lavoro egregio che ti farà sembrare di giocare a dei titoli appena usciti.
Forte delle tre dimensioni, la raccolta può contare su una serie di filmati rifatti con un’attenzione certosina, supportati da un doppiaggio confezionato in maniera ottima per l’occasione. La lingua italiana è affidata ai soli sottotitoli, ma ora questi, ora un lessico ben poco complesso sapranno accompagnare l’avventura di qualunque Ashley nel mondo.
Un altro tuffo nei ricordi, o l’inizio di un nuovo filone?
Ho citato in apertura a questa recensione solo due dei nomi provenienti dal passato che Nintendo abbia scelto di riportare al centro dell’attenzione, tra riedizioni e rifacimenti più o meno profondi. Another Code: Recollection rappresenta lo stesso una sorpresa, una piacevole reminiscenza di un filone di avventure grafiche capaci di conquistarsi degli appassionati, senza diventare un V.I.P. dell’industria. Si tratta di un ammodernamento certosino e rispettoso in termini di tecnica, grafica e stile artistico, mentre sul piano ludico preferisco parlare di compromessi obbligati dalla console di riferimento. Congedata pertanto l’autorialità dell’esperimento, la raccolta per Nintendo Switch si presenta come un DAS, un Degno Ammodernamento Stilistico; chissà che non rappresenti la scintilla per un nuovo filone di avventure grafiche, fra un terzo capitolo in lavorazione anni addietro proprio dal defunto Cing e, sempre da parte sua, Hotel Dusk.
Non una, bensì due storie coinvolgenti da scoprire o riscoprire.
Pro
- Storie coinvolgenti per il loro carattere delicato e intimo
- Lodevole il lavoro di reinterpretazione di quasi tutti gli enigmi
- Remake studiati e curati in ogni aspetto grafico e tecnico
Contro
- Si perde inevitabilmente l'anima sperimentale del messaggio originale