Anna’s Quest
L’eredità di Sierra e Lucasarts
Anche il mondo videoludico, come tutte le forme d’arte, è in continua evoluzione. Generi che negli anni ’80 e ’90 vivevano i loro anni di gloria, come il platform e l’avventura punta e clicca, sono ormai diminuiti a prodotto di nicchia, in mezzo a numerosi titoli videoludici free roaming, enormi gdr online e produzioni gigantesche degne delle migliori opere cinematografiche.
Il genere che ha più risentito di questa evoluzione artistica è senza dubbio quello delle avventure grafiche, che nell’epoca d’oro di Lucasarts, Sierra e Revolution Software, potevano vantare titoli ormai entrati a pieno diritto nella storia videoludica: da Monkey Island a Broken Sword, dalla saga di Gabriel Knight a quella di King’s Quest fino a Beneath a Steel Sky, passando per numerosi altri eccellenti esempi di una scuola videoludica che fa della trama e degli enigmi le sue colonne portanti, e che ancora oggi vengono rispolverati dagli avventurieri. Un genere ormai romantico e nostalgico, ora confinato alla scena indie.
Tuttavia, se la quantità delle avventure grafiche è diminuita nel corso degli anni, lo stesso per fortuna non si può dire della qualità. In un panorama ormai caratterizzato da produzioni milionarie ed esplosioni di eccellenze tecniche, l’eredità di Sierra e Lucasarts viene raccolta dalla Daedalic Entertainment. La casa di Amburgo, già coinvolta in titoli come The Dark Eye: Chains Of Satinav, la saga di Deponia (come sviluppatore), Machinarium e Tales Of Monkey Island (come editore), conferma ancora una volta la sua dimestichezza nel campo delle avventure grafiche con questo Anna’s Quest, un titolo delicato e fiabesco sviluppato da Dane Krams (alias Krams Design).
Once upon a time…a little girl called Anna
La nostra avventura inizia come la più classica delle favole: in una capanna nei boschi vive Anna, una bambina molto sveglia e intelligente, insieme al nonno, un saggio e colto signore dall’indole delicata e gentile. Tra libri, perle di saggezza e lavoro nei boschi, la vita di Anna scorre tranquilla fino al giorno in cui il nonno, in genere dotato della classica salute dei montanari, si ammala di una misteriosa malattia.
Con il nonno costretto a letto, immobile e delirante, Anna decide di recarsi nei boschi per cercare una cura per la malattia, solo per finire imprigionata dalla strega Winfried, che nella bambina vede molto più potenziale di quanto Anna stessa creda di avere. Dopo una serie di esperimenti, Winfried riesce a far sviluppare ad Anna delle capacità telecinetiche latenti, che la bambina utilizza subito per fuggire. Ma è solo l’inizio dell’avventura: dopo aver fatto amicizia con un bambino tramutato in orsacchiotto ed essere fuggita dalla dimora della strega, Anna inizia un lungo viaggio alla ricerca dell’unica persona che potrebbe avere la cura per suo nonno, ormai colpito da una vera e propria maledizione.
Tra spettri, animali parlanti, enigmi, streghe, corvi, boschi e lupi, la storia di Anna’s Quest pesca a piene mani dal miglior folklore europeo, in particolare dalle favole di Hans Christian Andersen e i fratelli Grimm, mantenendone anche gli aspetti vagamente inquietanti.
Avventure nel folklore europeo
L’abilità e la dedizione che la Daedalic dimostra nel raccogliere l’eredità della vecchia scuola delle avventure grafiche si manifesta anche nel sistema di controllo, che riprende perfettamente le meccaniche tipiche del genere. Dopo un breve ma completo tutorial potremo subito iniziare senza problemi la nostra avventura.
Il mouse permette ogni movimento necessario alla nostra avventura (anche se sono disponibili delle scorciatoie via tastiera): il pulsante sinistro consente di usare gli oggetti, di spostare la nostra piccola avventuriera e di accelerare i dialoghi, mentre il destro riguarda l’esame degli oggetti. I mouse dotati di rotellina permetteranno di aprire l’inventario girandola o, premendola, di far apparire in un solo colpo d’occhio tutti gli hotspot. Una trovata, quest’ultima, che elimina interamente il problema del pixel hunting, ovvero la ricerca scrupolosa dei punti interagibili dello scenario.
Altra gradevole opzione, ripresa da alcuni titoli del genere, è la possibilità di accelerare i movimenti tra uno scenario e l’altro grazie a un doppio click. Gli enigmi spaziano dal classico “usa l’oggetto giusto nel punto giusto” a enigmi più complessi, che talvolta coinvolgono i poteri telecinetici di Anna. Enigmi anche piacevoli e interessanti, ma nulla che possa creare problemi a un avventuriero esperto.
Anche se pesca a piene mani dalle meccaniche della vecchia scuola del punta e clicca degli anni d’oro, il titolo della Krams Design comprende anche opzioni tipiche di prodotti più recenti, come extra e trofei, legati all’esplorazione, all’esame degli oggetti e all’approfondimento dei dialoghi. La longevità di Anna’s Quest è direttamente proporzionale alla capacità di risolvere gli enigmi, ma la durata della nostra avventura si assesta comunque su livelli buoni.
L’unica vera limitazione del titolo è un difetto comune a molti altri prodotti dello stesso genere: la scarsa rigiocabilità. Una volta venuti a capo della nostra ricerca per la cura del nonno, infatti, ben difficilmente saremo tentati di ricominciare la nostra avventura.
Tra draghi, spettri e streghe
Il comparto tecnico di Anna’s Quest rappresenta un altro riuscito tributo ai gloriosi punta e clicca del passato. Il prodotto di mister Krams, infatti, si tiene ben lontano dalle esplosioni di poligoni e dalle texture realistiche tipiche delle produzioni videoludiche più famose, e privilegia l’utilizzo di sprite in bitmap inseriti in scenari realizzati a mano. La scelta è azzeccata: le ambientazioni e i vari personaggi sono colorati e ben realizzati, all’altezza delle avventure grafiche più celebri. L’atmosfera del titolo potrebbe erroneamente far pensare che l’avventura di Anna sia un prodotto adatto solamente ai più piccoli, ma nasconde invece un’ottima profondità di trama e di situazioni.
Se la realizzazione prettamente grafica è più che buona, almeno considerando il genere di prodotto, il lato artistico è ancora meglio: Anna e i suoi comprimari sono realizzati con una delicatezza e una cura ormai rare nella scena videoludica moderna (anche se risentono di un frame rate abbastanza scarso) e gli stessi scenari restituiscono bene le atmosfere delle favole dei fratelli Grimm. Anche il versante sonoro è ben curato: i dialoghi (solo in inglese, mentre i sottotitoli sono nelle principali lingue europee) ben caratterizzati e recitati si affiancano a buone musiche d’atmosfera, realizzate da James Flamestar.
[signoff icon=”quote-circled”]Anna’s Quest è un buon prodotto, che rende bene omaggio all’eredità di Sierra e Lucasarts. Inizia come una favola, ispirata alla scena letteraria dei fratelli Grimm e di Hans Christian Andersen (di cui riprende anche le atmosfere sottilmente inquietanti), ma rivela ben presto una profondità di trama e una piacevolezza di enigmi che rendono l’avventura adatta anche agli avventurieri più navigati. Il lato tecnico è perfettamente adatto al contesto e rievoca egregiamente il folklore favolistico europeo. L’unico lato negativo, quello della scarsa rigiocabilità, è purtroppo tipico del genere punta e clicca, ma il voto finale vuole anche essere un premio per la volontà, da parte degli sviluppatori e dell’editore, di voler ancora rimanere fedeli ai classici meccanismi delle avventure grafiche. [/signoff]