Anarcute – Recensione
l titolo del gioco che andremo ad analizzare è una sincrasi formata dalle parole anarchy e cute, che riassumono perfettamente l’opera di Anarteam, piccolo studio indie formato da studenti al debutto nel mercato videoludico. In Anarcute il giocatore lotta nelle strade contro i poteri dispotici, alla guida di… una folla di teneri animaletti colorati.
Prendendo in prestito l’idea alla base di The Wonderful 101 di PlatinumGames, Anarcute si presenta come un action adventure tridimensionale con visuale isometrica, caratterizzato dalla necessità di controllare una folla di personaggi. All’inizio di ciascun livello, il giocatore ha a disposizione un (tendenzialmente) contenuto manipolo di animaletti, ma gli ambienti celano molti compagni, da liberare o da risvegliare. Aumentare il numero di rivoltosi non conferisce il mero vantaggio di una forza incrementata, ma anche la possibilità di accumulare più oggetti, quasi fossimo in Katamari Damacy, da lanciare contro nemici e strutture (automobili, sedie a sdraio, biciclette… quello che trovate per strada!), oltre a nuove mosse e abilità, fra le quali spicca quella di abbattere interi grattacieli!
Chiaramente il controllo di una collettività non può essere preciso quanto quello di un singolo personaggio, quindi non deve stupire che si creino situazioni piuttosto concitate quando si tratta di venire alle mani con i servi dello Stato, che si avvalgono di un arsenale degno di un G8. Alcune delle armi droppate dai nemici possono essere utilizzate anche dalla folla riottosa, non solo per lottare, ma anche per aprire alcuni percorsi sgombrando la strada dagli ostacoli. Nel complesso, il sistema di controllo fa il suo dovere, ma non è certo perfetto; in quest’ottica contenere la difficoltà si è rivelata una scelta vincente, che risparmia al giocatore una dose di frustrazione.
Se quanto detto fino ad ora potrebbe far pensare ad un gioco caotico, la verità si pone nel mezzo. Su un piano strutturale e di level design, infatti, Anarcute è molto più “disciplinato”: le varie città disponibili (Tokyo, Parigi, Miami, Reykjavìk e una località segreta per il gran finale) non sono ambientazioni aperte, ma classici “mondi” suddivisi in livelli, caratterizzati da un’estensione limitata (e delimitata). I livelli sono in sostanza piccoli ma articolati dungeon, disseminati di tesori (costituiti da alleati e oggetti, in questo caso), nemici e minuscoli puzzle. Per quanto sia evidente che lo scopo degli sviluppatori non era quello di creare un simulatore di rivoluzioni a mano armata su vasta scala, a parere di chi scrive il gameplay risulta asfittico, “intrappolato” fra corridoi di grattacieli e, più in generale, in spazi angusti, soprattutto se commisurati ad una folla che può contare decine di animaletti. Anche la diversificazione degli approcci è scarsa, e ciò non avviene solo perché le varie specie animali non si differenziano per abilità o parametri (del tutto assenti), ma anche perché il level design, anche laddove consenta diverse strategie, ne evidenzia comunque una, che risulta di gran lunga la più conveniente. Per fare un esempio: mi trovo in una piazza che mi consente di imboccare due strade; in una trovo dieci alleati e due nemici, nell’altra un mega esercito; mi pare chiaro che andrò a destra, raccoglierò tutto quello che trovo e poi, se proprio sono un completista, tornerò indietro a massacrare gli sbirri.
A proposito di completisti, Anarcute cercherà di invogliarvi, ma senza farvi sudare le proverbiali sette camicie. Ad ogni livello, il giocatore riceverà una valutazione (il massimo è S), risultante dalla media di tre parametri: nemici sconfitti, dimensioni della folla e tempo impiegato. Per sbloccare tutte le specie animali occorre ottenere la massima valutazione in tutti i livelli, risultato che vi garantirà anche un elevato numero di monete da spendere per acquisire nuove abilità collettive. Se farete tutto ciò, la strada per i 1000G è spianata; altrimenti, potete limitarvi a finire il gioco in cinque o sei ore.
Anarcute è un titolo indie molto simpatico, che contrappone una tematica estremamente violenta (almeno in astratto) ad una direzione artistica coloratissima e fanciullesca, mettendo a disposizione del giocatore un esercito di teneri animali delle specie più disparate, ma tutti guerrieri più che improbabili. Il gameplay, pur con ispirazioni evidenti, riesce ad avere una propria personalità, che ci consente di soprassedere almeno in parte su alcune imperfezioni, che causano una progressiva perdita di interesse con il passare delle ore. Con una modalità multiplayer, magari in cooperativa, avrebbe potuto essere qualcosa di più, ma anche così può valere i € 14,99 necessari per l’acquisto.
Pro
- Graficamente molto grazioso
- Gameplay interessante...
Contro
- ... ma imperfetto
- Prezzo di lancio piuttosto alto
- Solo single player