Amnesia: Rebirth – Recensione

Recensito su Steam

Si avvicina la fine di ottobre, Halloween è alle porte e in giro si vedono già i primi addobbi e si incominciano a intagliare le zucche che daranno al 31 ottobre la suggestiva e spaventosa atmosfera che merita. Anche il mondo videoludico durante questo mese sta partecipando attivamente alla festa di Ognissanti, attraverso il rilascio di titoli Horror come Remothered: Broken Porcelain e Re:Turn – One Way Trip.

Non a caso quindi, in questa sede, vi parliamo di Amnesia: Rebirth, un gioco che gli appassionati devono aggiungere alla lista. Si tratta ovviamente di un horror, sviluppato e pubblicato da Frictional Games.

Amnesia: Rebirth

Il gioco è ambientato nel 1937 nel deserto dell’Algeria, circa 100 anni dopo il primo capitolo Amnesia: The Dark Descent e circa 40 anni dopo il secondo capitolo Amnesia: A Machine for Pigs. Il giocatore interpreta Anastasie Trianon, un’archeologa francese facente parte dell’equipaggio di una spedizione diretta in Africa.

Il viaggio non sarà affatto piacevole, perché a un certo punto l’aereo entrerà in uno stato di avaria schiantandosi al suolo poco dopo. Anastasie si ritroverà da sola a vagare tra le dune del deserto e sotto il sole cocente, con l’obbiettivo di cercare suo marito Salim e contemporaneamente capire che fine hanno fatto tutti gli altri membri dell’equipaggio. Ma non fatevi ingannare dall’esperienza provata dai precedenti episodi della saga perché la trama è molto più drammatica e complessa di quel che sembra in prima battuta, e tende a diventare più intensa attraverso un lentissimo crescendo che troverà sfogo in uno dei tre finali.

Amnesia: Rebirth

Anastasie soffre di amnesia, e per tale motivo porta con se un taccuino su cui scrive e disegna i suoi ricordi. In particolare, alcuni eventi traumatici nel corso dello sviluppo della trama risveglieranno parti della sua memoria.

La narrazione di Amnesia: Rebirth  avviene attraverso stratagemmi diversi, come eventi passati della breve durata che appaiono durante i caricamenti. Un’altra modalità è composta dai pensieri e dialoghi del personaggio principale, più diretta rispetto alla precedente iterazione del gioco. Ma sicuramente il modo più noioso – e sempre riproposto nei videogiochi di questo genere – per permettere al giocatore di mettere insieme i pezzi del puzzle della trama è quello dei maledetti foglietti sparsi in giro per tutti i livelli, che rendono il gameplay più statico e rompono nettamente l’atmosfera horror. Sono apprezzabili invece gli scorci di memoria relativi agli altri personaggi, che vengono rievocati in seguito a un certo evento come avvicinarsi in un luogo particolare oppure dopo aver raccolto un documento o un oggetto.

Amnesia: Rebirth

Il gameplay di Amnesia: Rebirth è parecchio semplice ma comunque gradevole e molto intuitivo. Ogni tanto saranno presenti dei piccoli puzzle che si risolveranno esattamente come in un qualsiasi punta e clicca, ovvero premendo pulsanti, muovendo leve, e infine usando degli oggetti presenti nell’inventario per procedere nelle aree successive. Altre volte, invece, bisognerà scappare da uno o più nemici, e la tensione durante questi momenti salirà parecchio.

Stare in luoghi bui troppo a lungo o guardare certi elementi come i cadaveri aumenterà la paura della protagonista, portando a una sorta di game over. Per evitare di cadere nella follia, per tale motivo, sarà necessario utilizzare dei fiammiferi e una lanterna a olio al fine di sfruttare la luce come fonte di conforto. Oltre a ciò, è possibile interagire con diversi oggetti presenti nell’ambiente circostante, per esempio lanciando o spostando oggetti quali anfore e attrezzature per trovare item da aggiungere all’inventario oppure dei documenti.

Amnesia: Rebirth

Per la creazione del comparto grafico di Amnesia: Rebirth si è scelto di utilizzare la terza versione dell’HPL Engine. I luoghi esterni molto chiari hanno come colore predominante il giallo, mentre gli interni saranno un misto di poca luce e parecchio buio. Bisogna specificare l’aggiunta di animazioni facciali e di movimenti dei personaggi più fluidi, che nei due precedenti capitoli della serie erano praticamente assenti. Piccola pecca sono le texture non estremamente dettagliate ma comunque abbastanza soddisfacenti da vedere.

Le musiche sono sempre adatte al contesto per cui sono state create, e i suoni sono abbastanza ricercati e mai fuori luogo, contribuendo ad migliorare l’immersività dell’esperienza.


Amnesia: Rebirth è un gioco horror dalla trama drammatica e interessante, con un gameplay semplice e intuitivo. L’obbiettivo principale è quello di sopravvivere, fuggendo dai vari mostri presenti in quel luogo maledetto dove Anastasie si è ritrovata in balia degli eventi. La pressione e la paura ogni tanto si fanno sentire, ma entrambe vengono spezzate brutalmente dall’utilizzo dei documenti sparsi in giro, utilizzati come forma predominante di narrativa. Nulla da ridire invece sull’ambientazione e sugli scenari, paurosamente ben costruiti.

8

Pro

  • Trama abbastanza drammatica
  • Gameplay semplice e intuitivo
  • Ambientazioni gradevoli

Contro

  • Nella narrazione è presente un potente abuso dei fogli di testo
  • Texture non estremamente dettagliate
Vai alla scheda di Amnesia: Rebirth
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