Alone in the Dark – Recensione Alone in the Dark
Grande responsabilita’ per i produttori e per i programmatori della Eden Games. Con uno sviluppo durato 4 anni e un impiego di risorse da parte della Atari senza precedenti, questo titolo aveva uno scopo davvero ambizioso: ridefinire il concetto di survival horror ed esperienza cinematografica. Purtroppo l’esperimento è riuscito men che a metà, creando qualcosa che non si avvicina né al primo né al secondo obiettivo. Alone in the dark e’ un titolo fatto con passione, pieno di idee e tante novita’, ma e’ anche un titolo con molti problemi e con un sistema di controllo astruso e complicato che rovina spaventosamente l’esperienza in game.
Voragini e creature!
La vicenda si svolge tutta a New york City, a Central Park (escluso il livello iniziale che serve da tutorial, e che vi vede all’interno di un palazzo che si distrugge letteralmente sotto i vostri piedi ). Il parco della grande mela nasconde un terribile segreto che qualcuno ha intenzione di risvegliare. E mentre tutta New York viene inghiottita da strane voragini che appaiono nei punti piu’ disparati, Edward Carnaby si trovera’ a dover salvare (ancora una volta !?) tutto il genere umano da questa catastrofe. Comunque, senza svelare troppo sulla trama, diremo che, a parte un incipit abbastanza ben riuscito con l’eccezione della corsa in auto verso Central Park, realizzata veramente male e piena di bugs, la storia finisce per essere un insieme di luoghi comuni ed enigmi piuttosto prevedibili. A risollevare un po’ la trama ci pensa un finale ben curato e pieno di suspence che fa ben capire che presto avremo un seguito, probabilmente da scaricare dal market place dell’ XBox Live.
Il Mondo Reale
Il gioco è un classico Action Game in terza persona con la visuale che può passare in soggettiva quando si adopera un’arma. La novita’ piu’ eclatante di questo Alone in the dark è il grandissimo livello di interazione possibile con tutto l’ambiente: potrete usare pressochè qualsiasi oggetto come arma o semplicemente per farvi strada o per risolvere piccoli enigmi. In combattimento potrete brandire un mestolo ed agitarlo come arma tramite lo stick analogico destro in ogni direzione, un esempio un estintore puo’ essere utile per sfondare una porta, oppure unite una benda ad una bottiglia d’alcool ad avrete la vostra Molotov. Un sistema divertente ed intrigante, estrosametne denominato dagli sviluppatori "Real World Rules", che se dalla sua ha l’entusiasmante livello di realismo o quantomeno di verosimiglianza che offre, resta purtroppo lento e a volte inutilmente complicato.
Anche Edward si muove piuttosto lentamente e se vorrete raccogliere qualcosa dovrete essere perfettamente sopra l’oggetto: l’intero sistema di controllo del personaggio, come vi accorgerete immediatamente non appena all’inizio della partita, è estremamente legnoso e macchinoso. L’inventario, poi, e’ particolarmente complesso da gestire: si apre la giacca e con i tasti direzionali si passa da un oggetto all’altro e una volta scelti, si possono combinare le selezioni tra loro. Il problema di questo sistema è che per selezionare qualsiasi oggetto bisogna passare inevitabilmente dall’inventario (ad esclusione della pistola) e, dal momento che i nemici non aspettano certo che voi rovistiate tranquillamente tra le vostre cose, continueranno ad attaccarvi senza pietà. Siete feriti o ustionati? Dovrete passare lo spray medico manualmente su ogni singola ferita, premendo il grilletto destro del pad come fosse il dispenser del flacone.
Edward si reinventa eroe pratico alla McGyver, e il gioco si discosta quindi dai canoni tipici del survival horror così abbondanti di enigmi che variano spesso dal fantasioso all’assurdo. Sebbene tutto ciò faccia molto "Real World", ci si domanda come mai Eden Games si sia complicata così la vita, quando in altri giochi tutto questo si fa con la pressione di un solo tasto!
“Spacca” lo schermo ?
Graficamente parlando non c’è male, Alone in the Dark 2008 riporta in vita il franchise orignale per lo meno sotto l’aspetto estetico con ogni onore. Nelle scene filmate in particolare avrete modo di apprezzare la bellezza dei modelli poligonali dei personaggi umani e non, mentere in-game quello che colpisce maggiornamente sono gli effetti di illuminazione dinamica assicurati da esplosioni o altre fonti luminose. In un gioco in cui spadroneggiano un uso esagerato del fuoco e della fisica del real World non ci si poteva aspettare di meno effettivamente. Textures ed ambientazioni sono curate e le noterete soprattutto all’inizio, prima che la trama del gioco vi scarichi in un Central Park solitamente scarno.
Il bel colpo d’occhio generale non si risparmia però bug ed errori programmazione: travi di legno che vi si conficcano in testa e continuate a camminare tranquillamente, oppure oggetti che rimangono a galleggiare a mezz’aria o a volte nemici che scompaiono o rimangono fermi sul luogo, certo indice di una non troppo ben calibrata intelligenza artificiale. Certo piccoli problemi che non minano l’andamento generale del gioco, che e’ senza dubbio molto buono, divertente e appassionante, addirittura grandioso quando c’è da ammirare una spettacolare cut-scene o l’ambiente circostante il giocatore letteralmente sfracellarsi ed andare in frantumi.
Bello, sempre che digeriate il sistema di controllo, ed in particolare le molte frustrazioni che vi aspettano nel corso della partita. Per eseguire le azioni più complesse sono a volte necessarie lunghissime sequenze di tasti, e l’irritazione di rivedere per l’ennesima volta la stessa scena dello stesso autobus schiantarsi nello stesso punto potrebbe indurvi ad utilizzare la graditissima funzione di salto del livello. Il gioco è infatti strutturato su differenti scenari, e la cosa innovativa è che ci sarà possibile saltare a quello successivo in ogni momento. L’ottima regia del gioco ci assicura di non perdere nemmeno un minuto dello sviluppo della trama fornendoci comunque le scene salienti della vicenda.
L’audio e’ sempre azzeccatissimo, una colonna sonora d’atmosfera con musiche orchestrali e tenebrose. Il doppiaggio è completamente in italiano ed è davvero ben fatto, sicuramente più convincente della controparte anglofona, senza sbavature o cattive traduzioni dall’inglese nonostante lo script sia in ogni caso piuttosto blando.
Nel buio
E quindi? Che giudizio dare ad un gioco dai caratteri così contraddittori? Qualcuno si limiterà ad evidenziarne i lati negativi e le aspettative deluse, altri ne elogeranno l’inventivo gameplay e l’azione a tratti adrenalinica; alcuni lamenteranno l’assenza di piglio realmente horror e i macchinosi controlli, altri gioiranno dell’ottima grafica e del mordente action della struttura ad episodi; alcuni non perdoneranno ad Atari la frustrazione provata in alcuni punti, altri guarderanno principalmente a quanto questo gioco offre di buono, soprattutto nelle prime battute. Se i ragazzi della Eden avessero avuto piu’ tempo e avessero fatto piu’ attenzione, avrebbero sformato un titolo di grande impatto. Per ora è sette e mezzo. Chissà forse la prossima volta!