Alex Kidd in Miracle World DX – Recensione
Non sono ormai in molti a sapere che in origine la mascotte di casa Sega non era l’attuale e famoso porcospino blu Sonic ma bensì Alex Kidd, un quattordicenne dalle orecchie grosse e dai pugni potenti, iconografia volontaria ispirata alla celebre scimmietta giapponese da cui hanno tratto abbondante ispirazione i media dell’epoca e non. Il Sega Master System – l’allora console Sega considerata rivale diretta del Famicon di Nintendo – aveva per l’appunto Alex come caposaldo al lancio nel lontano 1986 e quest’anno, come omaggio, la casa produttrice di Tokyo ha deciso di presentare un remake fedele di uno dei primi titoli di punta di quell’ormai lontano periodo videoludico.
Vede così la luce Alex Kidd in Miracle World DX, perla nostalgica proposta oggi da Jankenteam e Merge Games per PlayStation 4, Nintendo Switch, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S e PC tramite Steam. Saranno riusciti gli sviluppatori a strappare una lacrima ai nostalgici e a interessare le nuove leve del panorama videoludico? Scopriamolo assieme.
La trama naturalmente non è stata snaturata né stravolta da quella originale e ricalca in maniere fedele e quindi necessariamente sbrigativa (stiamo pur sempre parlando del 1986 – N.d.R.) la storia originale.
Nel mezzo dei suoi allenamenti Alex viene interrotto dal villain di turno, tal “Janken Il Grande” e coinvolto suo malgrado in un’articolata e variopinta ricerca di suo fratello rapito, Egle. Il suo compito sarà fronteggiare orde di nemici – in un platform ispirato al ragionamento più che alla velocità – nel disperato tentativo di riportare la situazione alla normalità.
SEGA punta alla nostalgia e all’affetto provati dai suoi fan e ripropone quindi un’avventura identica a quella originale con purtroppo tutti i pregi e difetti derivanti da questa scelta. Il rischio che si assume la casa di Tokyo è grande e, per quanto l’arma dell’amor nostalgico sia efficace, purtroppo siamo di fronte a un gameplay che definire datato è un mero eufemismo.
Il nuovo Alex Kidd in Miracle World DX, per quanto dotato di un tasto alla cui pressione segue uno switch senza soluzione di continuità tra la versione originale e quella restaurata, risulta un po’ stantio e ci ritroviamo ad ammettere che l’effetto indie-vintage non basta.
Nemmeno il notevole restyle e arricchimento grafico, che dota Alex Kidd in Miracle World DX non solo di dettagli e qualità grafica maggiore ma anche di una serie di visibili migliorie su nemici, fondali e animazioni, riesce a svecchiare un gameplay troppo in là con gli anni e dal livello di difficoltà quasi proibitivo.
Innanzitutto partiamo con il dire che all’epoca il platform non era fatto di immensi quadri da attraversare di corsa ma di stage corti, in cui bisognava ragionare e in cui era impossibile tornare indietro.
In Alex Kidd in Miracle World DX scordatevi di falciare nemici a schermo all’impazzata: dovrete valutare gli elementi presenti e se e quando ingaggiare lo scontro con gli avversari. Ogni singola cosa può uccidervi istantaneamente: nemici, fondali, persino aprire un power up si può rivelare mortale e fidatevi: morirete spesso, molto spesso. Le sole tre vite a disposizione nella “modalità classica” rischiano di essere consumate senza superare nemmeno le prime tre schermate di gioco e dopo un buon livello di imprecazioni si passa quasi sempre alla modalità “vite infinite” che, pur permettendo di affrontare Alex Kidd in Miracle World DX un po’ più serenamente, ci preclude alcuni trofei e achievements.
Interessanti gli scontri con i boss, che anziché essere affrontati a suon di mazzate vanno combattuti alla morra cinese (Janken appunto è il nome del gioco originale): sasso, carta forbice. Meno interessante il tentativo di utilizzo di mezzi di movimento anacronistici acquistabili al negozio, che di fatto poco aggiungono al gameplay originale.
Se questi difetti potrebbero anche essere mitigati dall’amore nostalgico, purtroppo non si può invece passare sopra a difetti grafici che portano alla vostra dipartita anche quando millimetricamente non toccate il nemico ma vi ci avvicinate solo di pochi pixel.
Questa stessa precisione viene poi meno nella pressione del pulsante di salto che fa cilecca, o nel raggiungere punti dello schermo con l’analogico sinistro senza riuscirci immotivatamente. Se di restyling si deve parlare, forse si sarebbe potuto fare di più: in alcune sessioni di gioco per esempio si è più precisi se le si affronta in modalità 1986 piuttosto che in questa nuova veste.
Le versioni per le varie console sono identiche e intergenerazionali. Nintendo Switch si comporta in maniera identica a Playstation 5 e al PC e tempi di caricamento e attesa sono pressoché nulli su tutte le piattaforme.
Per quanto riguarda la longevità, invece, assicuriamo ore di intrattenimento solo a causa dell’elevato livello di difficoltà: un ipotetico mago dei videogame che riuscisse a non perire mai nel corso dell’avventura offerta da Alex Kidd in Miracle World DX la porterebbe infatti a termine in un’ora circa.
Un ultimo piccolo appunto: per quanto sia ottimo, nel restyle grafico a nostro avviso si sarebbero dovute svecchiare anche quelle parti di codice che sono preposte ai combattimenti con i boss o ai tesori trovati nei blocchi appositi.
Per intenderci, non è pensabile che nel 2021 la sequenza dei tesori nascosti nei blocchi sia sempre la medesima (anello, morte inseguitrice, vita extra), cosi come non è pensabile che un boss che ci sconfigge giochi sempre le stesse mosse in sequenza ai nostri successivi tentativi di affrontarlo.
Alex Kidd in Miracle World DX è un titolo che punta tutto sul fattore nostalgia replicando fedelmente il titolo originale in tutto e per tutto, esclusa ovviamente grafica e sonoro. Il gameplay risente purtroppo il peso degli anni e unito all’elevato livello di difficoltà e ad alcune problematiche tecniche purtroppo non permettono di ottenere la piena sufficienza. Forse si sarebbe dovuto fare di più per esaltare un personaggio così importante e fondamentale del mondo videoludico.
Pro
- Porting estremamente fedele all'originale
- Buon restyle grafico e sonoro
- Switch in tempo reale alla versione classica
Contro
- Gameplay troppo datato
- Comandi imprecisi
- Difficoltà frustrante
- IA del 1986