Akiba’s Trip: Undead & Undressed

Il biglietto da visita di questo strambo titolo prodotto da Acquire è un eloquente gioco di parole: “Akiba”, diminutivo di Akihabara, lo storico quartiere giapponese fedelmente riprodotto nel gioco e “trip”, viaggio, è la chiave di lettura più politically correct che possiamo dare alle due parole. In realtà, quel genitivo sassone “’s”, se letto velocemente, trasfprma “trip” in “strip”, e il tutto diventa immediatamente più interessante: che si stia in realtà parlando di donnine in vestiti succinti in giro per il famoso quartiere nipponico? Sì e no, dal momento che Akiba’s Trip è questo e altro: continuate a leggere e scoprirete un piccolo gioiello di humor e divertimento.

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Vampiri di una Tokyo moderna

Come nei migliori JRPG dei tempi dello SNES, in Akiba’s Trip saremo noi a scegliere il nome per l’eroe principale, al quale pertanto ci riferiremo in queste righe chiamandolo semplicemente “l’eroe”. Quest’ultimo, con l’idea di trovare facilmente lavoro, dopo aver risposto a un annuncio si ritrova legato al tavolo di una sala operatoria, circondato da misteriosi individui: i sinistri – così si autodefiniscono – sono una sorta di vampiri moderni che si nutrono dell’energia vitale degli altri esseri umani. Durante il sonno l’eroe avrebbe dovuto trasformarsi in uno di loro, senza coscienza e spinto solo dalla fame, ma la sua volontà gli ha permesso di mantenersi vigile e in grado di raziocinio.

L’avventura inizia proprio mentre gli antagonisti scoprono che la trasformazione dell’eroe non è avvenuta come pensavano: salvato da Shizuku Tokikaze, misteriosa ragazza dai capelli viola e dalle innegabili doti di combattente, il protagonista di Akiba’s trip scoprirà presto che la sua vita non sarà più la stessa. Con Tokikaze l’eroe ritornerà alla tavola calda sede dell’Akihabara neighbourhood watch, un’associazione di ragazzi e amici che volontariamente offrono un servizio di vigilanza per le strade del quartiere. I nuovi poteri acquisiti – unitamente a una voglia matta di mangiare bistecche piuttosto che sottrarre energia vitale agli uomini – la scoperta dell’esistenza dei sinistri e della minaccia che questi costituiscono per la società e, ovviamente, la conoscenza di Tokikase, porterà tutti i personaggi principali a intraprendere una grande avventura ricca di pericoli e combattimenti. Ci fermiamo qui per non rovinare la sorpresa a chi ama farsi prendere dalla storia degli RPG, assicurandovi che il character design d’eccezione e alcuni dialoghi particolarmente ispirati faranno sicuramente la gioia degli appassionati del genere, nell’ultimo periodo rimasti un po’ a digiuno.

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Ti strappo le mutande

Il sistema di gioco di Akiba’s Trip è semplice e geniale allo stesso tempo: i sinistri, come i vampiri, non possono esporre il loro corpo direttamente alla luce del sole. Da questo dato di fatto ne dedurrete che il modo migliore per sconfiggerli è spogliarli completamente (memorabile una delle battute del protagonista nei primi minuti di gioco: “Non potevano essere delle ragazze?!” dice, quando viene assalito dai primi avversari). Il gioco propone due differenti livelli di difficoltà: al livello più facile tutte le mosse saranno semplificate e non vi sarà una reale differenza tra gli attacchi e le parate alte e basse; al livello normale, invece, il sistema di combattimento si farà più profondo e offrirà decisamente maggiori soddisfazioni a chi avrà la pazienza di apprenderne al meglio le meccaniche. In ogni combattimento, comunque, il fine ultimo sarà indebolire gli avversari e fino a riuscire a togliere loro i vestiti, suddivisi in indumenti per la testa, per il torso e per le gambe. Con il passare delle ore e l’accumularsi dell’esperienza sarà possibile apprendere devastanti combo e mosse speciali che permetteranno di avere la meglio anche sulla lingerie delle antagoniste più carine che, per la gioia del protagonista, arriveranno negli scontri più avanzati del gioco.

Benchè Akiba’s Trip sia incentrato sui combattimenti è naturalmente presente anche la componente più di esplorazione: oltre a scegliere il compagno con cui pattugliare la città o allenarsi nell’arena, sarà di vitale importanza visitare tutti i luoghi presenti sulla mappa e parlare con quante più persone possibili, sia per raccogliere informazioni utili al proseguimento della trama principale, sia per sbloccare le molteplici missioni secondarie presenti nel gioco. Queste ultime, particolarmente varie e alcune davvero divertenti, permetteranno al giocatore di salire più velocemente di livello in modo da poter impugnare armi e indumenti più potenti. Un’altra componente di Akiba’s Trip, infatti, è la gestione del personaggio: sarà possibile scegliere i vari indumenti – ognuno con le proprie caratteristiche uniche – così come le armi più o meno convenzionali con le quali equipaggiarlo.

È proprio l’aspetto dell’utilizzo delle armi nei combattimenti e nell’esplorazione di Akibahara che il titolo Acquire riporta alla mente il ben più celebre e curato Yakuza: sebbene i due giochi sembrino essere distanti anni luce, vi assicuriamo che per alcune caratteristiche di fondo non c’è poi questa grande differenza e, intendiamoci, questo non può che essere un punto a favore di Akiba’s Trip.

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I cartoni giapponesi ci piacciono sempre

Già dal filmato di apertura è ben chiara la grafica anime che accompagnerà i giocatori per tutta l’avventura. Il gioco è interamente in Cel Shading e il design dei personaggi è curato e bizzarro come ci aspettavamo. Le strade pullulano di indaffarati abitanti e di cose da fare e i combattimenti sono sempre fluidi e divertenti, con una telecamera che nonostante non sia perfetta mostra una fluida reattività quando controllata dal giocatore. Detto questo, dobbiamo ammettere che la grafica da cartone animato inizia ad apparire un po’ povera, soprattutto se vista sulle console di ultima generazione: se su PsVita Akiba’s Trip fa ancora la sua bella figura, in altre parole, su Playstation 3 e soprattutto Playstation 4 potrebbe non incontrare il favore dei videogiocatori più esigenti. Resta comunque il fatto che la libertà di esplorazione e i colori della città sono sempre uno spettacolo per gli occhi, soprattutto per chi è stato in Giappone e conosce i luoghi riprodotti nel gioco.

Passando alla parte audio, segnaliamo come praticamente tutti i dialoghi siano stati doppiati, segno di un particolare interesse da parte degli storyteller nella narrazione. Se da una parte abbiamo quindi – come nel più classico degli RPG PSP/PsVita – l’immagine 2D statica dei personaggi ai lati del box con il testo del dialogo in corso, il doppiaggio e la recitazione donano una maggiore enfasi alla trama e aiutano il coinvolgimento del giocatore. Unico neo da segnalare per quanto riguarda il sonoro, il rumore dei passi dei protagonisti, alla lunga fastidioso e stranamente vecchio stile (qualcuno si ricorda l’orrendo rumore dei passi nei vecchi survival horror?). Si tratta comunque di una lieve mancanza di fronte a un comparto tecnico non eccellente ma comunque curato e godibile.

 Versione Playstation 4 (a cura di Simone “Chibi” Cirimbilla)

Come forse alcuni di voi saprete, Akiba’s Trip è finalmente uscito anche nei mercati europei. Disponibile su tutte le console Sony, noi abbiamo provato anche la versione Playstation 4, scoprendo che sulla nuova arrivata tra le macchine da gioco domestiche ci sono parecchie migliorie ed aggiunte rispetto alla versione per Playstation 3 e Playstation Vita. Su PS4 avremo quindi modo di girare per Akihabara spogliando vampiri in maniera ancor più divertente rispetto a prima.

Innanzitutto, come era quasi ovvio, è stato migliorato tutto il comparto grafico di Akiba’s Trip. Un nuovo sistema di luci e di ombre, una risoluzione più alta, e dei modelli dei personaggi più dettagliati si uniscono ad un framerate completamente stabile a 30fps, che nelle altre due versioni invece subiva diversi cali.

Tra le strade di Akihabara sono presenti molti più PNG, almeno 4 volte tanti, rendendo la città elettrica un luogo molto più “vivo”. Oltre a ciò Akihabara può ottenere l’aspetto che preferiamo grazie alla modalità “Visual Editor”, dove potremo modificare ogni aspetto di ciò che vediamo tra gli schemi di colori, la direzione artistica dei bordi e molto altro. Possiamo dare alla visuale manga a quella horror o, addirittura, quella ispirata a Matrix.

Su PS4 naturalmente è compresa l’interattività con Twitch, uStream, e gli altri sistemi di streaming. Mentre giocheremo e manderemo in onda la nostra partita, gli utenti che ci seguono saranno in grado non solo di chattare con noi, ma anche di inserire dei comandi che influiranno con la nostra sessione di gioco: per esempio potranno evocare una versione Majocco della sorellina del protagonista per combattere assieme a noi, oppure possono far arrivare la polizia sulla scena per smuovere le cose… e se non volessero aiutare ma solo rendere la situazione strana, è possibile anche evocare un tornado di mutandine femminili.

Tutti quanti i DLC delle versioni PS3 e PsVita sono già compresi in questa versione e disponibili sin dall’inizio, ed è stata aggiunta anche una modalità “ToyBox” che permette di iniziare una partita con tutto ciò che vogliamo nel nostro inventario, così da testare tutte le armi che vogliamo, anche se in questa modalità non potremo sbloccare alcun trofeo.

Per ultimo, ma non per importanza, una volta finito il gioco a difficoltà Gamer si sbloccherà l’opzione “Bust Wave”, la cui funzione lasceremo alla vostra immaginazione.

Insomma, la versione Playstation 4 è decisamente la più completa e ha subito moltissime migliorie ed aggiunte. Il gioco base rimane identico naturalmente, ma se possedete una Playstation 4 senza dubbio la vostra scelta per Akiba’s Trip dovrebbe cadere su questa versione.

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