Air Combat – Recensione Air Combat
La saga ha inizio
A metà degli anni ’90, la pubblicazione di un nuovo titolo NAMCO diede inizio ad una nuova era per i simulatori di volo su console. Ace Combat, titolo originale del gioco che nel mercato occidentale è stato diffuso col nome di Air Combat, rappresenta il punto di inizio di una scalata inesorabile verso la qualità e il successo.
L’immortale logo del gioco, poi modificato e usato in Ace Combat 2.
I creatori della serie hanno affermato che i fatti narrati in Air Combat non sono legati a quelli dei capitoli successivi, ma questo non deve assolutamente sminuire l’importanza di questo titolo. Molte delle sue caratteristiche, infatti, sono delle costanti che si ritrovano in tutta la serie e sarebbe sbagliato emarginare un titolo che è comunque capace di offrire un modesto intrattenimento anche a così tanti anni dalla sua uscita.
Colpo di stato e necessità di reagire
Ai tempi di Air Combat i giochi del suo stesso genere non erano noti per le loro potenzialità narrative e questo titolo non costituisce un’eccezione a questa regola. Più che una trama, si ha una descrizione della situazione politico-militare iniziale che indirizza subito il giocatore verso le varie missioni del gioco. Gli "aggiornamenti tattici" che vengono esposti nel corso dei vari briefing, non contano ai fini della narrativa e risultano essere molto secchi e diretti. Detto questo, accusare Air Combat di non avere nulla di originale da offrire è sbagliato: oltre alle ambientazioni completamente innovative (come è noto a tutti, la serie non è ambientata nel mondo reale) anche i presupposti della "trama" risultano essere abbastanza originali e degni di interesse.
In un paese non precisato (e qui ritorna il fatto che Air Combat non è legato agli eventi degli altri capitoli della serie), un colpo di stato mette in ginocchio tutte le istituzioni e tutti i tentativi di debellare la minaccia falliscono.
Le autorità rimanenti decidono di chiedere l’aiuto dei migliori piloti da caccia del mondo per combattere questa minaccia senza causare vittime tra i civili. Non è un compito facile, ma si pensa che una serie di attacchi mirati contro gli obiettivi strategici dei terroristi e l’eliminazione delle loro forze aeree siano sufficienti per risolvere il conflitto nel migliore dei modi. Ai piloti che accettano la sfida vengono promesse ingenti remunerazioni: ebbene sì, in Air Combat il giocatore è un mercenario.
A caccia di terroristi…
I top gun hanno il compito di colpire obiettivi strategici in vari luoghi: in termini di gioco, questo viene rappresentato con una mappa della regione in conflitto e diversi simboli che indicano le aree da riconquistare. I movimenti sono semplici ed intuitivi, e consentono di inquadrare ogni missione in un contesto tattico/geografico ben definito. La variabilità delle missioni e la natura delle ambientazioni nelle quali hanno luogo sono notevoli. Chi si è avvicinato alla serie con i titoli più recenti, tanto per fare un esempio, potrà notare che la missione di intercettazione di uno stormo di bombardieri B-52 (quasi una vera costante nella saga) è un’eredità di Air Combat. Lo stesso discorso viene applicato ad altri contesti, come i voli adrenalinici nei canyon.
Inutile dire che gli obiettivi strategici in mano ai terroristi non sono indifesi: i caccia nemici non sono in gran numero, ma sanno impegnare il giocatore e richiedono un po’ di tempo per essere abbattuti. Essi fanno uso di aerei sempre più avanzati in un modo tale da surclassare la disponibilità del giocatore in termini di velivoli competitivi. Generalmente, prima di poter acquistare un determinato velivolo, lo si incontra diverse volte nelle mani del nemico: in Air Combat, gli aerei si sudano e conservare i soldi ottenuti per gli acquisti migliori è sempre una scelta saggia. Molto interessanti sono le loro livree bianche e rosse, caratterizzate dall’immagine di una fenice rossa: si tratta dello stesso stemma dello squadrone speciale Scarface di Ace Combat 2, il che è più di una semplice coincidenza. Come già detto, tuttavia, la trama di questo capitolo non è legata ai titoli successivi e questo induce i fan a considerlo una specie di introduzione al resto della saga.
Un aereo da trasporto è un facile bersaglio e può essere abbattuto senza dover ricorrere ai missili.
Una sconfitta in una missione, che nella massima parte dei casi avviene in seguito alla disruzione del velivolo del giocatore, non comporta il classico "Game Over" che un giocatore si potrebbe aspettare. Perso un pilota col suo aereo, si ha la possibilità di riprovare la missione con un altro aereo nel tentativo di sconfiggere le unità nemiche presenti e procedere con la campagna militare. Quando le perdite diventano ingenti e non ci sono sostituti, ecco che si presenta la schermata di "Game Over" accennata prima. Questo stile dà veramente l’impressione di controllare un intero squadrone anziché un personaggio singolo, ma questo aspetto del gioco, poco sfruttato per aumentare lo spessore del titolo, rimane molto vago.
Dopo aver completato le primissime missioni, al giocatore viene offerta la possibilità di volare con un wingman (gregario) nel corso delle missioni successive. L’uso di questi, assolutamente non obbligatorio, richiede una certa quantità di denaro che è influenzata dall’abilità del pilota in questione e dall’aereo che usa. Prima della missione è possibile ordinare al gregario di proteggere il giocatore, eliminare i caccia nemici o distruggere gli obiettivi di terra: si tratta di una scelta non indifferente, dato che nel corso della missione non sarà possibile cambiare l’ordine. Come prevedibile, non fanno miracoli ma aiutano ad attirare il fuoco nemico in situazioni delicate, le quali vedrebbero un giocatore solitario in netto svantaggio.
Stile primitivo ma efficace
Il comparto tecnico di Air Combat è veramente semplice, ma questo non rende le meccaniche di gioco incompatibili con i gusti dei fan del genere. Il sistema di volo è simile a quello degli altri AC e le restrizioni sono limitate alle opzioni di visualizzazione (non c’è nessuna visuale interna all’abitacolo e quella esterna non permette al giocatore di guardarsi intorno). Ci sono mitragliatrici e missili di base, ma mancano armi aggiuntive capaci di rendere la pulizia dei cieli e dei suoli più semplice. L’HUD fornisce le informazioni di cui il giocatore ha bisogno e i radar riescono a monitorare le unità aeree e terrestri presenti sul campo di battaglia, marcando opportunamente gli obiettivi della missione.
Caccia nemici, obiettivi e riserve di carburante: ci sono tante cose da controllare ripetutamente nel corso di una missione.
Oltre ad occuparsi dei nemici "regolari", il giocatore dovrà anche imparare a dare un’occhiata le riserve di carburante del proprio velivolo e il loro consumo: finire il carburante durante una missione significa fallirla, condannando il proprio velivolo ad un impatto al suolo misero e privo di gloria.
Solitamente, il problema della benzina non dovrebbe far preoccupare i giocatori più di tanto, ma ci sono almeno due occasioni nel corso della campagna principale in cui risparmiare il carburante rivaleggia, in termini di importanza ai fini della sopravvivenza, con l’evitare i missili del nemico.
Le modalità di controllo dei velivoli sono due: una per principianti (che fa comportare i caccia quasi come "macchine del cielo") ed una per gli esperti (molto più realistica). Questa distinzione, che attualmente potrebbe sembrare ridicola, era più che necessaria all’uscita di Air Combat, quando moltissimi giocatori non erano affatto abituati ad un sistema di controllo basato sugli aerei veri. Anche i livelli di difficoltà sono graduali e si adeguano perfettamente alle esigenze delle varie tipologie di giocatore: contrariamente a quanto si possa pensare, Air Combat non è per niente facile al livello di difficoltà più avanzato. Insomma, dietro all’età del gioco si nasconde una vera e propria trappola per chi ha intenzione di andare oltre i suoi limiti. Per quanto strano possa essere, AC presenta delle caratteristiche peculiari tali da fare invidia a molti altri capitoli della serie: una di queste è la possibilità di scegliere percorsi alternativi per completare il gioco, andando ad occupare varie aree della mappa trascurando le altre più o meno definitivamente (per completare il gioco non è necessario riconquistare tutte le aree). Una simile caratteristica si ha in AC2 e meglio ancora in AC3, ma scompare in tutti i titoli successivi fino ad ACX per PSP.
La colonna sonora è piacevole ma in molti tratti risulta essere poco curata: diversi sottofondi musicali sono troppo corti e il giocatore si vedrà costretto ad ascoltare le stesse sequenze più volte nel corso di una missione. Altre tracce musicali, in netto contrasto con questa tendenza, sembrano molto più moderne del gioco di cui fanno parte.
Air Combat, un must per i collezionisti
Ai più potrebbe sembrare un titolo decisamente primitivo, ma Air Combat ha molto da offrire. Chi si è avvicinato alla serie con i titoli più recenti noterà con piacere una serie di simpatiche analogie ma rimarrà senz’altro deluso di fronte alla povertà del gioco in termini di trama e personaggi. Si tratta di un titolo tutto da giocare, semplice ed immediato, che non prevede lo stesso grado di coinvolgimento che ha reso celebri gli altri AC.
La prima missione notturna, un attacco chirurgico ad importanti infrastrutture in una città spopolata, è difficile da dimenticare…
Chi non ha l’esigenza di voler completare le collezione per carpire tutti i segreti della serie non è strettamente tenuto ad acquistare Air Combat, titolo che potrebbe sembrare troppo arretrato per i gusti odierni. Chi cerca una sfida potrebbe trovare il titolo molto interessante per il periodo in cui è uscito.