Ai Limit Recensione

Recensito su PC

Ai Limit Recensione Art Design

Debuttare con un soulslike è una scelta rischiosa.

Il genere creato da From Software può sembrare una versione semplificata degli action RPG, basata su un sistema di combattimento ormai ben rodato e sull’alta difficoltà, tuttavia ci sono molti dettagli che fanno la differenza tra un buon soulslike e uno pessimo. Dettagli che non è facile nè comprendere nè tantomeno realizzare ad un livello soddisfacente.

AI Limit è una grossa scommessa come progetto di debutto, scommessa che rema controcorrente per una serie di fattori storici che compromettono il primo impatto con l’opera e che, avendo la grazia di sapere la ricezione critica del progetto in anticipo, sono sicuro abbia offuscato la vista di alcuni giocatori.

Al genere soulslike infatti AI Limit affianca due sottogeneri che ho già visto in passato urtare la percezione di altri progetti simili. Lo stile grafico è pseudo-anime, scelta che ha inizialmente giovato e successivamente detratto da Code Vein mentre l’ambientazione è post-apocalittica con un mix di steampunk, cyberpunk e horror cosmico, cose che richiamano al primo, pessimo, The Surge e che han condizionato il pubblico a snobbare il secondo gioco (che è invece tra i migliori titoli del genere).

Insomma, AI Limit è un gioco che, visto dall’esterno, può sembrare molto superficiale. Un tentativo di scopiazzare la formula From Software, con un pizzico di Code Vein e una spolverata di Nier Automata, senza una vera e propria anima.

Non è così. AI Limit è un ottimo soulslike. Al netto di alcuni problemi tecnici che han comunque subito dei netti miglioramenti (o son del tutto spariti) nel corso delle prime patch post-lancio, si tratta di un gioco che merita, che ha le sue idee e che può piacere ai fan del genere.

AI Limit Recensione

La storia di AI Limit parla di una “Blader” senza nome a cui la Dea Asteria affida il compito di collegare vari rami spezzati per far crescere l’Albero della vita (essenzialmente il corrispettivo AI Limit dei Falò di Dark Souls) e di conoscere il mondo durante il viaggio, lasciando alla Blader la possibilità di tirare le proprie conclusioni sulla situazione che affligge il mondo.

Si scopre presto che la realtà del gioco è un post-apocalisse nel quale dello strano fango ha sotterrato il mondo, portando l’umanità vicina all’estinzione e creando dei mostri chiamati Necros. L’avventura della protagonista, che acquisirà molto presto il nome “Arrisa” è ambientata durante un’invasione dei Necros dell’ultimo Bastione dell’umanità, in mano ad un’organizzazione religiosa chiamata “Chiesa di Aether”.

Durante l’invasione, diverse fazioni si ritrovano a combattere tra città e dintorni, portando Arrisa a conoscere gente di ogni tipo nel suo viaggio per scoprire la verità sull’Albero della Vita, sulla Chiesa di Aether, sui Necros e sui Blader.

Ai Limit Recensione NPC quest
La gestione degli NPC e delle loro quest è un punto di forza dell’esperienza.

Le storie singole di ognuna di queste fazioni (a cui si aggiunge anche la Gilda dei Cacciatori) sono molto prevedibili e non offrono nulla che non si sia visto altrove. Come tutto si collega, però, è interessante.

Una delle cose che AI Limit riesce a fare meglio di ogni altro soulslike che ho giocato è quella di contestualizzare le quest all’interno della trama principale del gioco. I vari NPC sembrano attori attivi nella storia, senza l’utilizzo di scuse complicate come il tempo distorto dei giochi From.

Purtroppo Arrisa è un personaggio molto noioso, con un doppiaggio inglese diretto maluccio e dei dialoghi che si riducono spesso a ripetere una parola detta dall’altro interlocutore sotto forma di domanda. Un peccato perché, nella sua semplicità, la storia di AI Limit è avvincente e può insegnare come meglio integrare una serie di questline all’interno di una narrazione unica.

Feeling Bloodborniano, estetica limitata

Il vero e proprio grande pregio di AI Limit, per quanto riguarda la mia esperienza, è il sistema di combattimento. Il gioco non prende la strada di Nioh o The Surge 2 che cercano di prendere la base di Dark Souls e sommergerla di meccaniche extra per cambiarne l’esperienza, né segue il trend moderno di trasformare ogni soulslike in Sekiro.

Invece rimane sul semplice, ma affina molto bene le meccaniche basilari. AI Limit è essenzialmente il soulslike più vicino a Bloodborne come feeling di combattimento. Non ha una stamina, a differenza del titolo From, ma mantiene il pacing del combattimento alto senza perdere la parte strategica né devolvere in un “roll fest” come può succedere in Elden Ring e Dark Souls 3, ben più concentrati sull’essere ottimi RPG che action puliti.

Il parry ha tempistiche molto simili a quelle di Bloodborne, la meccanica unica del gioco (una barra che sale ad ogni colpo fatto e scende ad ogni subito, utilizzabile come mana per gli attacchi speciali) promuove uno stile di gioco aggressivo e le parametrie RPG sono presenti senza essere protagoniste.

Le armature funzionano in modo simile alla leggendarie esclusiva Playstation 4, presentando tutte statistiche simili con quale specializzazione particolare su alcuni set e ci sono anche delle simil-rune da equipaggiare ad Arrisa.

Ai Limit Recensione Boss
I Boss della prima metà del gioco sono molto semplici, infatti diventano successivamente nemici base. La seconda metà ha sia battaglie difficili che gimmick carine.

Sotto questo punto di vista, capisco possa sembrare AI Limit sia derivativo. Lo è. Però si tratta di una derivazione molto curata di un gioco che ha dieci anni e non è mai stato copiato bene. L’unico altro titolo che ci si avvicina è Lies of P che però si “sporca” con una schivata tremenda ed un focus eccessivo sui parry, cose che lo spostano molto più verso Sekiro che verso Bloodborne (ne parlo meglio, qui).

Se c’è una cosa su cui posso effettivamente esporre dei dubbi riguardo al lato di gioco di AI Limit sono i boss. Le boss-fight, specie nella prima metà del gioco, non sono particolarmente memorabili e risultano troppo facili.

Fortunatamente da metà gioco in poi arrivano battaglie molto migliori, con due genuinamente fantastiche, tuttavia è un peccato i boss siano così hit or miss nella prima sezione, dato che potrebbero lasciare l’amaro in bocca a chi provasse il gioco e si facesse l’idea che esso non abbia battaglie all’altezza.

Un level design “vecchio stile”

Il level design di AI Limit è a sua volta ispirato al “vecchio stile” dei soulslike, quello portato avanti da Dark Souls e Bloodborne, solo per poi essere abbandonato da ogni titolo successivo From e risultare per lo più raro anche nei vari cloni, escludendo solo i due Lords of the Fallen.

Si tratta di zone molto labirintiche, con tanti corridoi lineari che si riconnettono tra di loro per nascondere segreti, portare a zone diverse o semplicemente permettere di aprire shortcut e nuove interconnessioni.

Esplorarle è divertentissimo. Pur essendo io un grande fan di tutte le sfaccettature offerte dal genere souls-like e non essendo assolutamente un “purista” From (il mio souls-like preferito è e rimane Nioh 2) trovo sempre un peccato quando gli sviluppatori decidono di semplificare l’esplorazione a favore di un combattimento più complesso.

O anche di aprirla ad un open-world come nei casi di Elden Ring o persino di Ashen. AI Limit nel suo tradizionalismo riesce a soddisfare la mia voglia di esplorare zone labirintiche e piene di segreti come solo questo genere riesce a creare, cosa che negli ultimi anni mi è successa solo con alcuni Legacy dungeon di Elden Ring e parzialmente con Lords of the Fallen (il secondo).

Purtroppo il gioco ha un grosso limite, le varie zone sono divise da caricamenti, rendendo alcune delle interconnessioni molto artificiali. Un peccato che tendo a perdonare considerando sia il prezzo budget del gioco, sia il fatto che, non dimentichiamolo, si tratta di un titolo di debutto per lo studio (di cui trovate il sito qui).

Ai Limit Recensione Title Drop
Nonostante possa sembrare che le ambientazioni del gioco siano limitate a “ciò che ci si aspetta”, alcune possono sorprendere…purtroppo non posso farvele vedere.

AI LImit è un soulslike molto solido, pieno di segreti e con uno stile di combattimento fluido e divertente. Al netto di alcuni problemi tecnici che potrebbero seccare, non penso possa deludere i fan del genere, a patto che non si giochi un soulslike con l’aspettativa di vedere un’art design al livello di quello From Software.

Considerato anche il prezzo budget a fronte di una quantità di contenuto degna di un gioco full price, non posso che consigliare AI Limit. Specie se cercate qualcosa di più simile ai primi esponenti del genere, precedenti alle rivoluzioni portate da Nioh, Sekiro o Elden Ring.

8.5
AI Limit è uno dei migliori souls-like tradizionali degli ultimi anni

Pro

  • Buon feeling di combattimento
  • Level design sempre interessante
  • Quest-line ben gestite
  • Seconda metà molto forte

Contro

  • Prima metà con boss poco interessanti
  • Qualche problema tecnico
  • Esteticamente non eccelso
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