Aero Racer – Recensione Rocket Racing

Chiunque abbia provato Blast Off sa bene che agli Halfbrick Studios con le astronavi ci sanno fare. I frequentatori della sezione Minis del Playstation Network, inoltre, avranno notato anche la frequenza con la quale appaiono i titoli di questa instancabile Software House: Age of Zombies e il già citato Blast Off sono solo due esempi recenti che ben testimoniano la bontà dei minigiochi sfornati dagli sviluppatori della casa australiana. Questa premessa ci serve per spiegarvi come ci siamo approcciati a Rocket Racing: era impossibile recensire il gioco senza tener conto del suo "biglietto da visita", dal momento che da Halfbrick Studios ci aspettiamo ormai un certo livello qualitativo. Il verdetto è nelle prossime righe: il titolo in questione è meno immediato e semplice rispetto ai suoi fratellini, ma si tratta certamente di un prodotto che merita una chance nelle nostre memory stick.


Rocket Racing è il classico Mini dal look colorato ed essenziale

Ritorno al futuro

I Minis sviluppati da Halfbrick hanno sempre questo potere di suscitare nostalgia verso quel passato videoludico tipicamente arcade, fatto di grafica semplice e immediatezza nei controlli. Sotto questo punto di vista Rocket Racing non è da meno, anche se i giocatori meno esperti potrebbero facilmente trovare l’affermazione sulla semplicità dei controlli quantomeno opinabile: RR è sostanzialmente un racing game in stile Wipeout, in cui comanderemo una navicella lanciata a tutta velocità all’interno di tracciati ricchi di insidie. Contrariamente a quanto accadeva in Wipeout, però, qui non si spara agli avversari, e l’unico modo per portarsi in testa alla gara è affinare le proprie capacità di guida per scovare traiettorie migliori di quelle utilizzate dall’IA. Insomma, come per gli altri recenti titoli Halfbrick ci troviamo di fronte ad un gioco dalle atmosfere futuristiche, ma fortemente ancorato alle meccaniche del passato.


Tutti sulla griglia di partenza! Ogni Mini di Halfbrick ha quel gusto retrò che tanto ci piace

La nobile arte del grinding

Durante le corse dovremo utilizzare con intelligenza le varie zone della pista, disseminata di power-up. Se le sezioni colorate in verde ci regaleranno un po’ di accelerazione, però, quelle viola spegneranno del tutto il motore della nostra navicella, mentre quelle gialle ci respingeranno come se fossero delle potenti calamite. Non avremo vita facile, insomma, anche perché per superare alcuni livelli ci verrà richiesto di raggiungere il traguardo completando determinati obiettivi: dovremo, ad esempio, passare attraverso dei checkpoint, arrivare entro il tempo limite, o evitare di fare incidenti per tutta la durata della gara.

 



Le zone colorate della pista ci rallenteranno o aumenteranno la velocità della nostra navicella

 

La strategia base del gameplay, però, è una soltanto: stiamo parlando del cosiddetto grind, ovvero l’affrontare le curve facendo in modo che le fiamme dei propulsori della navetta sfiorino le pareti della pista. Così facendo, oltre ad accumulare punti in base alla lunghezza e precisione della nostra "sgommata" – azione molte volte necessaria per superare i livelli – incrementeremo decisamente la velocità della nostra astronave, unico modo per tagliare il traguardo prima dei rivali. Basare il gameplay di Rocket Racing su questo elemento è stata una buona scelta: un Mini, per definizione, dovrebbe avere una caratteristica di base, al massimo due, che lo renda adatto a tutti i tipi di giocatore. In questo particolare caso, però, ci sentiamo di dire che la soluzione scelta da Halfbrick non rende il gioco un prodotto per tutti: portare a termine con successo una curva con i tubi di scarico attaccati al cordolo è infatti più difficile di quanto sembri, e il minimo errore di traiettoria ci farà schiantare contro il muro. Molte gare, poi, sono decisamente basate su questa strategia, e i giocatori meno pazienti potrebbero lanciare le loro PSP fuori dalla finestra all’ennesimo tentativo fallito per colpa di una leggera pressione in più sulla croce direzionale.


Scegliete la giusta traiettoria, e innescate la spinta che vi porterà verso la testa della corsa

Modalità e longevità

Per essere un Mini, Rocket Racing ha dimostrato una discreta longevità. Tralasciando il tempo necessario al completamento (per prove ed errori, più che altro) dei livelli più avanzati, la longevità è garantita da una buona dose di modalità di gioco differenti: come nel più classico dei racing game, la modalità campagna permette di affrontare tutte le sfide divise per livello crescente di difficoltà; la modalità grand-prix, invece, ci chiederà di superare una serie di gare dove accumuleremo punti in base alla nostra posizione di arrivo; con la modalità gara veloce, semplicemente, potremo scegliere una gara già corsa in precedenza e riaffrontarla; tramite la modalità denominata "party mode", invece, potremo sfidare i nostri amici. Proprio quest’ultima modalità è quella che ci ha deluso di più: non è infatti possibile affrontare una gara tramite la modalità ad-hoc di PSP. Si giocherà invece a turni: ognuno affronterà la stessa gara, e alla fine il gioco premierà il più bravo e veloce. Indubbiamente una scelta che fa storcere il naso, in quanto in un gioco di corse, si sa, il divertimento aumenta notevolmente quando gli avversari sono in carne e ossa.

 


Il design di alcune piste è particolarmente ispirato, e propone anche strade alternative

Un Mini da provare, ma non un must have

Lo dicevamo nel paragrafo di apertura: da Halfbrick ci aspettavamo forse qualcosa di più. Con Age of Zombies ancora fresco nella memoria siamo ben consapevoli di cosa sono in grado di fare questi sviluppatori, e siamo quindi costretti a bollare Rocket Racing come un gioco tutto sommato divertente che non è però indispensabile avere nella propria collezione. Gli amanti dei racing game si troveranno tra le mani un titolo ben realizzato, dalla grafica pulita e colorata e dalla ripida curva di difficoltà, che potrebbe anche offrire loro quel giusto grado di sfida che cercano. I giocatori più occasionali, o comunque chi visitando la sezione Minis cerca titoli semplici per partite veloci sul tram, stiano invece attenti: superare i livelli più avanzati di RR risulta frustrante, e il sistema di guida delle navicelle – le quali, più che volare, fluttuano nell’aria – non è facile da padroneggiare. Naturalmente il basso prezzo al quale viene venduto il gioco sul PSN vi permetterà di provarlo senza pentirvi di aver speso una fortuna per qualcosa che magari non incontrerà i vostri gusti, ma abbiamo preferito avvertirvi fin da subito che in questo caso non ci troviamo di fronte ad un titolo per il mass-market. Da parte nostra restiamo in attesa del prossimo prodotto Halfbrick, che a conti fatti resta comunque la casa produttrice di alcuni tra i Minis migliori in assoluto.

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