Advance Wars: Days of Ruin – Recensione Advance Wars: Days of Ruin
Tempi duri quelli in cui il caos e la distruzione la fanno da padrone ed in cui l’unica legge che sembra compresa è quella del duello armato. Queste sono le premesse che accompagnano l’uscita di Advance Wars: Dark Conflict…
APOCALYPSE NOW!
La Intelligent System ha avuto il suo bel da fare negli ultimi tempi, essendo stata partecipe dello sviluppo di giochi cardine nella panoramica videoludica di Nintendo in cui primeggiano titoli del calibro di Super Paper Mario e Fire Emblem per Wii. Per la piccola console a due schermi il promettente team si è reinventato niente di meno che la serie di Advance Wars! Questo gioco appartiene al genere TBS (Turn Based Strategy) ossia uno strategico a turni, visto che l’azione non si svolge in tempo reale ma, per l’appunto, un turno per volta. La similitudine con gli scacchi sembra essere quasi d’obbligo che sono stati grossa fonte d’ispirazione per giochi come Famicon Wars da cui poi nacque la serie citata in questa recensione. Ma veniamo a noi : se come nei precedenti capitoli vi aspettate la presentazione di personaggi con un approccio leggero nella loro caratterizzazione e nella parodistica concezione di guerra sembrano essere svaniti nel nulla per dare il posto a " faccende serie ".
Quello che il giocatore si troverà dinnanzi agli occhi è uno scenario post-apocalittico in cui un’ enorme pioggia di meteoriti ha portato catastrofi e distruzioni!Per i veterani della serie sarà un duro colpo ma non potranno fare a meno di apprezzare la costruzione di una trama complessa ma affascinante.Will, giovane recluta della scuola ufficiali dell’esercito della nazione di Rubinelle, ci introduce nella desolata crudezza di questa nuovo mondo. Scampato alla distruzione dell’accademia vaga per giorni completamente da solo fra le rovine. Verrà soccorso durante un’imboscata di predoni da quello che sarà il suo mentore e leader: il comandante Brenner del dodicesimo battaglione dell’esercito di Rubinelle. Assieme a lui, Will conoscerà anche con altri personaggi fra i quali l’ufficiale cinese Lin (braccio destro di Brenner) e Isabella, una misteriosa ragazza amnesica dai capelli azzurri e dal passato avvolto nella nebbia, impararerà anche l’arte della guerra per la libertà.
PRONTI? FUOCOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!
La meccanica di gioco è l’unico elemento di continuità con la serie precedente. Il gioco si rivela essere uno strategico a turni raffinato e profondo in cui oltre la tradizionale magnificenza vi sono importantissime novità. Ci sono, per esempio, nuove tipologie di mezzi che qui fanno il loro esordio in questo Dark Conflict. Tra questi veicoli troviamo le motociclette che ricoprono il ruolo della fanteria, visto che hanno la capacità di occupare edifici e godono anche di un raggio d’azione di tutto rispetto. Ci sono mezzi corazzati detti "Flare Tank", che montano dei razzi in grado di dissipare la "Fog of War" ( la nebbia che invade la schermata di gioco e che non permette di visualizzare le truppe). Le battaglie di che affronterete nel gioco saranno molto più impegnative che negli episodi precedenti; avrete la possibilità di sfidare gli amici via Wi-Fi connection e creare le vostre mappe per poi proporle agli altri giocatori online Queste sono cose che vi proietteranno in una dimensione ben diversa che quella di un semplice aggiornamento di una serie videoludica di successo. Il sistema touch-screen è sfruttato molto bene con la possibilità di spostare le truppe a suon di pennino e i menù, sebbene complessi, risultano chiari e facili all’abitudine.
ECONOMIA DI RAZIONI = ECONOMIA DI COLORI
L’ evidente volontà degli autori di cambiare completamente le carte in tavola ed emancipare la serie per renderla un pochino più adulta appare anche nel comparto grafico. Vengono abbandonate senza troppe remore il mondo colorato e fantasioso in cui carrarmati color pastello pilotati da ragazzini trottolavano su prati verdi sparacchiando con gioia, per passare ad un inferno in terra di polvere e sangue in cui vige solo ed esclusivamente la legge del più forte. La guerra non è più qualcosa di astratto, di spensierato, non è più gioco infantile. I colori scelti sono pochi e tutti scuri atti ad appesantire ancor più l’atmosfera di desolazione e distruzione. Le mappe e i mezzi sono di buona fattura durante l’azione e nelle scene animate sono affidate ad una veste anime dal tratto adulto e mai scanzonato, così come le musiche. Il gioco è estremamente longevo soprattutto se si considera la parte delle sottomissioni e del multiplayer.
Nonostante lo stravolgimento, Advance Wars è un gioco stupendo ed è acquisto obbligato per i patiti del genere e anche per i timorosi players dei passati episodi. L’elemento di grande distacco del titolo da altri giochi del genere è soprattutto dato dalla longevità poichè questo titolo nel lungo perimetro non tradisce ma affascina.