ADR1FT – Recensione
Era settembre 2012 quando un curioso progetto chiamato Oculus Rift chiudeva una delle campagne Kickstarter di maggior successo dell’epoca. Dall’iniziale scetticismo, passando per l’acquisto da parte di Facebook per 2 miliardi di dollari, Oculus Rift e il suo diretto concorrente HTC Vive sono finalmente usciti – insieme ad essi, naturalmente, la prima ondata di videogiochi pensati appositamente per tali periferiche.
Titoli come EVE Valkyrie (originariamente chiamato EVR) ed Elite Dangerous hanno fatto capire subito che lo spazio sarebbe stato una delle ambientazioni più gettonate per i visori VR, e ADR1FT non è da meno. Nei panni di un’astronauta risvegliatasi all’interno di una tuta spaziale danneggiata, circondata da una stazione orbitale distrutta, senza superstiti e senza apparente modo di tornare sulla Terra, il paragone con Gravity, il film drammatico spaziale che vede protagonista Sandra Bullock, è inevitabile, sebbene con un incedere più lento.
In ADR1FT l’ossigeno è l’unica preoccupazione: è necessario sia per sopravvivere sia per muoversi utilizzandolo come propellente, per cui il giocatore deve costantemente mediare tra accelerazione e immobilità per non consumare aria respirabile, ricaricabile attraverso apposite postazioni o “ricariche manuali” che fluttuano in giro. Lo scopo è chiaramente tornare sulla Terra, e per farlo il giocatore dovrà esplorare buona parte delle rovine della stazione, con blocchi e percorsi aggrabili solo dopo aver potenziato e riparato la tuta.
ADR1FT è giocabile sia con visore VR che non, tuttavia qualità grafica e disorientamento da assenza di gravità restano comuni denominatori: gli scenari sono visivamente impressionanti e i controlli con possibilità di movimento a 360 gradi sono una costante distrazione per la missione. Non si tratta però solo di sopravvivenza: il giocatore è spinto ad esplorare tutto l’esplorabile alla ricerca di audiolog, terminali mail e, più in generale, fonti di informazione per scoprire come si sia verificato il disastro e saziare così la naturale curiosità umana.
La cura del dettaglio lo rende un’esperienza perfetta per la VR, anzi, ci sentiamo di affermare che ADR1FT acquisisce senso e valore solo ed esclusivamente con un visore che permetta di giocarlo in realtà virtuale. L’immersività è così totale che la percezione di muoversi con una tuta spaziale in un ambiente privo di gravità è sensibilmente tangibile. Una fusione perfetta tra il giocatore e l’avatar digitale che andiamo a personalizzare, dove la sofferenza e la paura della protagonista diventa anche del giocatore.
Il motion sickness, ovvero il senso di nausea e malore, che si prova il titolo è stato pressochè annullato rispetto alle nostre passate prove con la precedente versione di Oculus Rift (la Dev Kit 2), anche se è bene evidenziare che alcuni movimenti specifici, come quelli laterali o quelli derivate dalle (fortunatamente) poche cutscene causano un malessere momentaneo che costringerà diversi momenti di pausa. Per quanto riguarda la nostra esperienza, le sessioni richiedevano 5-10 minuti di pausa ogni 40/45 minuti di gioco continuato.
Il test di gioco con Oculus Rift lascia senza dubbio estasiati, ma non bastano una buona grafica e un po’ di storia a fare un buon gioco: senza visore ADR1FT perde pressoché tutto il suo appeal, rivelandosi per un titolo troppo lento per essere piacevole, rendendo quasi fastidiosa la necessità di ricaricare l’ossigeno mentre si cerca di compiere la missione e comprendere cosa è successo (e rimanere delusi dalla piattezza della narrazione).
Come accaduto pressoché ad ogni titolo di lancio di nuova piattaforma di intrattenimento (si parli di console o di periferiche come Move e Kinect), ADR1FT soffre del problema di nascere più come un esercizio di stile per dimostrare le potenzialità della piattaforma che come un gioco meritevole di essere giocato, rendendolo così un prodotto con due pesi e due misure: bellissimo e da provare con un Oculus Rift, povero ed evitabile senza.
Per chiunque, quindi, voglia trovare un modo e una scusa per approcciare l’esperienza della realtà virtuale, Adr1ft rappresenta senza ombra di dubbio il prodotto migliore per approcciarsi a questa nuova tecnologia, ricordandovi che il titolo arriverà anche per HTC Vive e Playstation VR, così come una versione Xbox One anche se questa al momento è sprovvista di visori per la realtà virtuale.
Pro
- - Immersivo e coinvolgente
- - Ottimo comparto tecnico
- - Ideale come primo approccio alla VR
Contro
- - Perde di valore se giocato senza un visore VR