Ace Combat 7 Skies Unknown RECENSIONE SU SWITCH | Il porting che mancava
Iniziamo la recensione di Ace Combat 7 Skies Unknown cercando di contestualizzare l’operazione di porting messa in campo, un pò in sordina ed un pò a sorpresa, da Bandai Namco. A distanza di ben 5 anni dalle versioni per le consolle della scorsa generazione – versioni che hanno avuto un discreto successo, sforando quota 5 milioni di vendite – che cosa può aver spinto Bandai Namco a portare sugli schermi di una Nintendo Switch intenta a sparare i suoi ultimi colpi, un titolo pensato per hardware più prestanti?
A quanto pare una ricerca interna effettuata nel 2022 mediante un sondaggio dei propri utenti, ha rivelato come fossero in molti a desiderare di giocare Ace Combat 7 Skies Unknown, ma di essere impossibilitati dal mancato possedimento della piattaforma necessaria (all’epoca Ps4, Xbox One o PC). Pertanto, come potete scoprire nell’intervista a Ryonosuke Hagiwara, produttore del suddetto titolo per Switch, è stato deciso di sfruttare l’immenso bacino d’utenza della Consolle Nintendo più venduta di sempre, ed accontentare nel contempo i fan della saga.
In fondo di simulatori di battaglie aeree non ne esistono molti; il genere affonda le sue radici in classici quali Afterburner della Sega, Red Baron per Amiga 500 e PC e Blue Lightning per Atari Lynx (perdonatemi ma devo asciugare la lacrimuccia); dopodichè va segnalata come degna di nota, oltre al notevole ma ben più simulativo Flight Simulator della Microsoft, proprio la serie degli Ace Combat.
Ace Combat 7 Skies Unknown: Nintendo Switch tiene botta
Chiariamo subito i dubbi che avranno senz’altro assalito legittimamente molti di voi: a livello tecnico, nonostante il gap dell’hardware Nintendo, il porting trasuda impegno da ogni poro, ed il risultato è encomiabile: assistiamo al canto del cigno della Switch che, spremuta al massimo delle proprie potenzialità, si sforza di essere all’altezza di consolle maggiormente prestanti e moderne, ed incredibilmente quasi ci riesce.
Certo sono stati necessari dei compromessi, specialmente per quanto riguarda la risoluzione e la complessità geometrica degli scenari, ma gli sviluppatori sono stati molto abili a limare dove possibile in maniera discreta, restituendo comunque una qualità grafica veramente notevole, soprattutto con la console nel Dock, ma anche in versione portatile, assai fluida e nitida. Quest’ultima possiede il suo bel fascino, e costituisce il vero upgrade del presente porting, ma da sola non riesce a mio parere a giustificare l’acquisto per chi già possiede il gioco su altra piattaforma.
Anche le numerose scene in full motion video che permeano la campagna fungendo da raccordo alle missioni e snocciolando la trama, sono artisticamente egregie, pur non facendo gridare al miracolo dal punto di vista tecnico.
Gameplay e comparto sonoro: un mix vincente?
Come mai questo connubio, direte voi? E’ presto detto: le musiche si rivelano veramente molto coinvolgenti e di ottimo sottofondo; assolutamente la ciliegina sulla torta e contemporaneamente l’aspetto migliore del gioco. Ciò, specialmente in un titolo del genere, non è affatto fine a sè stesso: avete mai visto Top Gun? Certo che l’avete visto (in caso contrario rimediate, ne gioverà anche l’esperienza di gioco). Ricorderete come la colonna sonora fosse di pregevole fattura ed un elemento fondamentale per evocare l’atmosfera del film e le sensazioni provate dai piloti prima e durante la battaglia aerea.
Allo stesso modo la colonna sonora di Ace Combat 7 Skies Unknown riesce non solo ad accompagnare ed intrattenere il giocatore, ma proprio a prenderlo per mano facendolo immedesimare nel protagonista, novello Maverick intento a portare a termine missioni tutt’altro che semplici.
La storia della campagna è interessante e coinvolgente, spaziando dalla fantapolitica alle vicende personali della narratrice e del protagonista, ma chi non ha mai giocato prima il titolo sarà interessato al fulcro del gioco.
Trattasi di un gameplay non frenetico che vira sul simulativo, anche se la velocità degli aerei non è resa al massimo per permettere di ingaggiare duelli che tengono con il fiato sospeso, soprattutto nella modalità multiplayer, per la quale occorre spendere due parole: tale modalità fila via liscia senza alcun rallentamento ed è molto intrigante, ma va detto che non troverete la fila per entrare nelle stanze, forse a causa della soglia d’ingresso proibitiva per i neofiti.
Tornando alla campagna, le missioni non sono affatto facili, in quanto necessitano di una certa perizia, che con il tempo e la pratica si acquisisce, anche grazie al fatto che andando avanti con le prime missioni vengono ad una ad una spiegate ed implementate nuove abilità, come la virata stretta o l’uso dei flares per evitare i missili, proprio per non appesantire il fardello di nozioni da incamerare. Perchè lassu’ non hai margine di errore, anche i centesimi di secondo contano, e solo i migliori sopravvivono.
Una volta raggiunta una sufficiente dimestichezza con i comandi dell’aereo, vi sembrerà di essere un pilota e di poter davvero determinare le sorti della battaglia grazie alla vostra abilità.
Il “trucco” sta nel posizionarsi in coda agli aerei nemici, ma ovviamente è proprio questo il difficile. Un pò frustrante, più che difficile, è riuscire a trovare l’arma speciale e l’aereo giusti per quella data missione: questo in quanto la scelta giusta non comporta una mera facilitazione, bensì l’UNICA maniera per portare a termine l’ingaggio. A meno di non avere una passione sfegatata per i caccia da guerra, occorre andare un pò a tentativi, anche perchè le caratteristiche visibili degli aerei non paiono corrispondere del tutto alla pratica di volo. E’ necessario quindi provare e riprovare, dato che gli aerei e le armi a disposizione compongono un arsenale variegato, che va implementato portando a termine le missioni.
Infatti il comportamento in battaglia e le nostre prestazioni vengono valutate e ricompensate con punti buoni per acquistare parti di aereo – utili a migliorarne le caratteristiche – armi (divertentissimo il laser “alla Patriota di The Boys”) o aerei stessi, ma attenzione: i punti una volta spesi non possono essere rimborsati. Alcuni aerei ed armi sono tarati per il combattimento aereo, altri per colpire obbiettivi terrestri, conferendo un’ulteriore dose di strategia al gioco ed arricchendo la cultura del videogiocatore in campo aviatorio.
Considerazioni finali
Da una versione a distanza di 5 anni su una consolle meno potente era lecito attendersi di più dal punto di vista contenutistico: sono infatti presenti numerosi DLC già usciti precedentemente per le altre piattaforme, ed è possibile utilizzare immediatamente 3 aerei esclusivi: ADF-01 FALKEN, ADF-11F Raven e ADFX-01 Morgan, (quelli presenti nel season pass) e partecipare a tre missioni extra affrontabili singolarmente. Mancano però, per una strategia commerciale non troppo condivisibile, i due DLC di Top Gun: Maverick, che i possessori di Switch si sarebbero meritati inclusi nel gioco, dopo un’attesa di ben 5 anni.
Il gameplay, nonostante i dettagli simulativi (ad esempio il rimanere nelle nuvole troppo a lungo fa appesantire l’aereo col rischio di stallo) risulta essere un pò ripetitivo: in definitiva si tratta di trovare gli obbiettivi nemici sulla mappa, mettersi in coda agli aerei e sparare. Ancora ed ancora. Con differenze tra le varie missioni, scenari diversi (nemmeno poi tanto) ed infiocchettata dall’arsenale da acquistare e dai diversi tipi di aereo, ma la zolfa è tutta qui. E deve piacere parecchio per continuare a giocarci, alla lunga.
Bandai Namco sembra contarci molto, dato che il suo prossimo progetto su larga scala sembra rappresentato da Ace Combat 8 (qui per approfondire la notizia).
Ottima conversione di un classico, ma serve una rinfrescatina al gameplay
Pro
- La colonna sonora giustifica da sola l'acquisto
- Di ottimo effetto i replay post-missione
- Buona simulazione
- Campagna interessante
- Spreme la Switch al massimo...
Contro
- ... ma la portabilità non giustifica l'acquisto se possedete già un'altra versione
- Gameplay troppo ripetitivo