Abyss Odyssey
Prendete e mescolate un platform con un picchiaduro, aggiungete una buona dose di elementi roguelike e condite il tutto con una spruzzata di Kirby e di RPG per dare un retrogusto di Castelvania. Ecco la ricetta alla base di Abyss Odyssey.
Pubblicato dalla ATLUS, Abyss Odyssey è stato sviluppato da Ace Team, lo stesso team responsabile di Zeno Clash e che questa volta porta sui nostri monitor un roguelike assolutamente particolare. Siamo davanti a un gioco che va ben oltre le caratteristiche tipiche di quel genere: l’ambizioso obiettivo è quello di creare un prodotto che incorpori numerosi tipi di gioco senza diventare confusionario, e per farlo prende solo alcune delle caratteristiche di ogni genere, quelle più importanti, senza dare vera profondità a nessuna di esse. Il risultato è sorprendente.
Nell’Abisso nessuno può sentirti urlare
Nella nostra discesa nell’Abisso, dovremo farci strada tra una svariata serie di mostri e trappole e per farlo avremo a disposizione tre personaggi: Katrien, una donna armata di stocco; il Ghost Monk, uno spirito guerriero che racchiude in sé le anime di coloro che sono morti nell’Abisso; e La Pincoya, una creatura mitologica cilena, armata di alabarda. Il nostro compito è quello di avventurarci nelle profondità dell’Abisso, un regno onirico creato dal Warlock.
Creato all’interno dei sogni dello stregone, questo ampio reame è mutevole e cambierà ogni volta che ci avventureremo al suo interno. Tutte le volte dovremo scegliere quale strada percorrere per arrivare fino in fondo e battere il boss finale in modo da svegliare il Warlock, stando ben attenti ai vari tipi di area in cui passeremo. Grazie a una mappa consultabile all’inizio della discesa e alla fine di ogni livello, potremo programmare il nostro avanzamento facendo attenzione alla difficoltà della stanza, evidenziata dal colore della stessa, e a cosa ci potrebbe essere al suo interno.
Platform, picchiaduro, RPG e Kirby
La discesa si svolge come un classico platform 2D proprio come i primi Castlevania, stando ben attenti a trovare muri segreti e a schivare varie trappole disseminate in giro per l’area: lame che oscillano sulle nostre teste, spuntoni che escono all’improvviso da muri e pavimenti, piante, liane; insomma, bisogna fare attenzione. Ma ovviamente la minaccia principale è costituita dai nemici. Ogni avversario ha il proprio moveset, così come noi abbiamo il nostro, e qui il gioco passa da platform a picchiaduro: a nostra disposizione abbiamo sei mosse: tre attacchi base (tasto di attacco, sopra e attacco, sotto e attacco) e tre skills (lo stesso degli attacchi normali ma col tasto per la skill).
Le skills sono personalizzabili e sbloccabili andando avanti nel gioco. Questa componente RPG è appena accennata, infatti non avremo tantissima personalizzazione a nostra disposizione. Potremo solo scegliere tre di cinque skills totali, le quali possono essere modificate con dei piccoli effetti: aumento del danno, mana leech o un effetto difensivo che impedirà ai nemici di bloccarci mentre effettuiamo quello specifico attacco. Per sbloccarle bisognerà battere qualche boss, di solito le droppano loro. Ma se siete abbastanza fortunati da trovarlo, potrebbe regalarvene una il buon vecchio e adorabile Paganini. Certo, nessuno ti regala davvero niente in questo mondo, eh.
Sebbene possa non essere particolarmente complicato o profondo, questo sistema di combattimento è in realtà abbastanza equilibrato per non rendere il gioco un semplice picchiaduro a scorrimento. I vari attacchi possono essere combinati tra loro, siano essi attacchi normali o skills, e a dare un po’ di varietà al tutto ci sono i cancel che rendono il combattimento un po’ più tecnico.
Abbiamo parlato di tutti i vari generi che Abyss Odyssey racchiude, tranne uno, quello probabilmente più divertente: il lato Kirby del gioco. Ovviamente quello alla palla rosa è puramente un riferimento scherzoso, ma rende abbastanza bene l’idea: durante la nostra discesa nell’Abisso, sconfiggendo nemici e rompendo vasi e oggetti, riempiremo la barra del mana. Una volta riempita al massimo potremo rilasciare un potente attacco che, oltre a danneggiare i nemici colpiti, li marchierà e una volta sconfitti dropperanno la loro anima. Noi potremo quindi impossessarci di quell’anima e da quel momento trasformarci in quel mostro tutte le volte che vogliamo, fintanto che abbiamo quell’anima equipaggiata. Trasformarsi in un mostro serve sopratutto ad avere una barra di vita extra, quella del mostro ovviamente, ma ci permette anche di avere un intero nuovo moveset da imparare e padroneggiare. Potremo catturare le anime di qualunque mostro del gioco, sia esso un normale avversario o un boss, perfino l’anima del mercante. Tutti, eccetto il boss finale.
Play it with friends, per il bene della comunità
L’intera campagna è giocabile sia in single player che in co-op, online e in locale. La difficoltà in multiplayer ovviamente è maggiore, anche per la presenza del friendly fire che però è disattivabile. Toglierlo ovviamente elimina parte della challenge e del divertimento (anche perché con il fuoco amico attivo spesso vengono fuori delle situazioni inverosimili e che più volte ci hanno fatto perdere svariati minuti di gioco piegati a ridere).
Oltre alla campagna, il multiplayer comprende una modalità versus puramente picchiaduro dove sceglieremo un personaggio (tra quelli con cui giochiamo la campagna e qualche NPC) e un mostro in cui trasformarci per combattere contro altri giocatori in un free-for-all di massimo quattro giocatori.
Una particolarità di Abyss Odyssey è che l’intera attività di gioco è registrata sui server. Ogni volta che qualcuno finisce la storia contribuisce a un countdown globale alla fine del quale, raggiunto un certo numero di sconfitte del boss finale, sarà sbloccato un nuovo content che sarà aggiunto al gioco. Ogni giocatore è quindi spinto a continuare a giocare e finire il gioco quante più volte possibile per il bene dell’intera comunità. Che questo sia un bene o un male per il futuro del gioco a lungo termine, a causa del naturale declino dell’utenza di ogni gioco, sarà solo il tempo a dircelo. Noi siamo fiduciosi.
Un lavoro ben fatto
Il lavoro fatto su Abyss Odyssey è davvero encomiabile. Il gioco gira su Unreal Engine in modo stabile e scorrevole, senza cali di fps e con caricamenti abbastanza veloci. Grafica e animazioni sono eccellenti e riescono a immergerci alla perfezione nell’atmosfera del gioco, grazie anche a una soundtrack godibile e mai fastidiosa che ci accompagnerà durante tutto il gameplay cambiando in modo preciso e puntuale nei momenti chiave dell’avventura.
Non è però tutto oro quel che luccica, visto che non manca qualche imperfezione nelle meccaniche di gioco. Una volta presa confidenza con i controlli e con le mosse del proprio personaggio, infatti, non sarà raro ridurre il combattimento a uno spingere gli avversari in un angolo e menarli fino alla morte. Sebbene l’AI dei nemici sia abbastanza buona, forse qualche miglioramento da questo punto di vista sarebbe necessario.
[signoff icon=”quote-circled”]Abyss Odyssey è un prodotto brillante, studiato per catturare l’attenzione di un pubblico variegato e vasto. Offre una discreta longevità grazie ai personaggi da sbloccare e sopratutto ai contenuti extra da conquistare assieme al resto della community. È buono sotto ogni punto di vista: un buon roguelike, un buon picchiaduro e un buon RPG. Non eccelle in niente, ma non era quella la sua intenzione fin dall’inizio. Ace Team è stata in grado di mescolare le carte e tirare fuori una ricetta niente male che ci sentiamo di consigliare a chiunque ami anche solo uno dei generi sopracitati. Giocato e approvato.[/signoff]