9 Monkeys of Shaolin – Recensione
I picchiaduro a scorrimento hanno vissuto un’epoca d’oro negli anni Novanta quando, tra i fatiscenti cabinati delle diffuse sale giochi, spadroneggiavano titoli quali Double Dragon, Final Fight, Golden Axe e così via. 9 Monkeys of Shaolin riscopre quelle radici fatte di risse e caricamenti a testa bassa nel contesto della Cina imperiale in cui i templi Shaolin rappresentavano il punto di riferimento per la meditazione ma anche per la difesa personale, con le loro tecniche di combattimento letali. Raccogliendo dunque questa importante eredità videoludica trentennale, i russi Sobaka Studio, dopo la buona accoglienza riservata al loro titolo d’esordio Reedemer, ripropongono un’azione frenetica condita con elementi hack ‘n’ slash e dal gusto retrò. Siete pronti a menar le mani per farvi strada nel percorso di vendetta di Wei Cheng?
Vengeance is mine
La trama di 9 Monkeys of Shaolin è quanto di più canonico si possa richiedere a un titolo beat’em up: la tranquilla vita di Wei Cheng scorre lenta nel pacifico villaggio di pescatori in cui risiede ma un giorno viene stravolta dall’assalto di pirati Wokou che, oltre a depredare la poca ricchezza disponibile, sterminano tutti gli abitanti e i familiari del giovane. Miracolosamente Wei Cheng sopravvive, grazie all’insperato aiuto di alcuni monaci shaolin che lo raccolgono e, successivamente, trasportano nel loro monastero per le cure del caso. Qui, spinto dalla sete di vendetta, il giovane guarisce in fretta e inizia ad apprendere in maniera quasi naturale le letali tecniche di difesa shaolin. Armato del suo fidato bastone da battaglia, Wei Cheng inizia un viaggio di vendetta e maturazione che lo porterà a scoprire un mistero ben più grande delle semplici razzie piratesce dei pirati Wokou.
La semplicità della trama si ripercuote anche sul gameplay, apparentemente standardizzato ai principi del genere beat’em up a scorrimento 2D. Tuttavia, non dobbiamo farci ingannare dalle prime fasi di gioco di 9 Monkeys of Shaolin in quanto Sobaka Studio ha elaborato un’interessante sistema di combattimento e di crescita del personaggio. Il nostro Wei Cheng potrà essere personalizzato sia con la scelta del bastone da combattimento che con calzari e accessori, ottenibili come ricompense per i livelli superati, sia con un albero di crescita delle abilità che verranno apprese nel corso del gioco. Se nelle fasi iniziali potremo contare su tre semplici tipologie di attacco (calcio, stoccata e colpo squarciante) in aggiunta alle classiche parata e schivata, man mano che si proseguirà per i 5 capitoli che compongono il titolo si andranno ad apprendere ulteriori abilità utilizzabili consumando la barra del Qi del nostro novello monaco. Ecco quindi che dai monaci Shaolin carpiremo gli “Elementi Meridionali” prima e i “Sigilli Terreni” poi, tutte skill in grado di sprigionare una potenza di attacco elevata e un controllo sulle battaglie, anche in condizioni di netta inferiorità numerica.
L’albero di potenziamento del personaggio, in aggiunta alla scelta dell’arma e degli accessori, è il principale elemento che ammicca al genere hack ‘n’ slash ma, naturalmente, stiamo parlando di personalizzazioni limitate e semplificate rispetto ai titoli del genere. Tuttavia, la possibilità di adattare il nostro protagonista cambiando l’arma o potenziando una determinata abilità risulta una mossa ben riuscita e in grado di restituire un appagamento non indifferente in un titolo che di base si configura come piuttosto lineare. Ecco quindi che, ad eccezione delle boss fight di fine capitolo, 9 Monkeys of Shaolin può essere schematizzato come un gioco scacciapensieri per la facilità generale del titolo caratterizzata dalla crescita di potenza piuttosto rapida del nostro personaggio. Questo ci permetterà di superare senza troppi sforzi praticamente tutte le battaglie e le poche sezioni “platform” in cui ci sarà richiesto di spostarci da una piattaforma all’altra tramite l’utilizzo della schivata. Alla luce di questo, la longevità ne risente parecchio con una stima di gioco di 4-5 ore per il completamento della prima run in solitaria, includendo le fasi tutorial e il completamento di tutte le missioni secondarie le quali, alla lunga, risulteranno anche piuttosto simili tra loro.
Fortunatamente il titolo, oltre ad avere una trama ben più articolata delle apparenze, ha un’ottima rigiocabilità non solo per l’ambizione di vedere potenziate tutte le abilità e di sbloccare i 31 achievment disponibili ma, soprattutto, grazie alla modalità cooperativa che permette, come in ogni buon beat’em up a scorrimento che si rispetti, di affrontare i livelli in compagnia di un amico. In questo senso sarà possibile sfruttare la funzionalità Steam di ospitare un amico della propria lista amici, anche in caso non possegga il titolo, grazie alla funzionalità Steam Remote Play Togheter. In alternativa rimane disponibile la canonica coop in rete, nel caso in cui entrambi i giocatori posseggano il gioco o, in maniera spiccatamente retrò, la condivisione di un unico schermo grazie alla combo tastiera+pad o collegando 2 game pad allo stesso PC o console. Non ci siamo soffermati sugli aspetti tecnici del titolo ma non c’è molto da dire se non che l’Unreal Engine 4 risulta ben ottimizzato, seppur non sfruttato in tutta la sua peculiare potenza, ma non esente da rarissimi cali di frame rate e da qualche sporadica collisione (probabilmente già fixata con la canonica patch del day-one) tra personaggi e ambienti. Sul versante sonoro il comparto audio si dimostra ben riuscito con musiche evocatiche – nonostante i brani siano davvero pochi – alle quali si affianca un’effettistica curata e credibile.
9 Monkeys of Shaolin forse non rappresenterà la rinascita dei picchiaduro a scorrimento, ma si dimostra un titolo ben riuscito e divertente grazie a una trama semplice ma ben strutturata, un’altissima giocabilità e soprattutto un’altrettanto interessante rigiocabilità tramite co-op con gli amici. Resta il rammarico per l’esigua longevità e per una diffusa ripetitività nelle missioni secondarie ma, visto il prezzo budget del titolo Sobaka Studio, non possiamo che consigliarlo per qualche intensa ora di svago dal sapore retrò.
Pro
- Mantiene le radici dei beat'em pur innovando
- Divertente, facilmente giocabile e frenetico
- Trama semplice ma ben articolata
Contro
- Longevità ridotta
- Poca varietà nelle missioni secondarie