Perché Rockstar non usa più attori famosi nei suoi titoli? Ecco la risposta
Andiamo a scoprire i motivi che spingono Rockstar a formare cast di attori non troppo conosciuti
Nell’ormai lontano 2002 Rockstar Games pubblicò una delle pietre miliari nel panorama videoludico, un titolo che raccolse successo e consensi sia di critica che di vendite, diventando uno dei giochi più amati di sempre.
Stiamo ovviamente parlando di Grand Theft Auto: Vice City, ambientato appunto nell’omonima città, che raccontava le gesta e l’ascesa nel mondo criminale di Tommy Vercetti.
La produzione fu titanica in ogni senso, partendo già dal casting assunto da Rockstar per il doppiaggio dei personaggi principali: Ray Liotta nei panni di Tommy Vercetti, Burt Reynolds in quelli di Avery Carrington, Danny Dyer prestò la propria voce a Kent Paul e così via, con una lista degna del miglior blockbuster hollywoodiano.
Le cose sono però cambiate nel corso degli anni, con Rockstar che ora preferisce formare cast composti da attori non troppo famosi. A cosa si deve tutto ciò? A spiegarlo ci ha pensato Dan Houser, vicepresidente e cofondatore di Rockstar Games.
Houser sostiene che avere nei propri giochi attori poco conosciuti consente di aumentare l’immedesimazione del giocatore nel titolo, andando allo stesso tempo a evitare che personalità forti – quali sono spesso quelle di attori affermati nel mondo del cinema – vadano a ostacolare il processo di produzione. A tal proposito Houser racconta un aneddoto di un diverbio avvenuto durante la produzione di Vice City con Reynolds (attore statunitense), che alla fine arrivò a urlare “Portate questo inglese fuori di qui!“.
“Non voglio parlare male dei morti“, afferma Houser parlando di Reynolds (che è venuto a mancare il 6 settembre di quest’anno), “Ma non usiamo più attori famosi per via del loro ego sconfinato e, ancora più importante, avere voci sconosciute consente al giocatore di aver un maggiore senso di immersione“.