Vicarious Visions spiega perché Crash Bandicoot N. Sane Trilogy sembra difficile

In seguito alle critiche il team che si è occupato della remaster della trilogia vuole dire la sua

“Crash Bandicoot N. Sane Trilogy is the new Dark Souls”. Quante volte avete letto frasi del genere navigando su internet nelle scorse settimane? Al di là del fattore nostalgia, ciò che ha colpito i giocatori è la difficoltà che caratterizza la remaster della trilogia, in particolare quella del primo Crash Bandicoot. Dopo le numerose critiche e osservazioni mosse dai fan, Vicarious Visions – team che ha lavorato alla remaster – ha spiegato il perché i giocatori hanno avuto la sensazione che il gioco fosse più difficile rispetto all’originale.

“Siamo d’accordo sul fatto che alcuni livelli di Crash erano, e sono ancora, non facili“. L’obiettivo del team era infatti quello di ridurre il senso di frustrazione di alcune parti, lasciando però intatta la dose di sfida. Per tale motivo, all’inizio dei lavori, Vicarious Visions ha preso come punto di riferimento Crash Bandicoot 3: Warped, ovvero il più “facile” della trilogia poiché dotato anche di comandi più leggeri e fluidi rispetto ai capitoli precedenti. Tuttavia l’intero progetto ha portato, alla fine, a una giocabilità differente per ogni titolo della trilogia.

Crash Bandicoot N. Sane Trilogy
“Vi sono alcune differenze sottili in Crash Bandicoot, il primo fra questi è il fatto che si cade più velocemente al rilascio del pulsante X rispetto all’originale”

A queste sottigliezze si aggiungono le regole fisiche più realistiche e al passo coi tempi e il fatto che N. Sane Trilogy ha una sistema di collisione diverso rispetto alla trilogia originale, il che richiede una maggiore attenzione.

“Adesso è richiesta una maggiore precisione, soprattutto nel primo capitolo, rendendo l’esperienza di gioco molto diversa”.  Inoltre “Se siete nuovi giocatori, potreste iniziare prima con il secondo e il terzo capitolo, per poi tornare a provare il primo dopo aver acquisito una certa manualità. Per coloro invece che hanno già giocato alla trilogia originale e hanno acquisito una certa memoria muscolare, imparare a gestire il nostro gioco potrebbe rappresentare una sfida addizionale che non vi sareste aspettati”

Crash Bandicoot

Lo studio ha comunque puntualizzato la modernizzazione che ha apportato al sistema di salvataggio e ai checkpoint che rendono il gioco molto più facile da quanto punto di vista rispetto all’originale. Anche perché ha aggiunto una serie di aggiustamenti legati alla difficoltà che inizialmente erano presenti solo in Crash Bandicoot 2 e 3, come la maschera Aku Aku e checkpoint extra dopo un numero consecutivo di morti.

Come abbiamo riportato nella nostra recensione, i comandi comunque sono stati resi più leggeri (in Crash Bandicoot 1 si poteva sentire il peso di Crash già nella semplice camminata), la fisica segue le regole dei platform più recenti  e la difficoltà, sebbene sia percepibile specie sempre nel primo, è tipica della trilogia e dei giochi degli anni Novanta, in cui era necessario fallire prima di prendere manualità. Che stiamo invecchiando male? Che il concetto di morire in un videogioco sia ormai superato? O per voi Crash Bandicoot N. Sane Trilogy è effettivamente il nuovo Dark Souls?


 

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