The Legend of Zelda Tears of the Kingdom avrebbe dovuto avere un nome diverso
Dal team di Nintendo arriva una curiosità circa il nome originale dell'avventura per Switch.
Mentre la principessa di Hyrule sta per diventare la protagonista nella nuova avventura, si torna a parlare di The Legend of Zelda Tears of the Kingdom. Il gioco per Nintendo Switch uscito il 12 maggio 2023 passò attraverso un lungo processo di sviluppo, fatto di posticipi e di nomi diversi che Nintendo valutò prima di arrivare a quello finale.
Il portale Nintendo Everything ha diffuso la curiosità inclusa nell’artbook ufficiale recentemente rilasciato sul mercato e dedicato al titolo di azione e avventura open world. Intitolato The Legend of Zelda Tears of the Kingdom Master Works, il volume da collezione raccoglie una serie di retroscena e curiosità dietro la creazione dell’ultima epopea di Link.
Tra le sorprese venute fuori dall’artbook, spicca proprio il nome che fino a un punto piuttosto avanzato dello sviluppo avrebbe dovuto avere Tears of the Kingdom, ovvero Tears of the Dragon. Nel libro si legge un intervento del produttore della saga Eiji Aonuma attraverso cui spiega di tale opzione, anche se lo stesso team fosse riluttante.
Gli autori erano restii a pubblicizzare tale nome, dal momento che fa un riferimento specifico a un momento importante della trama. “Lasciarsi sfuggire che il Drago della Luce sia Zelda sarebbe stato un problema, e questo ha avuto conseguenze anche sul titolo. Uno dei candidati per il titolo che è arrivato alla fine è stato Tears of the Dragon“.
The Legend of Zelda Tears of the Kingdom avrebbe dovuto avere un nome diverso
“Sarebbe stata una cattiva idea avere la parola chiave ‘Dragon’ nel titolo, anche perché volevamo già inserire tutti i simboli dei draghi nel logo del gioco e la scelta di questa parola chiave avrebbe concentrato troppo l’attenzione sul Drago Eburneo”, prosegue il commento nell’artbook (come segnalato da Nintendo Everything).
Tolto Tears of the Dragon dalle soluzioni, Aonuma continua dicendo che il nome Tears of the Kingdom sia stato suggerito in un secondo momento da un membro dello staff di produzione. Il nome è parso più in linea con le intenzioni di Aonuma stesso, potendo mantenere ugualmente un legame con il Drago Eburneo.
Al contempo, il titolo The Legend of Zelda Tears of the Kingdom non dà delle rivelazioni esplicite sulla trama e consentì agli artisti di adoperarsi per un logo arricchito da dei motivi di drago. Come di consueto insomma, il processo di sviluppo di un videogioco è tortuoso e fatto di scelte, elementi scartati, difficoltà ed esitazioni.
Un paio di anni prima del lancio del gioco, Nintendo aveva parlato di quanto fosse riluttante a svelarne il nome perché conteneva dei potenziali indizi sulla storia. Tears of the Kingdom allude di fatto alla trama esperibile su Nintendo Switch, anche se non in maniera troppo esplicita allo stesso modo di come avrebbe fatto il titolo originariamente previsto.
Artbook e sguardo al futuro
The Legend of Zelda Tears of the Kingdom Master Works ha 464 pagine di contenuti, divisi tra illustrazioni, concept art dalle prime fasi dello sviluppo, storyboard, documenti sulla storia di Hyrule e una discussione sull’ambientazione del gioco, offrendo uno sguardo più approfondito sul gioco e sulla sua genesi.
E mentre Tears of the Kingdom continua a fare parlare di sé, la saga prosegue con The Legend of Zelda Echoes of Wisdom. Il prossimo capitolo in arrivo in esclusiva per Nintendo Switch il 26 settembre si distingue sulle prime tanto per lo stile artistico – ripreso dal remake di Link’s Awakening – quanto per un cambio dirompente nelle vesti del protagonista.
Stavolta interpretiamo infatti Zelda stessa, che attraverso un ribaltamento di ruoli si troverà a salvare Link. Rispetto a questo ultimo, la principessa non è abile nella spada, ma uno speciale manufatto, il Bastone di Tri, le permette di replicare quasi ogni oggetto del gioco.