The Last of Us 2: un attore parla a cuore aperto
Ian Alexander, interprete di Lev, ci racconta la sua toccante storia e le sue aspettative per il futuro del suo personaggio
The Last of Us Parte II ha toccato temi delicati, questa è una verità di fatto. Il gioco ha fatto discutere il pubblico, nel bene o nel male, ma adesso a prendere parola è Ian Alexander, l’attore che ha prestato il proprio volto al personaggio di Lev.
In un’intervista con Wired, l’attore si è espresso in merito alla sua esperienza nella produzione del capolavoro di Naughty Dog. Nato donna in una severa famiglia mormona, Alexander ha visto in Lev un’occasione di mettere a frutto tutto il dolore del suo passato.
Rifiutato dai suoi stessi genitori a causa della sua disforia di genere, l’adolescenza di Ian non è certamente stata delle più facili. Crescendo in una comunità religiosa estremamente rigida, il govane non aveva alcun punto di riferimento, riuscendo ad incontrare altri membri della comunità LGBTQ+ solo una volta raggiunta l’età adulta. La sua solitudine e le sue difficoltà nel sentirsi accettato sono state il motivo per cui ad oggi si definisce tanto affezionato al suo personaggio.
Le similitudini con Lev sono evidenti, anche il compagno di viaggio di Abby conta di traumi del genere: nato in un gruppo religioso di cui contesta le tradizioni, forzato ad essere chi non è, intrappolato in un corpo femminile che non è davvero il suo. Alla fine anche Lev perde la pazienza e trova la forza di rompere le sue catene, di smettere di chinare il capo.
Immedesimato appieno in una storia del genere, Ian Alexander ha visto nel suo ruolo un’opportunità catartica, qualcuno in cui finalmente ha potuto rivedersi. Sarà anche questo, forse, ad incidere sulle sue aspettative per il futuro del personaggio: l’attore ha dichiarato infatti di immaginare come radioso il futuro del deuteragonista dell’esclusiva Sony. Lev ha portato la croce di una famiglia prima spezzata e poi definitivamente distrutta, di una comunità che non poteva accettarlo, ma alla fine ha trovato la forza di superare tutto ciò.
E mentre Alexander azzarda predizioni sul futuro del suo alter ego nel gioco, Neil Druckmann rincara la dose: The Last of Us parte 3 è una possibilità concreta. Ci si augura però che l’attore abbia ragione nelle sue previsioni, perchè ciò renderebbe il capolavoro degli autori di Uncharted non solo una cruda storia di vendetta, ma anche una radiosa parabola sulla speranza.