Tassa controversa per i gold farmer cinesi
La settimana scorsa è stata approvata in Cina la legge che tassa al 20% tutti gli scambi di proprietà virtuali. Proprio così, i gold sellers legali saranno tenuti a versare allo stato il 20% dei loro introiti. La legge tocca però principalmente i social network cinesi e i portali che fanno uso di moneta virtuale. E’ infatti uso in Cina utilizzare mezzi virtuali per lo scambio di valuta e per effettuare acquisti via internet.
La legge avrà quindi due effetti per noi appassionati di Mmorpg: il primo sarà che i player saranno molto più incentivati ad utilizzare la loro moneta solamente per scambi interni al gioco. Il risvolto della medaglia è che i pochi gold sellers in regola, preferiranno tornare in nero per evitare di pagare questa tassa, peraltro più che giusta.
Il governo cinese poco si cura di questo effetto collaterale poichè consapevoli che la differenza tra ciò che è legale e ciò che effettivamente succede è decisamente marcata. Infatti non è solo un luogo comune che i gold sellers pratichino in nero, sfruttando lavoratori, spesso giovanissimi, ammassati in ambienti angusti. La nostra paura è che spingendo le esigue imprese legali di gold selling al lato oscuro della produzione di beni virtuali, non avendo più timore della legge vigente, le stesse persone inizino ad utilizzare i metodi illegali in voga tra le ditte che già lavorano illegalmente da anni .E’ risaputo inoltre che talvolta i titolari vengano coinvolti in attività criminali di stampo diverso, come successo pochi giorni fa quando una grande azienda di gold selling è stata scoperta a riciclare denaro sporco, 38 milioni di dollari, trasferendoli attraverso metodi virtuali dalla Cina alla Corea.
In definitiva, come spesso succede, sebbene gli intenti siano più che buoni, è probabile che gli effetti saranno decisamente negativi.