Stadia: “Milioni di dollari spesi su terze parti”
La piattaforma di streaming mostra nuovamente il fianco, dopo la chiusura di diversi studi interni.
Google Stadia, un nome che per ora è difficile attribuire ad un vero “successo”. Il servizio di streaming non è riuscito ad attirare l’attenzione di un grande pubblico, uno dei tanti domino che ha causato, pochi giorni fa, la chiusura degli studi interni alla piattaforma, essenzialmente quelli mirati allo sviluppo e alla produzione di titoli in esclusiva per la piattaforma.
Ora a riempire la biblioteca di Stadia ci sono solo titoli di terze parti, particolare che non fa propriamente sperare bene per il futuro del servizio.
Secondo un nuovo report di Bloomberg, il boss di Stadia Phil Harrison, precedentemente in posizioni esecutive sia in Sony che in Microsoft, voleva fare un gesto eclatante nello spendere decine di milioni di dollari perché titoli di terze parti, come ad esempio Red Dead Redemption 2, arrivassero sulla piattaforma.
È stata una decisione coraggiosa, ma, accoppiata all’eventuale presenza di esclusive Stadia, sarebbe potuta essere un passo decisivo verso il successo effettivo della piattaforma.
Harrison è stato di recente anche accusato di poca trasparenza verso i team di sviluppo: sembra infatti essersi lasciato andare a dei sentiti complimenti per il lavoro da loro svolto, questo però il giorno prima dell’annuncio della chiusura di quegli stessi studi.