Skull and Bones, ne vale la pena?
Il CEO di Ubisoft, Yves Guillemot, difende il prezzo elevato di Skull and Bones, un gioco multiplayer a tema pirata con caratteristiche tipiche da live service.
Yves Guillemot, CEO di Ubisoft, ha risposto alle critiche sul prezzo di $70 di Skull and Bones, affermando che le dimensioni e la completezza di Skull and Bones giustificano il costo. Durante una recente sessione di domande e risposte sugli utili, ha definito il gioco “quadrupla-A” e ha assicurato che i giocatori saranno soddisfatti dalla quantità di contenuti offerti.
La decisione di Ubisoft di fissare un prezzo così alto per Skull and Bones ha ovviamente acceso un dibattito all’interno della community videoludica. Da un lato, vi è chi comprende la necessità di monetizzare adeguatamente produzioni di grandi dimensioni. Dall’altro, in molti contestano l’idea di pagare un prezzo elevato per un titolo che al suo interno proporrà microtransazioni da free-to-play.
La difesa di Guillemot nei confronti del gioco si concentra sulla vastità dello stesso e sulla sua longevità. Secondo il CEO, Skull and Bones offrirà un’esperienza di gioco ricca e completa che giustifica il prezzo di $70. Tuttavia, la critica si concentra sul principio di pagare un prezzo così alto per un prodotto che, come detto, includerà, elementi tipici da live service.
Il prezzo di Skull and Bones rischia di sabotarlo?
l modello di live service offerto da Skull and Bones prevede la vendita di cosmetici e altri oggetti opzionali che non dovrebbero influenzare l’esperienza di gioco. Tuttavia, come detto in apertura, la presenza di microtransazioni all’interno di un gioco già distribuito a $70 ha fatto storcere il naso alla community.
Al di là del caso specifico di Skull and Bones, la questione del costo dei videogiochi rappresenta un tema caldo che sta investendo l’intera industria lateralmente. Negli ultimi anni, dopotutto, il costo dei giochi è aumentato considerevolmente, con molti titoli che vengono proposti a $70 o addirittura di più, ovviamente a causa degli elevati costi di produzione che le società sostengono.
Questa tendenza ha alimentato il malcontento di molti giocatori, che si sentono sfruttati da un sistema che li costringe a pagare cifre a volte esorbitanti. La proliferazione di microtransazioni all’interno di titoli venduti a prezzo pieno ha esacerbato ulteriormente la situazione, andando a creare un senso di insoddisfazione nei confronti delle case di sviluppo.
La scelta di acquistare o meno Skull and Bones spetta, ovviamente, al singolo giocatore. Tuttavia, è importante essere consapevoli del contesto in cui questo gioco si inserisce e del dibattito che ha acceso, non solo a causa del costo. È infatti opportuno che il consumatore sia ben informato del gioco che andrà ad acquistare.
È consigliabile, infatti, attendere quantomeno il lancio del titolo (se volete provare l’open beta ecco il link per la registrazione) prima di prendere una decisione definitiva. In questo modo, si potrà avere un quadro più chiaro di Skull and Bones e si potrà valutare più accuratamente se vale la pena investirci $70.
In conclusione, la questione del prezzo di Skull and Bones è semplicemente un tassello di un mosaico più grande. L’industria videoludica è in fase di cambiamento, in particolare quella dei tripla A, e il modello di business tradizionale è in forte crisi. Ai giocatori l’onere di essere più consapevoli di questi cambiamenti e fare scelte accurate al momento dell’acquisto.