PlayStation sta investendo nei team giapponesi
Hermen Hulst parla degli investimenti in terra nipponica.
Da dopo il difficile lancio di PlayStation 3 e le conseguenti dimissioni di Ken Kutaragi, il baricentro del brand PlayStation ha virato sempre più sull’occidente (complice anche la crisi del mercato giapponese che stava iniziando a manifestarsi proprio in quegli anni).
La chiusura di Japan Studios e di altri team nipponici, oltre alla progettazione delle nuove console ormai da anni saldamente nelle mani della divisione americana della compagnia, ha portato PlayStation ad essere un brand molto più statunitense che giapponese.
Intervistato a riguardo a questo da Game Informer, il capo dei PlayStation Studios Hermen Hulst ha invece voluto evidenziare quanto i team giapponesi siano importanti per Sony.
In qualche modo siamo ancora una compagnia molto giapponese, è la nostra eredità ed è parte di ciò che siamo. Amiamo i nostri giochi giapponesi.
Stiamo costruendo ed investendo tanto in Team Asobi sotto la direzione di Nicolas Doucet. A volte la gente dimentica anche di Polyphony Digital. Stiamo inoltre investendo sul nostro team di sviluppo esterno con base a Tokyo, che ha lavorato con studi come FromSoftware e Kojima Productions.
Siamo molto interessanti nello sviluppo giapponese, penso sia parte integrante dell’identità di PlayStation e non riesco ad immaginarci senza
Hulst ha poi continuato a parlare del futuro degli studi PlayStation.
Siamo investendo nei fantastici team che abbiamo e stiamo creando nuovi sviluppatori. Continuiamo a concentrarci sulla qualità e sulle esperienze che contano che solo noi possiamo creare. Questo è ciò che siamo e che mi assicurerò che continueremo a realizzarle.
Insomma, nonostante la penuria di titoli esclusivi PlayStation 5 in questo 2021 (e che il rinvio di Horizon potrebbe ulteriormente aggravare), Hermen Hulst si dimostra entusiasta per il futuro. A maggio aveva dichiarato che Sony aveva in sviluppo ben 25 giochi per PlayStation 5, la metà dei quali sarebbero nuove IP.